“Oggi si conosce il prezzo di tutto e il valore di niente”. Parola di Oscar Wilde, ancora attuale, malgrado oltre un secolo di vita. Con quest’istantanea d’inchiostro, lo scrittore irlandese tratteggia la societ  globale che impacchetta tutto nella sua vera anima, il denaro. Eppure, il valore riesce a scavare le proprie trincee, difendendosi dall’assalto dei quattrini e imponendosi allo sguardo dei giovani. A fargli da sponda la volont  di chi crede nella ricchezza della cultura anche in una citt  che, ormai, allo sguardo mondiale, attraverso le riprese martellanti delle strade invase dalla spazzatura trasmesse dai media, è diventata capitale dell’emergenza rifiuti.

Un pomeriggio all’Istituto napoletano (di istruzione superiore) Mario Pagano d  l’esatta idea a chi scrive di quanta energia, preparazione e iniziativa abbiano insegnanti del Sud, nonostante la raffica di ripetuti pregiudizi e luoghi comuni.

Il recente incontro con Annamaria Bova, artista partenopea capace di regalare forti emozioni attraverso installazioni spesso costruite sulla base di materiali gi  esistenti e destinati a precedenti funzioni, da lenti per occhiali a caratteri tipografici, rappresenta il tassello di un mosaico intitolato “LE(g)ALI AL SUD, realizzato, con i fondi europei nell’ambito del Piano offerta nazionale (Pon). Per coinvolgere proprio quei ragazzi che potrebbero disertare le lezioni in classe, incrementando la cifra della dispersione scolastica.

L’artista si rivolge a una platea di adolescenti che di arte contemporanea sanno poco o nulla. Eppure, proiettando su un grande schermo le immagini delle opere, dopo essere stata presentata al giovane pubblico da Clorinda Irace, deocente d’Italiano al liceo artistico statale di Largo santi Apostoli e presidente dell’associazione TempoLibero (partner, insieme a Legambiente e alla Fondazione Plart, di questo progetto per la legalit , coordinato dalla responsabile del Pon del Pagano, Anna Di Prisco), riesce a catturare la curiosit  dei ragazzi.

“L’arte- dice Bova- pur utilizzando materiali al posto dei colori, non si staccher  mai dalla memoria”. E gli studenti raccolgono il messaggio Allora, l’arte è memoria?… Il filo conduttore si allunga nel dibattito, accompagnando lo sguardo degli studenti sui Vesuvi realizzati con occhi artificiali o ex voto d’argento e sul “Golgota”, la grande scultura esposta nella Chiesa di san Gennaro dei poveri alla Sanit , che ripercorre la sofferenza delle tre croci, sollecitando un’esclamazione collettiva “Che bello!!!”.

Girano tra le loro mani, i cataloghi di mostre d’artista, possibile fonte d’ispirazione. Perch, a conclusione delle 50 ore previste dal progetto, dovranno creare un evento, una esposizione nell’istituto, con lavori prodotti da loro stessi. Alla fine di un tragitto che passa dall’osservazione alla pratica.

Gioved 17 febbraio visiteranno il Plart di via Martucci, dopo averne gi  avuto un primo approccio a scuola, con la proiezione di oggetti di design che fanno parte della collezione del museo della plastica ideato da Maria Pia Incutti E alla fine di marzo esploreranno ( guidati da Clorinda Irace) il Madre di via Donnaregina. Mentre, con Luigi Pagano, docente di discipline pittoriche del liceo artistico statale di Napoli e tutor dell’associazione TempoLibero, impareranno a elaborare la materia in opera. E a pensare che i rifiuti, terreno di gestione della malavita organizzata, possono trasformarsi, invece, in esempi di bellezza.

Nelle foto, alcuni momenti dell’evento (scatti di Maria Volpe Prignano) e due opere di Annamaria Bova

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