Un spuma lattea di morbido tulle percorre la Cripta in tutta la sua lunghezza mentre dolci note di musiche passate accompagnano l’evento tra colori, forme e versi poetici: è quanto accaduto sabato 5 giugno nella chiesa di Santa Maria del Parto in occasione della inaugurazione della mostra “E mi dipinse un volto in mezzo al core”. Dedicata al poeta Jacopo Sannazaro che ha sepoltura rinascimentale nella chiesa sopraccitata, i cui edifici una volta di sua propriet  furono, nel 1529, da egli stesso donati ai frati Servi di Maria, l’esposizione è stata realizzata in occasione della ricorrenza del 480 anniversario della sua morte.

I lavori pittorici sono liberamente ispirati alle parole del poeta che, come spesso accade, rappresentano la chiave di volta verso nuovi modi di sentire. Il verso del Sannazaro accende la vista interiore che ogni artista possiede ed è messa a fuoco quando memoria ed immaginazione si fondono in un unico corpo. Si tratta del tentativo ben riuscito di una “operazione poetica” ottenuta associando la figura di un umanista come Jacopo Sannazaro con l’Arte contemporanea attraverso il legante della musica. La mostra si apre con l’esecuzione di brani musicali di un anonimo compositore del ‘600 accompagnati dalla performance di Argentina Verderame, la principessa del velo, un’artista oramai nota nel panorama artistico nazionale che a seguito di una mistica esperienza in Santa Maria Maggiore decide di improntare la sua indagine estetica nella creazione di azioni teatrali che hanno per protagonista il velo nuziale: inizia cos un luogo peregrinare alla ricerca del tulle, candido, setoso e lungo ben 600 metri con il quale girer  il mondo realizzando happening aventi una cifra comune che ogni volta tuttavia si rigenera nelle singolarit  del luogo ospitante l’evento.
La mostra è organizzata dal club Unesco di Napoli, un’associazione di volontariato che da 30 anni è impegnata in iniziative storico-artistiche alla riscoperta di una cultura napoletana che vive talvolta assopita dalle difficolt  di resistere in un territorio cos impervio come quello del Sud Italia. Il progetto critico è di Franco Lista, la cura e l’organizzazione di Padre Attilio Maria Carrella, Fortunato Danise e Umberto Santacroce; moderatore Maurizio Vitello. Hanno partecipato all’esposizione: Angelino, Balzerano, Bartoli, Buommino, Cassese, Colizzi, Daidone, Danise, L. Ferrigno, P. Ferrigno, Fogliano, Furiati, F. Iacente, R. Iacente , G. A. Leone, Lista, Maisto, Nastro, Niccoli, Piscopo, Ponticiello, Rango, Sacerdoti, Santacroce, Spanò, Villani, Zoleo, Wolfler.

Molteplice è la variet  di proposte pittoriche presentate sia per tecniche esecutive che per modalit  di approccio alla tematica presentata: dai pesci intrappolati nei tondi di Franco Lista, architetto ed artista da tempo impegnato a catturare la “liquidit ” dei paesaggi, all’angelo di Danise che spunta da un insolito Vesuvio alle cui spalle fanno da sfondo squarci di prospettive partenopee toccate dall’impronta caratterista del maestro, al Pulcinella reso con spatolate su plexiglass di Salvatore Niccoli, ai “dannati” della societ  violentemente “sputati” dal Vesuvio di Franco Zoleo.

La mostra è aperta al pubblico fino al 20 giugno 2010

In alto, un’opera di Salvatore Niccoli. In basso, da sinistra, opere di Stefano Wolfler, Francesca Balzerano e Gennaro Angelino

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