Rossella Pezzino de Geronimo racconta la sua coraggiosa e movimentata esistenza nell’opera “Le stanze in fiore” (Calibano editore), invitandoci a vivere la vita fino in fondo; è una storia di rinascita e di consapevolezza, narrata da una donna che, arrivata a settantacinque anni, si è guardata indietro e ha osservato con orgoglio l’avventura che ha vissuto senza paure, e con sempre la voglia di spingere i suoi limiti un po’ più in avanti.
L’opera si snoda su due percorsi paralleli: da una parte l’autrice parla del suo vissuto e dall’altra racconta dell’ideazione e della realizzazione del suo giardino emozionale a Canalicchio (Catania), che si intreccia con la sua storia perché è diventato una metafora del suo percorso di crescita personale e di trasformazione interiore.
Il giardino, con la sua bellezza e con la sua semplicità, ha dato l’occasione all’autrice di immergersi in sé stessa e di riappacificarsi con i suoi dolori e con le sue perdite; nel corso della narrazione scopriamo gli aspetti più duri della sua vita, osservando come ella abbia reagito: la realizzazione di questo giardino, chiamato Le Stanze in Fiore proprio come il libro, è stato uno dei suoi tentativi più riusciti di combattere la sofferenza.
L’autrice ha anche viaggiato in lungo e in largo per il globo, ha affrontato sfide entusiasmanti come la maratona di New York e l’attraversata a nuoto dello stretto di Messina, e ha amato senza riserve. L’amore l’ha anche portata a creare il giardino Le stanze in fiore, che a oggi è aperto al pubblico in determinate occasioni: 7 ettari di colori splendenti e di meraviglie naturali, e ricchi di simbologie; un vero e proprio percorso iniziatico tra mille specie di rare piante tropicali e sub tropicali, sculture contemporanee e una rappresentazione ornamentale dei quattro elementi.
All’interno del giardino vi sono diversi spazi, sviluppati per aree tematiche e geografiche: si trova un giardino birmano, un giardino cinese che ospita otto laghetti comunicanti e infine uno a connotazione mistica, in cui si affronta un cammino sensoriale – «Il giardino dell’altrove e della rinascita, simbolico e immaginifico, si apre con un corso d’acqua attraversando il quale ci si purifica.
Il passaggio non è facile, si è costretti a saltellare su piccole isole di pietra lavica sconnesse ed è posto al centro di una nuvola bianca e nera, a simboleggiare lo yin e lo yang, ovvero la complementarità tra luce e buio. Al termine del percorso, si trova una grande scultura circolare che raffigura l’uroboro: il serpente che si morde la coda, simbolo di morte e rinascita». (Arturo Pessi)
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