Il passato e le sue tracce visibili, che non cancellano la memoria storica. E un gioiello dell’architettura razionalistica del secolo scorso recuperato al suo splendore. Sono tanti gli italiani che vivono in ex case del fascio o le frequentano nelle loro attuali destinazioni o ci passano davanti quotidianamente, ma probabilmente pochi di loro sanno che cosa erano un tempo.
Dalle grandi citt  ai piccoli centri rurali, questo tipo di costruzione era diffusa capillarmente nel nostro paese. Si calcola che nel ventennio fascista furono realizzate circa cinquemila case del fascio, che costituirono un elemento costante nel panorama architettonico italiano, destinato poi a mimetizzarsi nel nuovo tessuto urbanistico, a causa di trasformazioni successive, adattamenti e cambi di destinazione. Le case del fascio furono, in campo architettonico, l’espressione diretta del regime mussoliniano. Le strutture servivano per accogliere la sezione politica del partito fascista, ma soprattutto per fornire ai cittadini una serie di servizi uffici, svago e ristoro, educazione fisica e culturale. Una delle finalit  proprie delle case del fascio era la propaganda politica del regime, inoltre l’architettura dell’edificio doveva armonizzarsi con la piazza adiacente e rivelare, attraverso le sue forme vigorose, l’austerit  della funzione cui era destinato.
Lo scorso 12 dicembre è stata riaperta al pubblico, dopo importanti lavori di restauro, la ex casa del fascio di Caserta, ubicata in piazza Matteotti. Costruito nel 1937, l’edificio fu progettato dall’ingegnere Campopiano, inizialmente per ospitare la confederazione fascista dei lavoratori dell’agricoltura. Successivamente fu destinato a casa del fascio ma, dati gli eventi bellici, non fu mai utilizzato a tale scopo e nel corso dei decenni la costruzione è stata sede di varie associazioni ed enti.
Il progetto di restauro è stato curato dall’architetto casertano Raffaele Cutillo, docente universitario di estetica e professionista particolarmente attento alle problematiche urbanistiche del territorio della sua citt . Cutillo ha scelto di procedere ad un recupero filologico della parte esterna della struttura, restituendo quella che era l’immagine originaria, optando invece per un lavoro maggiormente innovativo e radicale negli interni dell’edificio. Il tema portante del progetto è basato sulla leggerezza dell’interno e sulla luminosit  degli spazi. Dopo l’intervento di restauro, l’edificio è ora completamente invaso dalla luce, grazie ad un gioco con le trasparenze dei vetri opachi che filtrano i raggi del sole all’interno della struttura. E trasmettono un senso di purezza classica delle proporzioni. Il colore dominante gli interni è il bianco, i materiali eterei e l’arredamento essenziale richiamano uno stile tipico degli anni trenta e quaranta.
Al piano terra è situata una sala open space, uno spazio destinato ad ospitare eventi e congressi, dove il pubblico trover  un angolo caffè, un ristorante e un centro benessere. Sempre al piano terra, per l’occasione è stata allestita una mostra, aperta gratuitamente al pubblico dall’11 dicembre 2008 fino al 28 febbraio 2009 e visitabile dal luned al sabato (orari 10-13/ 17-19), dal titolo "L’ex casa del fascio di Caserta, cronaca di un cantiere in avanzamento", i cui materiali sono stati raccolti in un omonimo volume edito da Electa Mondadori.
L’esposizione raccoglie i disegni originali e i modelli di progetto dello studio di Raffaele Cutillo e diciannove fotografie sia in bianco e nero che a colori, realizzate da Luigi Spina, che ritraggono il susseguirsi delle fasi del lavoro di recupero. L’idea della mostra è incentrata sulla “conversazione per immagini” tra architettura e fotografia. I disegni tecnici e gli schizzi procedono di pari passo e, in alcuni casi, si sovrappongono alle fotografie. Si mostrano al pubblico le fasi mancate del progetto, che non hanno visto la luce ma che restano importanti indicazioni per comprendere il progetto nella sua completezza. Un video, realizzato da Monica Romano, completa la cronaca di questo straordinario recupero architettonico.

Nella foto sopra, l’ex casa del fascio. In basso, l’interno

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