Chiudi gli occhi, scritto e diretto da Patrizia Zappa Mulas con Fabio Bussotti, Elia Schilton, Luciano Virgilio e la Zappa, è stato in scena al Nuovo nella recente programmazione di Napoli Teatro Festival Italia. La Zappa propone il dramma di Ameneh Bahrami, ventiseienne universitaria di ingegneria a Teheran, oggetto di attenzioni amorose da parte di Majid Mohavedi, che al suo rifiuto di essere sua sposa diviene cieca e sfigurata in viso con acido solforico lanciato dallo zotico pretendente. Zotico, non perch contadino, ma pur studente è privo di cultura e di ogni forma di rispetto per altri.
Lei si trasferisce a Barcellona per tentare di recuperare la vista e agisce legalmente, appellandosi alla Shari’a, contro il suo aggressore che viene chiuso in carcere in attesa di giudizio. La legge islamica prevede la punizione “occhio per occhio”. La vittima ottiene il diritto di versare 40 gocce dello stesso acido negli occhi del suo aggressore. La legge sacra considera il valore della donna pari alla met  di un uomo. La difesa tenta una forte riduzione della pena in una sola goccia in un solo occhio.
Il dramma di Ameneh, dal novembre del 2004 al 14 maggio del 2011, giorno di esecuzione della sentenza, coinvolge l’opinione pubblica perch una donna ha la forza di ribellarsi e far condannare chi le ha usato violenza, per la barbara condanna, per non avere sentito una parola di pentimento da Majid che, anzi, si ritiene vittima di imperdonabili offese avute da una donna al suo orgoglio di maschio.

In scena si raccontano gli ultimi tentativi di annullare la pena da parte di Xavier, presidente di una Associazione contro simili pene, da Annie e suo marito Abu, penalista francese musulmano.
Si immagina uno spettacolo colto e drammatico.La scenografia di Francesco Zito ha orologio funzionante al centro che dimostra la lotta contro il tempo per presentare all’ONU domanda di clemenza, colonne di sedie impilate usati come mobiletti con bottiglie e una macchinetta da caffè. Arriva dal fondo della sala Abu con pacchi ed enormi valigie. Cade goffamente prima di salire sul palco.
Le sedie vengono spostate freneticamente spesso e poi usate come birilli o piatti che si lanciano Xavier e Abu impegnati per 50 minuti in dialoghi colmi di ripetizioni, incessanti squilli di citofono ad un portone, lanci di arance, salti sulle sedie, si agitano, si gettano per terra, saltellano.
I due attori, apparentemente bravi, diventano giocolieri e clown ma non fanno ridere. Appare in scena Zappa che mostra di non essere brava nel ruolo che si è data. Entra l’oculista che ha curato Ameneh e visita gli occhi di Zappa stesa seducente a bordo palco. Non diagnostica ma sussurra parole di vecchi amanti anni ’50. Finale drammatico con scena da fotoromanzo. Timidi applausi da pochi e fuga precipitosa di tutti verso l’uscita per dimenticare subito lo spettacolo.

Per saperne di più
www.napoliteatrofestival.it

Nella foto di Giusva Cennamo un momento dello spettacolo

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