Raccogliersi intorno all’isola di Procida, farsi trascinare dall’aura magica e evocativa che avvolge la più piccola e suggestiva perla del golfo di Napoli. E’ l’esperienza di dodici scrittori nomi autorevoli del panorama letterario e musicale – che dodici anni fa, incantati dalle atmosfere insulari, si scoprono animati dal bisogno incoercibile di trasferire alle loro penne il proprio incontro con Procida. Nelle segrete del cuore le immagini e simboli di una narratrice straordinaria: Elsa Morante. La rappresentazione di un eden senza tempo che “non ha mai smesso di affascinare scrittori e lettori, d’ogni tempo, d’ogni dove”- scrive Dacia Marini nella prefazione de “L’isola nomade, racconti per Procida” a cura di Tjuna Notarbartolo.

Uscito in anteprima a Procida nelle ferie agostane, il volume ( pp. 150. euro 15), che da settembre sar  distribuito su tutto il territorio nazionale, è il nuovo nato della collana “Astri del Mediterraneo diretta da Enzo Colimoro: “i nostri astri sono tutti i luoghi che si affacciano sul Mediterraneo; ad ognuno cercheremo di dedicare un libro, nell’ottica degli scambi culturali, anche in vista di grandi eventi come il Forum delle Culture 2013, in programma a Napoli”.

Frammenti di realt , di inconscio e di immaginazione si intrecciano nella composita architettura di un testo a più voci che, con registri, nuclei narrativi e punti di vista differenti, vogliono omaggiare l’isola amata. Maria Attanasio, Enzo Colimoro, Piera Degli Espositi, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Luciano Ligabue, Michele Mari, Alberto Mario Moriconi, Toti Scialoja, Piero Meldini, Antonio Carannante, e la stessa Notarbartolo con un respiro corale completano il giro dello sguardo, circospettivo e introspettivo, sulla protagonista del titolo. Spazio ideale e reale al tempo stesso, l’isola non è mai un fondale neutro ma diventa cassa di risonanza dei chiaroscuri dell’anima. Angoli di paradiso che lasciano sgorgare il flusso dei pensieri. Gli aneliti di pace, armonia, serenit  non escludono il problematico confronto con la realt .

In questo viaggio di ricerca, dove i ricordi diventano memoria condivisa, la Morante è una compagna silenziosa che filtra la distanza tra un passato da preservare e da riscoprire e un presente annaspante sotto i colpi della modernit , che tutto omologa. Una malinconica amarezza serpeggia nelle parole della Maraini: “Se tu ci mettessi piede, cara Elsa, ti guarderesti intorno smarrita. Quell’aria di villaggio leopardiano, quella scontrosit  isolana, quel silenzio pensoso di chi passa la giornata a rammendare reti da pesca, se uomo, e se donna a preparare passate di pomodoro, non c’è più…”. Tuttavia le stette viuzze, le vedute mozzafiato, il rumore delle onde, gli odori, i sapori hanno ancora tanto da svelare ai viaggiatori curiosi che hanno voglia di calarsi nello spirito dell’isola e nell’ascolto di una natura di incomparabile bellezza.

Un patrimonio storico-culturale e paesaggistico da valorizzare e tutelare. Il libro, patrocinato dal sindaco Vincenzo Capezzuto, ha il supporto della Confcredito che, come sottolinea il direttore generale Vittorio Iodice, ” punta ad una crescita ed innovazione sul territorio. E lo sviluppo non può non passare anche attraverso una crescita culturale”.

A seguire, l’intervista con la curatrice, Tjuna Notarbartolo.

Notarbartolo: Un libro nato 12 anni fa

Come nasce questo libro?
” Il libro nasce dodici anni fa. Il premio letterario che dirigo ( Premio Elsa Morante, ndr ) si svolgeva, all’epoca, a Procida e capivo, dalle chiacchierate che facevamo con gli amici scrittori, che fermare l’esperienza di tanti spiriti creativi, in una pagina scritta, sarebbe stato un regalo visionario per chiunque avesse, poi, potuto leggere quelle stesse pagine. Sarebbe stato, soprattutto, un regalo eterno all’isola. Cos chiesi a vari personaggi, da Dacia Maraini a Luciano Ligabue, da Michele Mari a Raffaele la Capria di raccontare l’esperienza dei giorni che stavamo vivendo l, insieme. Per vari motivi detti lo stop alla stampa di quel volume, nel 1998. Ed è rimasto in un cassetto, dimenticato. Poi, quest’anno, con Enzo Colimoro, che stava allargando la sua azienda di comunicazione anche all’editoria, abbiamo pensato, visto l’amore comune per il mare, ad una collana di libri dedicata a luoghi che hanno coste sul nostro infinito e, cos, utilizzando l’acronimo della sua sigla, ADM, è nata Astri del Mediterraneo. Ho ritrovato nella mia memoria quel libro e l’ho fatto nascere con lui”.
Quali i punti di forza di un’isola che, a partire da Elsa Morante, ha rubato cos tanti cuori?
“Procida è schiva, segreta e possiede un’energia preziosa. Non a caso, un mio piccolo libro di tanti anni fa titolava “La sirena scontrosa”. un luogo magico con tante cose da dire, con silenzi che vanno interpretati e una poesia delle pietre, delle luci, del mare, ad un tempo misteriosa e semplice, che non può che essere di stimolo per chi scrive, per chi crea. Per chi “sente”, e possiede l’arte di saper restituire”.
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»E L’isola nomade”: un titolo che prefigura sentimenti, emozioni, stati d’animo …


“Le peculiarit  cui ho appena accennato la fanno isola per eccellenza, ti rendono abitante esclusivo, selvatico e felice, viandante che ha il privilegio di vivere la simbiosi con quel poderoso mare, che diviene mare di tempo e di colore, di munifico destino, sul quale l’isola fuori dal mondo pare muoversi come una zattera: un’isola nomade”.
Oltre all’introduzione, ben tre racconti di questa raccolta recano la tua firma?

“S. Uno scritto a quattro mani con Piera Degli Esposti, e l, il merito della trama è tutto suo. Uno scritto nel 1998 dal titolo premonitore, “Giusto un accenno di tango” (il mio romanzo di tre anni fa si chiamava “Tango elettrico”), ed uno scritto ora, nel 2010, dal titolo “Corpo di luce”: è la storia di una nuotata che attraversa tutta la vita, dall’infanzia a qui; il corpo di luce è quello dell’isola, e poi diviene il corpo dell’uomo amato dalla protagonista, approdo amorevole e magnifico”.
La letteratura e, in senso lato, le iniziative culturali, possono contribuire alla promozione dei tanti incantevoli luoghi del Belpaese?
“Questa è una mia convinzione profonda. A dispetto di quanti pensano che la cultura sia fine a se stessa e non produca turismo, memoria, economia. La cultura è l’unico grande valore aggiunto che rende i luoghi prima noti, poi immortali”.
Progetti in cantiere?
“Finire il romanzo al quale lavoro da ormai tre anni. Continuare ad occuparmi di comunicazione e riprendere la produzione giornalistica. Pubblicare un nuovo saggio di comunicazione, appena finito, questa volta di psicologia della comunicazione”.

Nelle foto, la copertina del libro e la curatrice, Tjuna Notarbartolo (foto di Gilda Kiwua)

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