Viaggio. Questa la parola che meglio descrive l’esperienza che i napoletani hanno potuto vivere marted 7 luglio alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri, Napoli. Un viaggio non nello spazio, ma nel tempo, verso un periodo storico studiato, analizzato, ma questa volta osservato con occhi diversi, con gli occhi di chi cerca all’interno delle cose più di una risposta a una domanda, con gli occhi di chi sa lasciarsi suggestionare e trasportare da particolare, con gli occhi di un artista. Eugenio Buono, pittore di fine Ottocento ha impresso nelle sue lastre momenti di vita e di fatica, di sofferenza e di festa dell’Italia del suo tempo nel volume “Italia inedita di un secolo fa”: la presentazione del testo ha inaugurato la mostra di alcune sue fotografie scattate ( aperta fino al 31 agosto). Curato dai fotografi Luca Sorbo e Ferdinando Scianna, il libro raccoglie le lastre che Buono, nei suoi viaggi a Napoli, Palermo, Venezia, ma anche nei borghi di Caiazzo e Cerreto Sannita, ha realizzato con l’intento di utilizzarle per i suoi dipinti.

Voci dell’incontro sono stati lo stesso Luca Sorbo, il giornalista Luciano Scateni e il fotografo Fabio Donato che hanno messo a fuoco la modernit  delle immagini riprese da da un artista fuori dal comune. Lastre che parlano di miseria, di fatica, ma anche di vita mondana, carrozze; soggetti che passano dal contadino con il volto scavato dalla fame e dalla fatica alle nobildonne, dall’anziano seduto sul marciapiede allo storico circo di Buffalo Bill. Fotografie dove si legge la vita italiana nelle sue sfaccettature tra Ottocento e Novecento.
Buono cercava nella fotografia un modo per conoscere la realt , una realt  da vedere con un occhio diverso, alla ricerca di qualcosa di distante. una fotografia, la sua, che va oltre l’effetto estetico, fatta di particolari, di istanti, libera dalle convenzioni che ancora oggi le diamo: non c’è posa, non c’è impostazione, solo verit . Buono fotografava per poi dipingere ciò che aveva impresso su lastra.
"Probabilmente aveva sbagliato mestiere" secondo Fabio Donato. Giudizio, questo, condiviso da tutti i presenti, affiancato dalla riflessione sullo stupefacente contrasto tra la palese complicit  dei soggetti delle lastre e la naturalezza degli stessi che sembra da macchinetta digitale, da fotografia istantanea. Complicit  che è ovvia se si considera la tecnologia dell’epoca: macchine ingombranti, lastre gradi, cavalletti, senza contare la lunga elaborazione della fotografia. Ed è proprio questo il punto: come ha potuto Buono effettuare ritratti fotografici cos naturali da destare impressione? Su questo si possono fare solo supposizioni…

Colpisce la sua modernit  che lo proietta con netto anticipo (riguardo alla cultura fotografica italiana) nel campo dei fotografi “reporter”. Ciò è dovuto alla grande cultura internazionale del pittore che, nei suoi viaggi europei ha avuto modo di assistere, spettatore disinteressato, all’evoluzione da una fotografia “pittorealista” a una cosiddetta “stright photography”, fotografia diretta, d’impatto. Questo nuovo tipo di fotografia stava prendendo piede in Europa e ha trovato piena corrispondenza nel tipo di pittura che Buono voleva fare.

Un pittore, un fotografo, uno sperimentatore inconsapevole, pioniere di una nuova scuola di fotografia che lo ha portato a diventare il primo “fotogiornalista” italiano, conservando tuttavia la genialit  dell’artista. Ed è questo che contiene il libro “Italia inedita di un secolo fa”: lo spaccato di un mondo visto finalmente con occhi diversi da quelli di un libro di storia insieme alla capacit  di salvare dalla superficialit  e dall’ignoranza un particolare, magari insignificante ai più, elevandolo ad arte. Perch, come scrive Antoine de Saint-Exupry: “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Grazie a Luca Sorbo, Ferdinando Scianna e, soprattutto, Eugenio Buono, ora possiamo vederlo.

LA NOTIZIA 1. La fiamma di Otero

Un vissuto umile ma non banale, un epos plebeo, forse indegno di figurare nella storia ufficiale, un contro-museo di scampoli di vita assolutamente privi dei valori esteriori che il mondo classifica come importanti. Tutto questo nel romanzo di Angelo Otero, “Il fuoco sotto la cenere”. Il libro sar  presentato oggi (mercoled 8 luglio, ore 18) alla libreria Ubik di Napoli, in via Benedetto Croce 28 da Amalia Nota e Raimondo Di Maio.

LA NOTIZIA 2. La pittura del passato

Storia della pittura napoletana. Domani (gioved 9 luglio, ore 17,15) nella sala Villani dell’Universit  Suor Orsola Benincasa di Napoli, a corso V. Emanuele, presentazione del libro di Stefano De Mieri “Girolamo Imperato nella pittura napoletana tra ‘500 e ‘600” (Arte Tipografica Editrice).

Nella foto due scatti di Eugenio Buono, in alto, Caiazzo. In basso, Cerreto

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