Scoprire la bellezza intrinseca nelle sostanze coloranti attraverso la forza espressiva di opere in cui spazio, materia e corpo affermano la propria esistenza liberi da vincoli tecnici ed iconografici. Questi i tratti distintivi dei lavori di Shozo Shimamoto il maestro fondatore dell’arte Gutai finalmente a Bologna, in mostra fino al 17 febbraio 2011 nella suggestiva cornice della Basilica di Santo Stefano, “teatro ideale per ospitare la ritualit  che riesce a collegare l’Oriente all’Occidente”. L’esposizione, curata dall’autorevole penna di Achille Bonito Oliva, è stata organizzata dall’Associazione Shozo Shimamoto in collaborazione con Fondazione Morra e Archivio Pari&Dispari ed è inserita nell’ambito del calendario di Artefiera Off.

Le opere in mostra, frutto ovvero reperto pittorico delle performances realizzate in Italia dall’artista nel biennio 2007-2008 saranno affiancate dalla proiezione della documentazione video, con la sapiente regia di Mario Franco. Fondato nel 1954 a Osaka il gruppo Gutai, preceduto in Giappone da una fase di sperimentazione portata avanti da Shimamoto nell’immediato dopoguerra, si imposta fuori da ogni considerazione di carattere tecnico per esaltare la creativit  individuale come atto di scoperta dell’Io, in cui lo spirito umano e la materia si fondono insieme.

La sensibilit  e il profondo rispetto dei giapponesi per la materia porter  gli artisti del gruppo ad utilizzare mezzi espressivi insoliti quali carte stracciate, lenzuola, annaffiatoi, ombrelli, pattini, giocattoli, vibratori, armi da fuoco ed altro, lasciando che la materia, libera da legami strutturali, possa elevarsi ad un alto livello di spiritualit .. Figura importantissima nel gruppo è quella di Shozo Shimamoto.

La sua ricerca di originalit  e di autenticit  lo porta a realizzare un numero incredibile di "esperimenti", per ciascuno dei quali ha prodotto dozzine di opere che ha diviso in tre gruppi principali " le indegne", "le buone", "le preoccupanti" (di cui conserva solo quest’ultime). Shimamoto, colui che ha proclamato la messa al bando del pennello’ si può considerare un vero “pittore concreto” ci colui che usa il colore nelle sue fondamentali qualit  materiche.

I suoi lavori nascono da azioni realizzate con il bottle crash’, esplosioni di colori generate dal lancio di bottiglie colme di pittura sospese nel vuoto sulla tela appoggiata a terra. Egli cerca di fare quello che nessuno aveva ancora fatto, produrre un’arte mai esistita e questo lo porter , insieme agli altri esponenti del gruppo Gutai a dar luogo a mostre di pittura sperimentale ed esposizioni all’aperto, dove gli artisti realizzano diverse azioni e creano installazioni nello spazio urbano e nei parchi.

L’arte Gutai assume infatti diverse sembianze artistiche quali la pittura, il calligrafismo, la performance, opere teatrali e improvvisazioni che hanno come requisito necessario un forte coinvolgimento del pubblico e l’incessante sperimentazione dei mezzi espressivi, anticipando significativamente il movimento Fluxus, le esperienze avanguardiste occidentali degli anni Sessanta fino a influenzare l’arte moderna dell’espressionismo americano.

In foto, l’artista tra Peppe Morra e Chiessi

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