Il benessere e la salute sono diventati temi centrali nel palinsesto televisivo, con la realizzazione di programmi di approfondimento e fiction di produzione italiana ed estera. “Quando la medicina si fa in Tv. Benessere, salute e professione sanitaria rappresentate nel piccolo schermo” (Guida Editore, pagg. 246, euro 20) è un libro dedicato allo studio del rapporto di comunicazione e salute nelle sue numerose articolazioni. L’autrice, Alessandra Dionisio, analizza le emergenze di comunicazione nei processi organizzativi del pianeta salute e le forme di comunicazione dell’universo salute, con particolare attenzione per i format televisivi trasmessi in Italia sull’argomento. Tutte le indagini statistiche confermano il grande interesse degli italiani per la salute e la conseguente richiesta di informazioni approfondite, per accrescere il bagaglio di conoscenze e avere un ruolo più attivo e consapevole nel rapporto con il proprio medico. A questo cambiamento culturale la Sanit  ha risposto con una riforma del Servizio Sanitario Nazionale, che introducendo il principio di aziendalizzazione e l’autonomia organizzativa delle strutture sanitarie ha attribuito grande importanza alla tutela dei diritti dei cittadini. La comunicazione, quindi, è diventata “elemento indispensabile per garantire l’efficacia del percorso diagnostico-terapeutico”, come scrive l’autrice nel libro, e le aziende sanitarie devono porsi l’obiettivo di rafforzare l’autonomia decisionale del cittadino, attraverso forme di comunicazione pubblica che aiutino i pazienti a orientarsi verso scelte consapevoli.

Insieme alle strategie di comunicazione nel pianeta salute, Alessandra Dionisio approfondisce con particolare attenzione il ruolo dei media nella costruzione sociale della realt : “Il pubblico tende ad assegnare, a ciò che include, un’importanza che riflette l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone”, spiega l’autrice, “è anche la rilevanza che il tema salute e benessere riveste per il pubblico a spingere i media ad articolare un’agenda in cui questo argomento trova ampio spazio”.

Nell’ambito della variegata offerta mediatica, costituita da riviste, siti web, stampa specialistica e programmi televisivi, le modalit  narrative dei medical-drama sono strumenti utili per comprendere l’evoluzione del rapporto degli individui con la propria salute. Da “Il dottor Kildare” a “E.R. Medici in prima linea”, da “Un medico in famiglia” a Dr. House”, i serial televisivi raccontano i cambiamenti verificatisi nell’identit  collettiva e il crescente interesse del pubblico per la salute e il benessere individuale. Analoga riflessione viene riservata, nelle pagine del libro, ai programmi di informazione come “Check-up” ed “Elisir”, che l’autrice analizza da un punto di vista dell’evoluzione nel tempo: i cambiamenti della struttura narrativa, i diversi stili di conduzione, le tecniche di regia.

Il tema della comunicazione efficace è centrale nel volume: l’uso di un linguaggio innovativo garantisce l’interesse del pubblico e una divulgazione appropriata dell’informazione sulla salute. La sfida che attende il sapere medico nel prossimo futuro riguarda anche la capacit  di gestire al meglio gli strumenti del comunicare.

A seguire, l’intervista all’autrice

Dionisio: Il migliore? Dottor House

Alessandra Dionisio è dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione presso l’Universit  di Roma “La Sapienza”. Attualmente collabora con l’azienda ospedaliera universitaria “Federico II” di Napoli, in qualit  di esperta in comunicazione organizzativa sanitaria. Giornalista pubblicista, svolge attivit  di formazione all’ateneo federiciano e l’universit  “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

In quale momento la comunicazione è diventata una risorsa strategica per il sistema
salute?

“La comunicazione è sempre stata una risorsa fondamentale nel rapporto tra il professionista della salute e il paziente, ma è da poco meno di un ventennio che ha assunto una valenza strategica e di supporto al management sanitario. Il processo di
aziendalizzazione, da considerarsi tuttora in pieno corso, introducendo concetti come
l’empowerment del cittadino e la centralizzazione dell’utente, ha ampliato le aree di
interesse e di intervento della comunicazione. Strumento gestionale e di governo, la
comunicazione organizzativa sanitaria coinvolge tutti gli operatori nella filiera assistenziale,
determina il clima organizzativo interno, impatta sull’utente esterno, incide sulla
produttivit  e concorre a determinare l’identit  dell’organizzazione”.

Oggi quali caratteristiche deve avere un professionista della salute?
“Ai professionisti della salute si chiede di acquisire una formazione multidisciplinare, di
adottare un rinnovato approccio al paziente e all’organizzazione, conciliando l’universo
delle competenze mediche con quelle manageriali. Una scommessa non facile e che pesa
sulle professionalit  sanitarie. La capacit  di farsi permeare dalle rinnovate “emergenze”
del pianeta salute costituis            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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grazie a nuovi percorsi formativi. Si tratta di una rivoluzione culturale che ha tempi lunghi e
che richiede un interessamento congiunto di professionisti, poli formativi integrati, ed
istituzioni”.

Dalla lettura del libro si comprende che la tecnologia in campo medico non è
sufficiente a garantire una cura efficace.

“Ogni elemento di innovazione deve portare ad una ridefinizione del quadro di riferimento,
con una sempre maggiore consapevolezza da parte dei professionisti della salute dello
scenario che va costituendosi. La comunicazione ha anche una funzione interpretativa e
consente di analizzare il reale. La tecnologia è una variabile interveniente di cui bisogna
tener gran conto nella rielaborazione delle prassi comunicative ma di per s non è un
dispositivo problem- solving e non è garante di un miglioramento continuo della qualit 
dell’assistenza”.

Nel libro lei definisce “inesauribile” il tema salute all’interno della programmazione
televisiva. La presenza di tanti spazi nei programmi di intrattenimento favorisce
l’informazione in materia o c’è il rischio anche di banalizzazione?

“Il tema nel testo è definito inesauribile per le modalit  di declinazione dello stesso. Dal
medical drama ai programmi di infotainment, la salute trova forme diverse di
confezionamento. Per rispondere alla domanda, proviamo ad adottare un’altra prospettiva.
C’è un dato, evidenziato anche dagli studi condotti dal Forum per la ricerca biomedica, che
mette in luce la difficolt  dei cittadini a praticare la via del paziente consapevole. La mole
di stimoli che giungono dalle informazioni non sono calibrate in modo da costituire un kit di
supporto reale per il cittadino. Alla consapevolezza dell’importanza dell’informazione
sanitaria, ormai acquisita presso la maggioranza della popolazione, non si accompagna
una finalizzazione di quest’ultima. Una tale variet  di format sulla salute è giustificata
anche dal crescente bisogno di fonti informative sul tema stesso. Il problema non è che il
tema possa essere banalizzato, n va attribuita alla cattiva maestra di popperiana
memoria la “colpa” della disinformazione di in tema salute. Dobbiamo piuttosto reclamare
la presenza delle istituzioni e dei professionisti della salute come supporto
nell’interpretazione delle informazioni e delle rappresentazioni veicolate dai media. In
sintesi, in un sistema sanitario che nelle sue molteplici articolazioni offre una grande
variet  di offerta, e nello stesso tempo ancora pochi strumenti che permettano una scelta
veramente consapevole, la maggioranza dei cittadini non sembra disporre
autonomamente delle conoscenze per sapere davvero come muoversi e continua a
trovare nella relazione con il medico il momento di reale indirizzo. La moltitudine di
informazioni mediatiche sulla salute tendono a vicariare mancate o poche efficaci
comunicazione istituzionali che devono invece riconquistare un proprio spazio autorevole,
ma anche friendly ed accessibile per portare concretamente a compimento il processo di
consapevolezza, e quindi di empowerment, dei cittadini”.

Tra i tanti serial televisivi quale può essere considerato innovativo per la
comunicazione sull’universo salute?

“Senza dubbio Dr.House, per la valorizzazione del linguaggio tecnico- scientifico e per la
narrazione, che ingloba nel medical-drama una dinamica investigativa alla Sherlock-
Holmes, perch il protagonista è un personaggio cinico e misantropo, politicamente
scorretto, ma è geniale nella modalit  dei suoi approcci terapeutici. L’efficienza dell’intero
sistema regna sovrana e Dr.House, pur con azioni assolutamente criticabili, persegue
senza tregua la cura della malattia, con approccio illnes centred, recuperando
l’autorevolezza del medico e coordinando un equipe che nell’insieme incarna tutte le
sfaccettature della medicina”.

Le fiction televisive americane utilizzano un linguaggio medico molto tecnico,
eppure il ritmo della narrazione non ne risente e il pubblico si appassiona. Perch?

Per rispondere alla sua domanda non posso che citare Aldo Grasso, il quale nel suo testo
“Buona Maestra- perch i telefilm sono diventati più importanti del cinema e dei libri”
sottolinea che le opere seriali provenienti dagli Stati Uniti sono diventate un’offerta di
eccellenza nel panorama televisivo. La straordinariet  di queste serie sta nella scrittura,
nella sceneggiatura e nel ritmo calibratissimo. Nell’ambito della salute sono molti i tentativi
italiani di dar vita a medical- drama, il taglio è completamente diverso, politicamente
corretto e declinato verso l’umanizzazione dell’assistenza. Un personaggio come
Dr.House, dirompente e anti eroe, è figlio di una scuola autorale di altissimo livello, made
in USA”.

Nelle foto, la copertina del libro e l’autrice.

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