Il parco delle colline di Napoli ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio che lancia una sfida europea.

Sostenibilit  ambientale e sperimentazione dell’uso alternativo delle energie (fonti rinnovabili), agricoltura biologica e di qualit , valorizzazione dei prodotti tipici, percorsi turistici, enogastronomici, trasformazione urbanistica capace di incidere sulle scelte socio-economiche dell’intera area provinciale e metropolitana.

La portata europea potenzialmente catturabile in questi titoli va definita attraverso scelte coraggiose, che pure in questi anni non sono mancate, affinch Napoli recuperi la sua dimensione naturalistica e storica, riconquisti quella centralit  agricola e rurale abbandonata a vantaggio di un disegno urbano evidentemente commerciale, consumistico, involgarito dall’inseguimento a quella modernit  che ha concepito le citt  come dei grandi contenitori che hanno favorito “non luoghi urbani” (si pensi all’uso delle periferie). Napoli si dice essere abbastanza immobile anche a causa di una filosofia architettonica che ha rinunciato alla innovazione urbanistica contenente un respiro europeo. Anche i “professionisti urbani” si sono adagiati, non producono idee nuove.

Una grande sfida culturale a partire dal parco metropolitano delle colline di Napoli per completare questo territorio di pregio e dall’inestimabile valore ambientale. Questa deve essere l’ambizione innanzitutto degli enti locali e della regione Campania.

Da qui si può ri-partire per ri-pensare la citt .

Chi vive la citt , i city users debbono poter camminare e muoversi liberamente, debbono apprezzare l’arte culinaria, le bellezze architettoniche, i percorsi turistici, la natura. Sentirsi “centrali” in ogni luogo: mare, citt , campagna, senza mai annoiarsi.

Le colline di Napoli innanzitutto debbono essere riconosciute ed apprezzate proprio dai napoletani, non sembra che quest’ultimi abbiano contezza delle potenzialit  definitive di questi suggestivi luoghi. Riportare a nuovo splendore quel filo storico che le lega e viverle nella consapevolezza che una loro rinnovata dimensione socio-economica aiuterebbe l’intero sistema-citt , farebbe fare un salto di qualit  a quel complesso di relazioni urbane allo stato quasi interrotte da un non compiuto pensiero sulle colline.

Il riconoscimento nelle regole (piano regolatore generale) dell’agricoltura periurbana, di cui i l parco è il maggiore azionista, non basta.

Azioni concrete che facciano “sistema”, avendo a disposizione tutti gli elementi di questa vera e propria “macchia mediterranea”, avanzino nell’agenda dei governi locali, a partire dal comune di Napoli.

L’indice di civilt  di un popolo si misura anche su come viene trattato l’ambiente ed il territorio in cui si vive e si relaziona. L’intervento antropico ha prodotto danni inestimabili nell’intera provincia di Napoli, tanto da caratterizzare interi comuni come esclusivamente residenziali e privi dei più elementari servizi e standard di qualit  urbana. Napoli può ancora recuperare da questo punto di vista per le innate potenzialit  morfologiche e di posizione geografica davvero invidiabili.

Le colline di Napoli possono essere un elemento di compensazione ambientale e di riscatto che guardi al miglioramento della qualit  della vita.

La citt  di Napoli ha delle straordinarie caratteristiche territoriali non del tutto pareggiate dai tanti governanti distratti. Non si tratta di disegnare nuovi quanto futuristici scenari, basta solo valorizzare ciò che è a portata di mano e direttamente “donato” dal creatore.

Nella foto, il parco Virgiliano

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