Sar  l’imponenza del Vesuvio che tutto domina dall’alto. La forza della lava, mortalmente esplosiva, ma dannatamente creativa. Sar  che Torre del Greco affonda radici e cuore nella tradizione. Quella della lavorazione dei gioielli, del corallo, della madreperla.

La natura si piega e diventa arte. Nascono cos e qui, a un passo dalla maestosit  di villa Matarazzo, i gioielli di Antonio Picardi (o “microsculture da indossare” come ama definire le sue opere). Un luogo avvolto dal rosso e dal verde, dove Antonio Spilla e il figlio Benedetto realizzano le idee di Picardi. “Possiedono l’attrezzatura e il mestiere per farlo” spiega l’artista.

Allievo di Barisani, grafico e docente di educazione visiva e discipline pittoriche all’istituto d’arte a Torre del Greco e a Napoli, la formazione (e la professione) di designer muove la mano di Picardi. “Nasce tutto da un’idea casuale, un segno grafico. A volte vengo in laboratorio e vedo forme, materiali. Mi consulto con Antonio e Benedetto per tradurre le mie idee in oggetti. Loro conoscono i procedimenti e le tecniche e per ogni lavoro, per ogni materiale c’è una tecnica, ma la differenza la fa sempre la mano”.

Corallo, madreperla, pietra dura. Picardi entra nell’anima dei materiali. Ma la madreperla gli rapisce i sensi. ” un materiale che ha diversi colori: verde, rosa, giallo. A me interessano la peculiarit  e l’iridescenza, la struttura della materia”. E l’approccio? “Vado a effettuare solo dei tagli. Il mio lavoro consiste nell’individuare il pezzo e tagliarlo in tante listarelle. Seguo le curve della madreperla, le sbalzo. Poi assemblo, metto insieme, e vedo se è come lo avevo immaginato. A quel punto, lo faccio chiudere. E c’è la saldatura con l’argento”.

Ma il valore delle sue opere non è tanto nel materiale, quanto nell’idea: “è oggetto di design. Alla base c’è un’idea che lo muove e lo partorisce”.

Il senso del suo lavoro è racchiuso nel mondo che ci circonda. “L’universo attorno è gi  arte spiega Picardi- dipende come lo designi e lo contestualizzi”. E continua: “Io sono un designer. Traduco le forme organiche in oggetti che abbiano valenza estetica”. I suoi gioielli risultano, infatti, minimali e rigorosi, ma senza la freddezza tipica del minimalismo. I suoi pezzi vibrano, hanno un’anima perch “devono narrare la storia del materiale, la stratificazione. La conchiglia racconta il mare”. In natura, la madreperla, prodotta dal mollusco, può impiegare anni per formarsi. “Ogni tanto mi faccio lo scrupolo che deturpiamo la natura, ma prendiamo talmente poco… E poi, valorizziamo la materia”.

Non solo gioielli, ma anche lavori grafici, loghi e consulenze aziendali. E un grosso progetto all’orizzonte (da realizzare, probabilmente, entro marzo 2011): una stazione della metropolitana a nord di Napoli. Un progetto gi  approvato che voleva un designer coinvolto nel nuovo volto della stazione. “Devo intervenire con la mia idea grafica a fianco degli architetti. A breve faremo le prove con i cristalli sui due lati della banchina di circa 200 metri . Delle pareti modulari su cui realizzerò degli interventi serigrafici. Un lavoro grafico che racconteranno la rete metropolitana e il viaggio, in modo geometrico”.

Un nuovo tassello per Picardi, un tempo ragazzino che si divertiva a disegnare nella falegnameria dello zio, ipnotizzato dall’odore della colla.

Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), Antonio Picardi e materiali pronti per essere lavorati

Per ammirare i gioielli di Picardi è possibile visitare la mostra “Mediterranea”, ospitata dallo studio “AvvocatoGaeta” di Napoli, in via dei Mille 16 (a cura dell’associazione Tempolibero).

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