A Milano, in zona Lambrate si trova via Ventura, quella che sta diventando il nuovo “distretto” dell’arte, con nove gallerie che hanno aperto da poco. Un concentrato di arte contemporanea in cui si incastra alla perfezione la galleria di Mimmo Scognamiglio, napoletano con all’attivo sedici anni di attivit  nella citt  natale e una collaborazione decennale con Lucio Amelio, grazie al quale ha acquisito gli strumenti adatti a definire una propria linea espositiva non legata a tendenze o preclusioni di sorta.
Nel 2007 Mimmo Scognamiglio decide di trasferirsi a Milano, prima in un’area di circa 200 mq in Corso di Porta Genova, e successivamente, nel settembre 2011, negli spazi di via Ventura. In occasione della prima mostra personale della giovane artista finlandese Jenni Hiltunen, intitolata “Pretti Absence” , abbiamo incontrato il gallerista, al quale abbiamo domandato della sua esperienza milanese e chiesto qualche consiglio. Sincero e diretto Mimmo Scognamiglio ha raccontato la scelta di imbarcarsi in questa sorta di esperimento alla periferia di Milano, dopo quattro anni passati in pieno centro citt  «Mi piace stare qua – ha confessato – mi piace anche l’idea che ci siano altre gallerie e che quindi si possano fare le cose insieme, poi per il fatto di spostarsi un po’ in periferia rispetto al centro, in questo momento particolare non fa nessuna differenza, non importa a nessuno, non cambia niente, oggi la gente non viene nelle gallerie, è un problema di tipo diverso, non centra l’arte contemporanea».

Secondo lei, venendo da un’importante esperienza napoletana, ci sono i presupposti per creare uno spazio del genere a Napoli, un nuovo polo dell’arte contemporanea ma anche arte in senso più generale, al posto di tante piccole gallerie che costituiscono mondi chiusi in se stessi?

«Certo, ci sono e ci sono stati anche spazi e possibilit  a Napoli per costruire un nuovo quartiere dell’arte, il problema è che le gallerie sono molto particolari, i galleristi tendono a mettersi d’accordo molto poco. Qua succede perch si è capito che è la cosa più giusta da fare, quindi è più semplice, il gruppo è più forte, a Napoli magari sar  più difficile ma è senza dubbio un’ esperienza da fare».
Per creare uno spazio come quello di via Ventura la parola chiave è quindi collaborazione e apertura alla citt  e alle gallerie “In più di sedici anni nella mia citt  sottolinea– sono riuscito a riunire più galleristi insieme un’unica volta ed è un peccato perch Napoli come citt  d’arte ha tante potenzialit , giovani talenti e luoghi meravigliosi nei quali esporre, ciò che manca è lo spirito collaborativo.”
Quale potrebbe essere quindi il consiglio da dare al mondo galleristico partenopeo?
«Sicuramente di essere un po’ meno egocentrici e smettere di trattare i loro spazi come qualcosa di chiuso e inavvicinabile, per aprirsi alla collaborazione e allo scambio produttivo».

In foto, la galleria a Milano

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