Se i media hanno fatto di Napoli un business, affamati come sono di un antimeridionalismo che va a nozze con la spazzatura marcescente per le strade, con il turismo dello sballo e le annose inefficienze amministrative, tuttavia, il rigore giornalistico imporrebbe di raccontare, ogni tanto, le iniziative di una citt  virtuosa che, pur in condizioni di difficolt , porta la speranza tra i poveri e gli esclusi. Soprattutto nei momenti bui, meritano gli onori della cronaca gli operatori che hanno il coraggio di assumersi le proprie responsabilit  nella loro dimensione personale e sociale, promuovendo inediti scenari di collaborazione che tengono accesa la fiaccola dello sviluppo e del progresso.

Era il 4 novembre 2009 quando la “Mensa della fraternit “- progetto fortemente voluto da Don Giuseppe Carmelo, parroco di Santa Lucia a Mare – muoveva i primi passi prestando servizio e assistenza ai bisognosi. “Conosciamo la storia di ciascuno dei senza fissa dimora, degli extracomunitari, degli anziani che accogliamo” spiega la responsabile Dora Zuppardi.

I cinquanta volontari non si limitano a distribuire i pasti, ma attraverso l’ascolto restituiscono agli ospiti dignit  e rispetto che l’ingiustizia e la violenza hanno negato. Per svolgere un compito cos delicato, tutti i collaboratori, prima del servizio mensa, si raccolgono in preghiera e si preparano ad incontrare Dio nel volto dell’oppresso. Grazie ad una rete di solidariet , che coinvolge gli abitanti del quartiere, a partire da Dora Vito, addetta ai primi piatti, si riesce a raggiungere il limite massimo di sessanta coperti.

“Un’attivit  non certo priva di problematiche organizzative, resa possibile dalla collaborazione di volontari esterni e interni della parrocchia continua la signora Zuppardi- ma anche di alcuni ristoratori della zona che hanno messo a disposizione, nei giorni festivi, le loro cucine”.

Grazie alla partecipazione di tanti soggetti, si è passato da tre pasti alla settimana ai cinque giorni di attivit , assicurati dalla turnazione dei volontari. Sempre presenti sono Dora Zuppardi e il suo braccio destro, Carmine Manta, che si occupa della gestione delle scorte elargite dal Banco delle opere di carit , cui la mensa è abbonata dietro il versamento di una quota. Diventa, dunque, di primaria necessit  la raccolta dei fondi attraverso vendite di beneficenza e giochi di societ . Prossimo appuntamento il 16 febbraio per un burraco della carit .

Nelle foto, la mensa e la torta per festeggiare il primo anniversario

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