“I giovani hanno un grande entusiasmo che va appoggiato. Sono stata giovane anch’io e sono stata fortunata. Negli anni ’50 incontrai Eduardo De Filippo, che mi diede un’opportunit  unica: lavorare con un impareggiabile maestro”. Alla sua vita dedica poche battute Annamaria Ackermann, attrice di teatro, cinema e televisione, e punta di diamante della scuola di recitazione del teatro Totò. Le sue parole sono per le nuove leve del palcoscenico. “Tutto quello che ho imparato nella mia carriera cerco di trasmetterlo ai giovani che meritano di avvicinarsi a questo mestiere. Il teatro è s, arte, ma è anche mestiere, perch è brutale, voltafaccia, non perdona. Tuttavia, quando ti abbraccia, quello è l’amplesso più bello che si possa desiderare. Seguo da anni il laboratorio del Totò – prosegue – un laboratorio serio e guidato con professionalit , rigore e disciplina. Come il teatro esige. Non è qualcosa di allegro. I giovani non vi si devono avvicinare al palcoscenico come se si avvicinassero a un variet  televisivo. Il teatro è sacrificio e non regala nulla. A ogni saggio – conclude la Ackermann – sono certa di trovare sulla scena ragazzi meritevoli che daranno conto di un’onorevole carriera”.

E l’ultimo spettacolo non ha tradito le aspettative. Metti ventuno bambini su un palco e falli recitare l’Odissea di Omero. Impresa impossibile potrebbe pensare qualcuno. Ma non per Tiziana Carotenuto insegnante del primo anno della scuola di recitazione del teatro Totò, gestita dall’attore, autore e regista Gaetano Liguori. In meno di un anno, con un incontro settimanale di circa due ore, un gruppo di ragazzini, dall’et  compresa fra i sette e gli undici anni, lo scorso 2 giugno hanno fatto brillare il teatro di via Cavara con uno spettacolo esilarante. Il testo omerico, completamente rivisitato da Antonio Carrino e Tiziana Carotenuto, alterna un linguaggio aulico e in rima a battute comiche in napoletano di grande impatto.
Scenografia essenziale, costumi bellissimi trucco perfetto e tanta emozione hanno catapultato protagonisti e spettatori in un’atmosfera magica, che soltanto il teatro può regalare. Gi  insegnate di una scuola a rischio di Scampa, Tiziana mette la sua esperienza teatrale a disposizione dei bambini di una scuola della “167”, quartiere alla periferia nord della citt  dove a farla da padrone sono per la maggior parte malavitosi e indifferenza delle istituzioni. Il suo laboratorio è un punto di riferimento per chi sogna un futuro migliore.

Tiziana, perch il teatro è importante per i bambini?
“Perch hanno la possibilit  di confrontarsi, socializzare, mettersi alla prova, superare la timidezza e, soprattutto, scoprire il linguaggio del corpo”.

Chi sono i tuoi allievi?
“I nostri bambini arrivano da Napoli e provincia. Sono bambini come tanti altri. Molti di loro non hanno neanche mai visto uno spettacolo al teatro e non sanno neppure che cosa sia un copione”.

Che rapporto hai con i tuoi allievi?
“Stupendo. Sono giovani e la loro spensieratezza, sfacciataggine, la loro velocit  di apprendimento tipica di quell’et  mi danno sempre tanta energia. Certo, sono molto severa, pretendo e dò rispetto, ma alla fine prevale sempre la gioia di stare insieme e divertirsi”.

Il palcoscenico, le quinte, i camerini, le prove generali, le musiche e tanto altro ancora… i tuoi allievi come reagiscono quando scoprono questi mondo fantastico?
“Nei loro occhi si legge soprattutto la meraviglia. I nostri allievi, a differenza di quelli delle altre scuole, sono fortunati perch hanno a disposizione un teatro vero. E questo consente loro di toccare con mano tutti gli strumenti del mestiere. Io mi occupo dei più piccoli. Ogni cosa va spiegata con le mollichine. L’importante è lanciare loro il messaggio”.

Prevalgono di più le soddisfazioni o le delusioni in questo lavoro?
“Le delusioni vengono messe da parte quando si sta a contatto con i bambini”.

Quando hai la prova di aver fatto un buon lavoro?
“Quando i miei bambini sul palcoscenico, davanti a una platea di adulti, mostrano sicurezza e padronanza di se stessi. Oppure quando riescono a improvvisare strappando la risata del pubblico. La mia gioia è indescrivibile”.

Hai mai immaginato un futuro di attore per i tuoi allievi?
“Certo. Ma vige una regola nel nostro teatro e ci di non vendere mai illusioni. Lasciamo che i bambini, in quanto individui, percorrano la propria strada in completa autonomia senza condizionamenti e false illusioni. Questa è la linea voluta dal nostro direttore artistico ed è quella che io assieme agli altri insegnanti, Annamaria Ackermann e Lella Lepre, rispettiamo”.

In alto, Tiziana Carotenuto. In basso, Annamaria Ackermann (foto di Maria Volpe Prignano)

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