Il Maschio Angioino si apre al mito e al fiabesco. Marted 24 novembre alle ore 17,30 nella Sala Carlo V di Castel Nuovo (Piazza Municipio, Napoli), l’associazione culturale “Il Corvo” di Pozzuoli, inaugura la mostra antologica “dal 1980 a oggi” della pittrice Giovanna Stefanelli degli Uberti. Intervengono Donatella Gallone e Aniello Montano. La mostra rester  aperta fino al 3 dicembre.

Giovanna Stefanelli è nata ad Amsterdam, oggi vive a Taurasi (AV). Gli esordi artistici si hanno a Napoli alla scuola d’arte, poi all’Accademia di Belle Arti arricchiti da tre anni di tirocinio presso i laboratori di restauro di Capodimonte sotto la guida di. Raffaello Causa. maestra d’arte. Ha partecipato a vari concorsi nazionali e a collettive di pittura, vincendo vari premi.

La mostra propone le opere dagli anni 1980 a oggi, con lavori inediti che rappresentano la congrua sintesi di un iter pittorico, grafico e coloristico. Il mitologico e il fiabesco sono gli elementi con i quali l’artista filtra la realt  che, in maniera incantata, la sua pittura racconta.

Nei lavori degli anni ’80 l’inquadramento tra il fattore cromatico e l’immagine è ancora dispersivo, ciascuno valica il confine concesso, infrangendo le buone regole di convivenza, il colore ha la meglio sulle figure, diviene protagonista, si dipana, si apre e si squarcia sulla tela, sar  l’unico a raccontare la storia. Negli anni successivi le linee di contorno si fanno più visibili, dettano maggiori limiti alle tonalit  cromatiche che cominciano a ritrarsi, fino ad arrivare agli ultimi lavori, in cui nulla è lasciato al caso, le linee e i colori si fondono in maniera razionale e concreta. Come è concreto il suo modo di guardare la realt  che rilegge e reinterpreta in chiave fabulesca e mitologica.

La storia è detta e narrata con una minuzia e una ricercatezza di dettagli da miniatore medievale. L’artista propone una natura onirica da paradiso terrestre, che sembra contemporaneamente rappresentare tutte le stagioni, abitata da ammantate figure della mitologia e dell’epica cavalleresca.

Scrive Montano nel testo critico del catalogo: “…Il momento culminante, apicale, dell’ascesa poetica di Giovanna Stefanelli non ha sacrificato alcun contenuto delle fasi precedenti. Ha tutto recuperato e trasfigurato a un livello espressivo più alto…” e poi continua “…Non importa abbellire semplicemente la forma organica. Interessa comunicare le emozioni, le tensioni profonde, le linee portanti della sua memoria ancestrale, il sentimento profondo del legame inestricabile che unisce l’uomo alla natura e alla storia…”.

Nelle foto, alcune opere dell’artista

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