Eroi di resistenza urbana radicati nel profondo di un quartiere dall’anima antica e dall’identit  forte, ma in pericolo. Eroi del quotidiano che combattono e trovano anche la forza per coinvolgere altri, per rilanciare la cultura e ribadirne il ruolo.
Via Duca di Sandonato, a pochi passi dalla chiesa di Sant’Eligio, gioiello del gotico partenopeo. Enzo Falcone è il titolare di una delle più antiche tipografie napoletane, aperta da suo padre, Giovanni, nel 1923. Le sue stampe hanno scandito le tappe della cultura del novecento in citt , un esempio? E’ sua la macchina che compare nel film “La banda degli onesti” con Totò e Peppino De Filippo.
Un pezzo di storia vivente, e la sua vicenda è un assurdo: “il mio negozio nasceva in un edificio di propriet  del Comune racconta – nell’80 è stato seriamente danneggiato dal terremoto e da allora non è stato fatto nulla per metterlo in sicurezza. Nel 2002 ci sono state delle scosse e una signora che abitava all’ultimo piano ha chiamato i pompieri. Sono venuti, hanno dichiarato pericolante il palazzo, tagliato acqua, luce e gas e intimato a tutti di lasciare l’edificio. Noi siamo rimasti dentro, a nostro rischio e pericolo”.
La bottega storica, con gli interni in frassino bianco e le vetrate incise negli anni ’50 da Porcaro, dovrebbe per legge essere tutelata e invece nel 2007 arriva lo sfratto. “Hanno preteso che portassi via tutto senza darmi in alternativa neppure un deposito per i macchinari che risalgono al 1923 e sono una memoria storica della tipografia. Mi hanno distrutto l’azienda. Abbiamo dovuto smantellare tutto, a nulla è valso il fatto di essere bottega storica. O consegnavo le chiavi o mi saldavano la serranda. Dal momento che avevo dei lavori da finire ho dovuto consegnare le chiavi e per un mese sono venuti loro ad aprire la mattina e chiudere la sera. Ho preso in fitto a mie spese un deposito per le macchine che non volevo buttar via e adesso siamo in questa situazione”.
Un piccolo locale dall’altra parte della strada ospita oggi questo atelier delle meraviglie: strumenti e documenti testimoniano il secolo di attivit , dovrebbero trovarsi in un museo e invece sono stipati in un deposito.
Ma lo sdegno non allontana Falcone dal quartiere, al contrario, lo spinge a fare gruppo con le altre aziende storiche del luogo, anch’esse dimenticate dalle istituzioni.
“Abbiamo creato un’associazione che si chiama Storico Borgo Sant’Eligio, di cui sono presidente, nella quale dovrebbero entrare tutti i commercianti della zona. Non chiedo nessun impegno economico, solo che mi diano una mano con le manifestazioni di rilancio del territorio”. Come “Arte in vetrina” che da sette anni porta nelle vetrine dei negozi le opere d’arte, in una mostra diffusa da novembre a gennaio.
Ma non è tutto: il 23 maggio l’appuntamento è con la quarta edizione del concorso di pittura estemporanea. “Si sono prenotati gi  oltre quaranta artisti che dipingeranno i soggetti del borgo fra il chiostro di Sant’Eligio e piazza Mercato. Per cercare di creare movimento in questa zona. Il Comune ci ha dato la disponibilit  della chiesa di San Severo al Pendino in cui faremo la collettiva delle opere realizzate per dare anche visibilit  agli artisti che partecipano”. Al di l  dello spazio messo a vostra disposizione, il Comune non vi da nessun tipo di sostegno per l’iniziativa? “No. Soltanto il primo anno, mille euro per i premi agli artisti. Il secondo anno li ho dati io, il terzo anno li ha dati l’Istituto comprensivo Caduti di via Fani. E quest’anno sar  il Consorzio antiche botteghe tessili con cui siamo in sinergia”.
Contemporaneamente all’Archivio di stato si terr  fino al 15 giugno la mostra “I borghi e le strade delle arti a Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’arte”, organizzata dall’Antico Borgo Orefici. In esposizione anche alcune stampe ricavate dai bozzetti per tessuti originali degli anni ’50 e 60 dall’archivio Falcone.”La mia idea, forse un’utopia è non buttare i quasi cento anni di lavoro della tipografia. Ho presentato al Comune un progetto di museo laboratorio, perch con il digitale la tipografia sta scomparendo, nessun giovane sta imparando il mestiere. Il progetto è quello di fare un museo che però possa lavorare e insegnare ai giovani l’arte della tipografia. L’abbiamo presentato agli assessori al patrimonio, alla cultura e alle politiche sociali, era marzo, stiamo aspettando l’esito. Iniziative simili esistono nel nord Italia, almeno una ventina, ma qui a Napoli non ce ne sono”.
Come ha visto cambiare la zona negli anni?
“Piazza Mercato è stata sempre molto dinamica e ambita dai commercianti. Da quando si è costruito il Cis di Nola, molte ditte se ne sono andate e questa zona sta morendo. Si sopravvive, aspettando un intervento delle istituzioni che però non arriva mai.
Una volta era una zona di artigiani, ed è rimasto nei nomi delle strade: Via Catari, dove si costruivano i secchi; Via Zabatteria, dove si facevano le ciab            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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»E  »RLIKERESETeNULLSHARESLAVErPSIGNMIDatte; Via Giubbonari, dove facevano le giubbe per l’esercito; Via Campane a Sant’Eligio. Adesso non ce ne sono più. Tramite l’associazione abbiamo proposto al Comune di aprire i tanti locali vuoti di sua propriet  e darli in fitto a un prezzo politico alle piccole imprese di artigianato. Almeno cos la strada si anima, altrimenti le persone hanno paura anche di camminare. Se un giovane vuole intraprendere un’attivit  magari non si svena, se non lo fanno le istituzioni chi lo deve fare? Con la manifestazione Montmartre a Sant’Eligio abbiamo anche lanciato l’idea che gli artisti, potessero prendere in fitto questi locali e usarli come studio. Purtroppo quando si accorgono che c’è un canone di cinquecento, mille euro diventa impossibile. Il Comune preferisce tenerli chiusi piuttosto che aderire a un progetto del genere, oppure darli a persone poco raccomandabili e invece mandare via le persone perbene che pagano il fitto regolarmente.

Per saperne di più sull’Associazione Borgo Sant’Eligio e i suoi eventi scrivete a: enfalcone@fastwebnet.it

I borghi e le strade delle arti di Napoli. I gioielli e i tessuti d’oro e d’argento dei Maestri dell’Arte

L’Archivio di stato di Napoli ospita fino al 15 giugno la mostra dell’eccellenza orafa e tessile napoletana. E’ la storia dell’artigianato partenopeo, raccontata attraverso un percorso che comprende la documentazione relativa alle “Regole delle Arti” elaborate dalle Corporazioni delle Arti, dai suoi Consoli e Governatori; i disegni dei progetti delle nuove invenzioni ideate tra il XVIII e il XIX secolo, i disegni tracciati dagli artisti, e infine le opere d’arte; i gioielli d’oro e d’argento, gli abiti, i tessuti tramati d’oro, i ricami d’oro filato.

Archivio di stato di Napoli
Piazzetta Grande Archivio 5
Orari: lun-ven ore 9.00 19.00; sab-dom ore 9.00-13.00

Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), in alto, Enzo Falcone e in basso, l’esterno della tipografia

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