Sarah Elliot, la giovane fotografa californiana presente al World Presso Photo organizzato a Napoli (al Pan, fino al 4 gennaio) conclude il suo excursus nell’universo femminile con il dramma libico.
Tutte le immagini diffuse nel resto del mondo sui conflitti libici, hanno avuto sempre come protagonisti gli uomini.
Sarah ha voluto rappresentare la rivoluzione dal punto di vista delle donne, mostrarne la loro coscienza politica ed il lavoro svolto dalle stesse per gli uomini, ma restando dietro le quinte.
“Inizialmente non sapevo cosa e come cercare, -spiega- ma dopo due/tre giorni di permanenza trovai i ribelli ma delle donne nessuna traccia.
Poi capii che erano negli ospedali per fare assistenza ai feriti durante i conflitti.
Prima che i ribelli entrassero a Tripoli, era impossibile parlare o anche avvicinarsi alle donne a causa delle dure leggi dettate da Gheddafi”.
Dichiara una donna musulmana alla giovane fotografa “per le donne libiche, la rivoluzione è stata una vera e propria svolta per essere integrate al gruppo, una grande occasione per far sentire finalmente anche la nostra voce”.
E poi continua- “Creiamo arte, dipingiamo e contribuiamo alla rivolta.
Abbiamo raccolto fondi per l’acquisto delle armi e abbiamo fondato un movimento di sole donne di volontari per l’ospedale”.
Sarah aggiunge che il loro contributo per la rivolta è stato fondamentale e poi ci lascia con un quesito
Quale sar  lo status delle donne adesso?
I loro diritti li avranno guadagnati o li perderanno ancora?
(5. continua)

In foto, Sarah mostra uno scorcio della realt  libica al femminile

Per saperne di più
www.worldpressphoto.it

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