Il primo a scommettere sulla rigenerazione urbana attraverso l’arte e la cultura  a Napoli, all’inizio degli anni duemila,  promuovendo una rete  di identità creative in un quartiere (Avvocata), è stato Giuseppe Morra, gallerista, mecenate e ideatore del Museo Nitsch che, dedicato al padre dell’azionismo viennese, ha ridato ossigeno a una ex  centrale elettrica.
Adesso la rigenerazione urbana è (per fortuna) di moda, dettata dalla necessità di utilizzare la grande ricchezza del patrimonio italiano (non solo napoletano) per sviluppare occupazione. Di generazione urbana  temporanea si è parlato stamattina, nel settecentesco Palazzo Fondi di via Medina, quasi di fronte alla Questura e a pochi passi da Palazzo San Giacomo, sede dell’amministrazione comunale. In una sala affollata di giornalisti ma anche di autorità, dal  sindaco de Magistris al direttore generale dell’Agenzia del demanio Roberto Reggi e al soprintendente archeologia, belle arti, paesaggio Luciano Garella.
Un incontro in cui l’antico edificio è stato battezzato come multiforme contenitore artistico fin quando non cominceranno i lavori di ristrutturazione ( per la cifra di 10 milioni di euro) che  lo trasformeranno in sede dell’Agcom (autorità  per le garanzie nelle comunicazioni). Il progetto è sviluppato e realizzato dalla divisione Urban Value dell’agenzia di marketing, advertising e eventi guidata da Simone Mazzarelli, Ninetynine, già autrice di operazioni simili a Roma, insieme a Cassa depositi e prestiti, (fra cui il Guido Reni District visitato da oltre 900.000 persone con un indotto per la città di oltre 37 milioni di euro in un solo anno).

Qui sopra, una delle sezioni della mostra "Poison". In alto, la facciata illuminata di Palazzo Fondi
Qui sopra, una delle sezioni della mostra “Poison”. In alto, la facciata illuminata di Palazzo Fondi


Adesso il cortile è attraversato da installazioni  grazie alla sinergia con l’Accademia di belle arti di Napoli e la Federico II mentre il Palazzo si prepara a riaprire i battenti al pubblico, domani, mercoledì 14 marzo,  per la suggestiva mostra internazionale “Poison. Il potere del veleno”, curata da Enzo Moretto, che illustra le infinite possibilità di avvelenare, con notevoli protagonisti, da streghe fiabesche a Napoleone,  probabilmente morto avvelenato. Passando per Nerone, l’imperatore romano che ingaggiò a corte la perfida Locusta in qualità di killer ufficiale. Mentre  si annuncia per ottobre l’esposizione europea più  visitata nello scorso anno, “Real bodies”.
Anche Napoli Teatro Festival troverà casa qui, accanto a una produzione televisiva firmata Cattleya. Ma, soprattutto, Palazzo Fondi rinascerà come luogo di sperimentazione e accoglienza dei tanti  talenti che la città continua a produrre: da artisti a giovani imprenditori che potranno far crescere le loro idee sotto l’antico tetto.
Napoli apripista di un esperimento che toccherà altre città. Gli organizzatori sperano di trovare la stessa accoglienza e efficienza ottenute sotto il Vesuvio, dove il pubblico ha incontrato il privato senza ostacoli e diffidenze. La città continua a emergere come Capitale che fu e sarà di nuovo. Nemmeno Gomorra potrà fermarla.
Per saperne di più
www.poison-napoli.it

 

 

 

 

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