Per i vent’anni dalla sua scomparsa, Costantino Punzo ha deciso di omaggiare l’attore e regista Massimo Troisi con il suo spettacolo intitolato “Ardente Passione”, nella sala teatrale “ex Fonderie Righetti” di Villa Bruno in via Cavalli di Bronzo a San Giorgio a Cremano . Il testo, liberamente tratto dal romanzo “Ardiente Paciencia” del cileno Antonio Sk rmeta, è una interpretazione personale che riprende anche e soprattutto le immagini toccanti del film “Il postino di Neruda” (1994), interpretato da Philippe Noiret e dallo stesso Massimo Troisi, scomparso poche ore dopo le ultime riprese. La commozione è sempre tantissima, tant’è che il giorno della prima la sala teatrale, il cui ingresso era libero fino ad esaurimento posti, era gremita. Uno spettacolo “dai toni allegri, a tratti malinconici” con una interpretazione di Aurelio De Matteis, Peppe Carosella, Fortuna Liguori, Silvana Vajo, Rosanna Bossone, e la direzione di scena di Bianca Renzi. Ne parliamo con gli autori

Punzo, una regia a quattro mani firmata da lei e Peppe Carosella. Citando Massimo Troisi, “La poesia non è di chi la scrive, è di chi… gli serve!”. Qual è stato il motivo principale che ha spinto entrambi alla realizzazione di questo spettacolo?
Gi  alla prima lettura del testo si notava in noi l’emozione e il desiderio di voler realizzare quel sogno che oramai era diventato non più solo il mio ma di tutti.
Regia di “gruppo” poich ognuno ha contribuito con la propria esperienza e con la propria sensibilit  alla buona riuscita dello spettacolo; non da meno sono stati i suggerimenti e le proposte sceniche, mimiche, di impostazioni delle voci, delle ricerche musicali, ecc., da parte di tutti gli altri collaboratori.
“La poesia non è di chi la scrive, è di chi… gli serve!”, frase divenuta oramai famosissima anche per come la declama Massimo nel suo film “Il Postino”, è stato il perno intorno al quale è ruotato l’intero spettacolo, poich noi tutti eravamo consapevoli che questo testo non poteva e non doveva rimanere chiuso all’interno di un cassetto o sopra uno scaffale impolverato ma doveva far arrivare ai cuori degli spettatori l’importanza della poesia.

Quanto sono vicine queste tre opere, il film, la messa in scena e il romanzo?
Sin dall’inizio ho detto agli attori che si doveva assolutamente ignorare quanto visto nel film perch innanzitutto, pur essendo la stessa storia, sia del testo teatrale, sia del romanzo, che del film, non volevo che nessuno di noi fosse influenzato dalla enorme presenza attoriale e dalla personalit  di Massimo. La messa in scena ha riguardato un testo esclusivamente teatrale, in quanto Skarmeta scrive “Ardiente Pacincia” come sceneggiatura teatrale e ne cura come regista un primo ed unico allestimento a Berlino. Io ho lavorato esclusivamente su questo, quindi al di l  della similitudine della storia, tra il film, il romanzo e la stesura teatrale cambia solo il registro narrativo.

La dittatura, l’esilio tematiche storiche molto forti…
L’aspetto politico e sociale del Cile del 1973 è segnato in maniera molto forte all’interno del testo; noi, non tralasciando la poesia e l’amore che traspare in esso, abbiamo comunque voluto dare incisivit , mediante la proiezioni di filmati, colonne sonore ed effetti audio e luci, al momento politico-storico del Cile soprattutto per i giovani spettatori che non hanno vissuto le cronache di quei giorni.

A più riprese, durante lo spettacolo, c’è un contatto diretto con il pubblico per far s che lo stesso diventi avventore della locanda di Donna Rosa. Cos’è il teatro dei “5 sensi”?
Si è pensato sin dal primo momento di coinvolgere in maniera partecipativa il pubblico presente, facendo diventare cos l’intero allestimento come “teatro dei 5 sensi-teatro sensoriale”. Sulle prime scene vengono immessi in sala dei vapori profumati alla lavanda, al mirto. Si interagisce poi col pubblico facendolo diventare da spettatore ad avventore della locanda di Donna Rosa. L’esperimento ha trovato ampi consensi.

In foto alcuni scatti dalla scena di “Ardente Passione”, regia di Costantino Punzo e Peppe Carosella.

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