Qui sopra, la copertina. In alto, l’ Ermitage:
la vera ideatrice del museo fu Caterina la Grande,
foto di Jeremy Zhu da Pixabay
 

Una biografia romanzata è una gran bella cosa, si entra nella vita delle persone seguendone lo svolgimento con fluidità, tutte le pause, i ritorni a capo e le parti noiose e routinarie sono spazzate via, tutti i tempi morti cancellati. Caterina II di Russia fu donna di carattere dalla personalità strutturata, l’appellativo di Grande ci sta tutto.
Fu imperatrice per trentaquattro anni (1729-1796), il regno più lungo nella storia del luogo dove, instancabile, cambiò le cose. Prussiana di nascita e battezzata con il nome di Sofia visse la sua infanzia in periferia all’ombra di una madre ambiziosa – una principessa tedesca – e di un padre militare cui si sentiva legata.
La madre compì nei suoi confronti una costante azione demolitrice minandone in profondità l’autostima, le ripeteva quanto fosse brutta e inutile alla famiglia in quanto femmina, lesinandole affetto, attenzioni e interesse. Prima di cinque figli avrebbe dovuto assolvere al suo dovere andando in sposa a un buon partito ma le fu instillata l’idea che non fosse abbastanza attraente da suscitare l’interesse di nessuno.
Goffa, sgraziata e poco incline alla conversazione brillante era la versione di sé che sua madre l’aveva convinta a introiettare. Fino a quando il destino non bussò alla sua porta. Accadde quando la zarina Elisabetta I si mise alla ricerca di una consorte per il nipote ed erede al trono Pietro III, il nipote di Pietro il Grande.
Una volta scelta come sposa Sofia cambierà nome, religione e cultura abbracciando in toto un modo di essere, quello del popolo russo. La vita matrimoniale sarà diversa da come la aveva immaginata, la maternità differente da quella di cui aveva esperienza e gli intrighi, le trame e le alleanze di corte diventeranno il suo pane quotidiano aiutandola a comprendere i meccanismi di governo e a prepararsi per il futuro.
Affinerà la virtù della pazienza comportandosi come le veniva richiesto in attesa che arrivi il suo turno di decidere. Impara ad apprezzare il lusso e la bellezza accettandone il prezzo mentre la sua bellezza sboccia svestendosi di ogni presunta goffaggine e mancanza di attrattive. In questo volume – cui segue il già pubblicato L’imperatrice illuminata – viviamo la prima parte della vita della protagonista per arrivare al momento topico, quello in cui Caterina deve giocare la sua partita: la morte di Elisabetta I e la successione al trono.
Le pagine ci consegnano il ritratto a tutto tondo di una donna, con la sua forza e le sue debolezze, impegnata a sopravvivere in un ambiente in cui le regole possono mutare repentinamente e gli scenari volgere dal bello al brutto nell’arco di una notte.
Il contesto in cui si snoda la trama è quello delle corti europee del Settecento, lo scacchiere internazionale e le vicende di un paese dal territorio tanto esteso quanto arretrato caratterizzato da un clima, per buona parte dell’anno, rigido quando non ostile.
La moda, gli usi, gli intrattenimenti e l’atmosfera di un periodo storico si intrecciano con le scelte di Caterina e la vivacità intellettuale che la spinse ad avviare rapporti epistolari con i grandi pensatori, filosofi, politici, diplomatici e regnanti del suo tempo.
Lettrice onnivora seguiva con attenzione l’evoluzione del pensiero europeo comparandolo con la realtà russa per trarne spunti di concreta modernizzazione. Investiva il tempo in un processo di apprendimento finalizzato ad essere una utile palestra per l’arte del governo e della politica.
Il rapporto con gli uomini, per alcuni risultato di una infanzia e adolescenza anaffettiva, si ispira allo schema di colei che l’aveva preceduta sul trono, assolve al dovere di perpetuare la linea dinastica ma non soccombe a un matrimonio infelice e una maternità negata, cerca amore, affetto, affinità elettive e compagnia. Pietro lo conosciamo come uomo rude e dagli interessi diversi dai suoi, afflitto da umore instabile, salute cagionevole e profondo rancore. Caterina fu donna volitiva, determinata, coraggiosa e intraprendente.
©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Susan Hastings,
Caterina – una principessa tra amore e potere,
Piemme
pag 494 euro15,90

L’AUTRICE
Susan Hastings è uno pseudonimo. L’autrice è nata a Lipsia nel 1954 e da molti anni scrive romanzi storici di successo in Germania. Laureata in geologia dopo aver lavorato nel settore ha scelto di seguire la passione per la narrativa.


La vera ideatrice del Museo Ermitage (in alto) fu Caterina la Grande, foto di Jeremy Zhu da Pixabay 

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