“Il treno corre veloce nella notte di pece; dirada il mondo oltre gli alberi e avrei voglia di confondere il tuo sudore col mio. Perso e disperso risistemo pensieri stracciati, ricordi sbiaditi, pronto però ad aggrapparmi a un miracolo di carezze, anche in affitto…Saprò mai scendere a patti con l’insana malattia del vivere? “In queste intense parole di amore e di dolore, uno squarcio sul mondo del poeta Antonio Veneziani, ad aprire il suo libro,”Fototessere del delirio urbano”. Edizioni Hacca (casa editrice che aderisce alla campagna di Greenpeace “libri amici delle foreste”. pagg.128, euro12). Brividi di solitudine e passione, si mischiano con l’intenso profumo o tanfo d’indifferenza che si diffonde tra queste pagine dirottate ai margini della vita “un giorno si era affacciato sulle scale,…urlando che l’aiutassero, altrimenti sarebbe morto d’amore “molte serrature scattarono. Vari televisori furono accesi a tradimento…Il palazzo sembrava non avere vita, non c’erano rumori; l’aria era carica di polvere” che si respira nei paesaggi metropolitani. Nell’ interminabile scenario notturno, luci e ombre si rincorrono nei circa quaranta scatti in bianco e nero di Riccardo Bergamini fermati sull’autore accanto ai brevi racconti, a rafforzare l’unione tra il bene e il male fino all’ultima posa, in cui di spalle al mondo,Veneziani mostra una maschera, che, allo stesso tempo, confonde e nasconde. “Che enorme bugia è il mondo”, la notte il luogo ideale per trattenerla, in piccoli spazi d’amore “il cielo non era lungo e largo più di un metro”. In un tempo imperfetto che mostra tutta “la miseria e la sporcizia perfetta”, Veneziani racconta Roma, come una citt  nordafricana, e come tutte le citt  deliranti di solitudine e bellezza, travestite d’amore odio e trasgressione. Il poeta, artista piacentino, romano d’adozione, si racconta nell’intervista di seguito….

Napoli, grandiosa miscela vitale

Delirio urbano in qualunque citt ?
Il delirio urbano è tipico di ogni metropoli, ma direi, negli ultimi tempi, di ogni citt  che si rispetti. Napoli è un bell’esempio di quello che personalmente intendo per delirio urbano. Insomma, alto e basso messi insieme, popolare ed litario che si mischiano in continuazione, bene e male che si inseguono. Una miscela vitalmente grandiosa.

“Gomorra” ha lacerato Napoli. Ha mai pensato Napoli come scenario di un inferno o paradiso urbano nella sua scrittura?

“Napoli è stata descritta benissimo da Ermanno Rea, Anna Maria Ortese, Raffaele La Capria, Peppino Patroni Grifi, Erri De Luca, Valeria Parrella… Per non parlare della Capacchione e Saviano, ma vorrei ricordare anche un bel libro sul contrabbando di sigarette di Donatella Gallone. Sicuramente ho dimenticato molti scrittori. Mi piacerebbe avere come scenario Napoli, ma forse risulterei turistico e questo non mi va. I miei dieci affezionati lettori non se lo meritano, e neppure io”.

L’idea di pubblicare nuovamente questo libro?

“Mancava da anni. L’idea è delle Edizioni Hacca, e personalmente l’ho accolta con grande piacere. Non ho cambiato, ho aggiunto solo quattro pezzi in poesia, tre cartoline e una nuova introduzione di un giovane scrittore e critico, Andrea Caterini”.
In Italia il sesso non fa notizia, non fa scandalo, nonostante il Vaticano, cosa ne pensa di questo paradosso?

“Ormai non fa più notizia niente, è tutto, o quasi, un “Grande Fratello”. Secondo me però presto far  notizia la poesia vera; allora scrittori e lettori preparatevi perch i cuori scoppieranno e il sangue coler “.

Tra queste pagine che posto ha l’amore?

” Essendo un sentimento forte, nel mio lavoro è sempre fondamentale”.

La solitudine ?
“La solitudine mi piace, è uno dei dati fondanti dell’esistenza, in particolare per un poeta”

L’insofferenza?
“Con l’et  sono insofferente a tutto, compresa la vita, che però non so recidere”.

La trasgressione?

“Trasgredire è l’unica gioia che mi concedo ancora, in un piatto, spesso melenso gioco al massacro. Certo, devo anche aggiungere che oggi la trasgressione è assai cambiata, basta però prenderla dal lato giusto”.

Carte stradali dedicate, che significato hanno?

“Che senza alcuni amici, amori, episodi, sogni, sudori, lettori, queste carte stradali e dunque anche le parole del libro, non ci sarebbero”.

Tante foto che la ritraggono…

“Le foto di Riccardo Bergamini riproducono un clima, ritrovano luoghi fisici e mentali, trent’anni dopo, e sono frutto di una grande empatia tra lui e me. Vogliono essere ironiche, melanconiche, mai narcisistiche, spero”.

Prossimi progetti?

“Per allontanare la morte e per dribblarla. Ne ho in abbondanza, ne segnalo alcuni. Ripubblicherò I Mignotti con interviste completamente nuove. Sono tornato a teatro, e dopo La carta gialla a New York, sar  in scena Cerimonia privata. Sto lavorando con Fabio Massimo Lozzi a due film e soprattutto a settembre, per C            6       oniglio Editore, uscir  Brown Sugar, con venti nuove poesie, e poi chiss  che non venga avviata la pratica per farmi Cavaliere del Lavoro, me lo merito, no?”

Nella foto, Antonio Veneziani

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