Porsi dinanzi a una reinterpretazione in chiave umoristica del testo di uno dei più grandi Pulcinella del napoletano non è mai stato cos immediato. Reinventato in riferimento a un copione di Antonio Petito, “‘Na lettera pe’ tre nnammurati” è lo spettacolo che ha incuriosito e appassionato gli spettatori della rassegna teatrale “Classico Contemporaneo”, in scena fino a fine mese.

L’innovazione sta nella reinterpretazione in chiave umoristica di un testo dell’antico teatro napoletano. "Tre surice dint’ a no mastrillo" il titolo dell’opera cui il regista si rif , sfidando abilmente critici e addetti ai lavori.
La scena si apre con la protagonista femminile cui è indirizzata la famosa lettera Marcellina, giovane donna, napoletana e capricciosa, corteggiata contemporaneamente da tre uomini, Feliciello, Don Alonzo, interpretato da Riccardo Citro, e Pancrazio, terzo innamorato, interpretato da Aurelio De Matteis.
Federica Totaro, l’attrice che impersona la giovane capricciosa, non corrisponde l’amore di nessuno dei tali che, tristi ma mai disperati, si giostrano in un percorso di idee al fine di conquistarla, non perdendo mai le speranze.
In scena anche Maria Rosaria De Liquori che interpreta la madre di Marcellina, donna Peppa, donna austera che i tre pretendenti dovranno quasi affrontare in una sfida che non esiste l’esito del corteggiamento, come affermer  lei stessa, dovr  darlo sua figlia; lei, in quanto madre, potr  solo proteggerla da chi non corrisponde. Nella taverna gestita da donna Peppa affiora anche il personaggio del cuoco Diesco, interpretato da Peppe Carosella, che sfrutta la sua sordit  per creare momenti vivaci volti a coinvolgere tutti i personaggi ma soprattutto il pubblico, visibilmente entusiasta.
Per la regia di Tonino Taiuti, lo spettacolo prende vita dalle radici di un repertorio ormai da tutti riconosciuto come “teatro europeo”. In questo caso, però, il gioco si innesta in citazioni reinventate liberamente, in modo dissacrante e in una comicit  contemporanea, al punto che, allora, Pulcinella diventa Feliciello Sciosciammocca, interpretato da Marcello Raimondi, e viceversa Feliciello Sciosciammocca diventa Pulcinella. Come osserva il regista « Abbiamo constatato nel corso del nostro lavoro, leggendo tra gli scritti critici su Petito, che il metodo da noi applicato per la nostra messinscena non era altro che quello che faceva questo grande artista, costruendo i suoi testi, insieme agli attori, proprio nella fase delle prove».
Un canovaccio di intrighi divertenti e mai banali. Le tre intenzioni d’amore sono palesate nel contenuto di una lettera, pretesto scenico che ne diventa però protagonista assoluto. Sar  infatti attorno ad essa che ruoteranno tutte le azioni dei personaggi, ma soprattutto sar  attorno ad essa che ruoter  il focus della storia ed i continui rinvii linguistici, tra parole antiche e moderne.
La maschera, poi, è un’altra costante che non muta. Ciascun personaggio è infatti truccato a coprire i naturali tratti somatici poi rielaborati in chiave in un certo qual modo “clownesca”. E perch questo? Per la profonda necessit  di coniugare una prerogativa classica come la maschera rivisitata anche e soprattutto nei costumi di Clalio Alfinito in chiave del tutto contemporanea mediante le parole e i gesti dei protagonisti. Una soluzione non del tutto immediata, ma comunque d’effetto, grazie alla quale si è catapultati in una realt  inattesa. Cos come la voce possente della protagonista femminile, le parole di sua madre, e perch no l’intero testo, esclusivamente in lingua napoletana. Il tutto aiutato dall’acustica perfetta del Chiostro di San Domenico Maggiore, una location che non stanca mai.

Saperne di più
www.napolidavivere.it/2015/08/08/teatro-classico-contemporaneo-a-san-domenico-maggiore/

Le fotografie di scena sono di Anna Franca Borrelli.

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