Salvatore Vollaro, 27 anni nato e cresciuto a Scampia; un quartiere che lui stesso definisce “della malavita, della droga e della delinquenza”. Salvatore ha sempre respinto questi aspetti sopratutto per far emergere i valori e principi ereditati dalla madre. Oggi a 27 anni il giovane Vollaro vuole far riscattare l’onore e l’immagine del suo quartiere, cercando di dare una visione delle persone e della vita diversa da quello che si sente e si vede dalla televisione. Questa voglia di riscatto non solo si avverte dai suoi racconti, ma anche dalle manifestazioni teatrali che Salvatore porta in scena con la sua compagnia teatrale “L’altra Scampia”.

Come nasce “L’altra Scampia”?
“Ho sempre avuto una gran passione per il canto e il teatro. Con un amico ho partecipato
al coro parrocchiale della mia chiesa di appartenenza, Santa Maria Maddalena. Nel 2004 siamo riusciti, grazie all’aiuto di Guido e Anna Bonetti, a mettere in piedi questa piccola compagnia teatrale. Il primo spettacolo è stato “Scugnizzi” di Sal Da Vinci, che ci ha permesso di raccogliere fondi per la ristrutturazione della nostra parrocchia che da 27 anni era allocata in un prefabbricato. Abbiamo appena terminato la rappresentazione di Madre Teresa di Calcutta; portato in tutte le parrocchie e associazioni della Campania riscuotendo grande successo”.

E per il futuro?
“Nel futuro saremo impegnati con un musical sulla vita di San Francesco e porteremo di nuovo in scena “Scugnizzi”. Quando l’abbiamo rappresentato eravamo tutti più piccoli e con poca esperienza. Negli anni siamo cresciuti, abbiamo imparato ed è giusto che il nostro primo spettacolo venga rivisitato e aggiornato”.

Insomma un impegno, seppur amatoriale, è stato tanto apprezzato dal pubblico.
“Siamo davvero contenti del successo e degli apprezzamenti ricevuti. Ma anche in quest’ottica prevale l’immagine del nostro quartiere. Tanta meraviglia, poich non pensano che a Scampia crescono persone come noi. invece donne, uomini, ragazzi e bambini, vivono nella legalit  e nel rispetto degli altri”.

Scampia, insomma, un quartiere ormai marchiato a fuoco come simbolo della malavita. Ma raccontaci la tua Scampia.
“Per me è un quartiere come un altro: le persone che ci vivono hanno saldi e buoni principi. Cittadini che sanno aiutare il prossimo quando è in difficolt . un quartiere vivo, dove si vive anche benissimo. I problemi sono l’ignoranza e la povert , che ti portano il più delle volte a fare scelte sbagliate e imboccare strade difficili. Anche per me ci sono stati periodi non molto semplici, periodi in cui i soldi mancavano, ma nonostante le difficolt  di questi momenti, sono riuscito a far emergere l’onest  e la semplicit  senza farmi coinvolgere in giri sporchi”.

La tua forza è quella che ti contraddistingue dai tuoi coetanei che invece imboccano la strada della illegalit ?
“Io non mi ritengo forte, cerco solo di vivere la vita nel migliore dei modi, senza farmi influenzare da niente e nessuno. Sembra paradossale ma ci sono stati dei ragazzi di Roma che sono venuti nella mia parrocchia a lavorare come animatori. Alla fine del loro compito non riuscivano a distaccarsi più dalla gente e dal nostro quartiere. Di sicuro è una dimostrazione di come Scampia non è solo droga, malavita e denaro sporco; ma un posto dove le persone possono riuscire a costruirsi una vita, una bella vita”.

Info
compagnialaltrascampia.spaces.live.com

Nelle foto, alcuni momenti di uno spettacolo della compagnia
Annamaria Gargani

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