La vita è adesso... e ti domandi certo chi sei tu… Non sono solo canzonette. Questa traccia di un celebre brano firmato da Claudio Baglioni indica una strada, quella dell’autoconoscenza, la stessa che guida Piera Russo (foto) sul palco nel monologo “Respiro piano” presentato già al Campania Teatro Festival qualche anno fa.
La giovane attrice, che ha realizzato la drammaturgia insieme con Nicola Maiello, riempie il palco di memorie alla scoperta di sé stessa, della sua forza, della sua capacità di confrontarsi con il passato per camminare nel presente e lanciarsi nell’avvenire.
«Prego, entrate, vi dico io cosa portare via. Anche se io credo che non si possa recuperare proprio niente perché è tutta roba vecchia. La casa è molto vecchia, l’ho ereditata dalla mia famiglia, ci sono nata qui… c’è tutta la mia infanzia…».
La voce di Matilde è gentile e un po’ esitante. La ascoltiamo al teatro Sannazaro di Napoli, nel cuore di Chiaia, dove ha proposto lo spettacolo per tre giorni nella cornice dell’iniziativa  “Prime di settimana”, rassegna nata in collaborazione con la compagnia Teen Theatre, dedicata a energie teatrali emergenti.
Il pubblico la segue, attento, in questo percorso a ritroso nel tempo, quando è una bambina in un paese dove il suo nucleo familiare è molto conosciuto per l’azienda che possiede. Il cognome Capasso deve essere al riparo da pettegolezzi, a imposte chiuse perché dalle finestre non deve trapelare nulla.
Il passaggio dall’italiano al dialetto campano è naturale, senza forzature. Dopo essersi rivolta ai trasportatori che hanno il compito di svuotare gli impolverati spazi casalinghi, la giovane donna scende nell’abisso della propria anima e ci fa ascoltare i rumori di quegli anni lontani.
Mostra gli oggetti che li rappresentano, la macchina per cucire della nonna che dall’abito da sposa della mamma confeziona quello per la prima comunione di Matilde. Poi, il grammofono del nonno che è severamente vietato dal padre: lui rimprovera sempre severamente la figlia, mentre la secondogenita, Annarella, è la preferita.
Schiaffoni per un nonnulla, il silenzio della mamma che pulisce, pulisce, pulisce, facendo finta di non vedere quanto sia manesco il marito. E, tra i ricordi, s’intrufola quello dello zio che le regala giocattoli, bello, solare, rassicurante. In realtà, non è un parente. Invece, forse lo è, un congiunto strettissimo…
E allora il dolore si manifesta per quello è: lui e la mamma hanno ballato nella vita generando dall’amore lo scarto rappresentato da Matilde. Ma non si deve sapere… Un segreto sfruttato dal papà anagrafico che la raggiunge fin nell’armadio dove lei si nasconde, respirando piano per non farsi scorgere dal predatore familiare.
Io non sono niente per te: la finta paternità finalmente svelata perché l’uomo irreprensibile deve giustificare quell’atto di innocenza violata. La musica accompagna come un’amica Matilde in questo sofferto passaggio attraverso le proprie origini.
Ma alla fine se ne libera e chiude tutto nell’armadio. Sì, dice agli operai che si occupano dello sgombero, potete portarlo via. E dal vuoto nasce un’identità libera da ogni macigno.
Piera Russo interpreta con profondità la voglia di vivere che esprime nella leggerezza dei suoi movimenti. Evocando un dramma che continua a serpeggiare inesorabile nel misterioso labirinto della nostra “evoluta” società. Dalla fine degli anni cinquanta del secolo scorso a oggi sono cambiate le modalità, ma la sostanza resta intatta. E il suo è un grido contro, per fermare la continua irresistibile tentazione di calpestare la femminilità.


Per saperne di più
https://www.facebook.com/pierakim/
Lo spettacolo è un progetto Emotiva con il sostegno di Teatro Segreto, le musiche sono di Frankie Broccoli e Francesco Granatello, la scenografia di Rossella Pugliese – laboratorio scenografico Alovisi, il disegno luci di Marco Ghidelli. L’aiuto regia è di Carolina Romano, con la collaborazione artistica di Elena Starace.


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