“Da oltre dieci anni Napoli è la metropoli italiana che ha intrapreso con maggior forza e coerenza un cammino di rinnovamento civile, puntando sulla potenza modernizzatrice dei linguaggi artistici”. La potenza modernizzatrice dei linguaggi artistici o l’enorme valore di un museo non vanno mai messi in discussione. Eppure qualche osservazione questo testo se la vuole proprio tirare. Sono alcuni anni, infatti, che esso compare sul sito del Museo Madre. Ha attraversato indenne momenti in cui, forse, non era il caso che sopravvivesse. come se fosse stato messo l e immediatamente abbandonato. Ma è il sito web del museo nel suo complesso ad apparire come dimenticato da anni. Questo significa che se un turista l’ha visitato nel 2006 e lo riapre a settembre 2008, lo trova con ogni probabilità  identico a come fu allora.
In queste cose, due o tre anni, se non anche di più, sono un’eternità. Si potrebbe abbozzare una difesa dicendo che il mantenimento di linee e colori immutati nel tempo fanno parte di una scelta precisa, basata sulla volont  di rendersi riconoscibili. Ma nel caso specifico l’impressione è che questa scelta si sia ridotta a un esercizio di sopravvivenza, o che, ancora più semplicemente, sopravviva a se stessa.
La rassegna stampa, poi, è ferma al 22 aprile 2006 e talvolta è stata passata con documenti qualitativamente molto approssimativi. La traduzione, poi va bene quella in inglese, ma sarebbe il caso di inserirne almeno un altro paio. Almeno nelle pagine statiche, lo sforzo sarebbe una tantum e si potrebbe fare.
Il Museo d’Orsay ne ha cinque, con un sistema di reindirizzamento automatico, ma il paragone è eccessivo. Il Macro di Roma ha almeno quattro traduzioni, e aggiorna di continuo la rassegna stampa, oltre che tutte le numerose sezioni. Muovendosi ancora di più verso dimensioni non ecumeniche, si vede ad esempio come il Museion di Bolzano sia aggiornatissimo ed esaustivo, invitante e motivante.
Tutti dedicano spazio agli utenti, suddivisi per categorie, cosicch ci sono informazioni per i bambini, per gli studenti, per i gruppi. Per quanto riguarda il sito del Madre, invece, si constata che esiste un certo numero di sezioni rimaste da sempre “under construction”. Ce n’è una che sembra uno scherzo. Si chiama “per il futuro”, e come qualche altra è in costruzione. Quella dove dovrebbero essere fornite le informazioni per la didattica, dispiace ancora di più constatarlo, pure è semplicemente annunciata.
Ma se si toglie progettualità  alla dimensione della didattica, allora c’è di che rimanere disarmati. Eppure cose sono state fatte, ed è paradossale che non vengano annunciate e promosse attraverso questo strumento.
Nel momento in cui scriviamo, chi visitasse il sito del museo apprenderebbe che ci sono tre mostre: una di Piero Manzoni dal 19 maggio al 24 settembre, una dal 24 maggio al primo ottobre commissionata dal British Council, una terza di Mimmo Paladino dal dieci maggio a ottobre. Uno, soprattutto se forestiero, visita il sito e pensa peccato per Manzoni, ma le altre due faccio in tempo a vedermele. In realt  si tratta di cose del 2007. Una difesa di questo biglietto da visita elettronico appare difficile. Il discorso non riguarda, ovviamente, il museo e la qualit  delle sue iniziative o delle collezioni. Ma lo zero in comunicazione, almeno per quanto riguarda la vetrina elettronica, non glielo toglie nessuno. Uno di quei casi, insomma, in cui il virtuale non appare del tutto virtuoso.
Nella foto, la sala del Madre con l’opera di Clemente

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