Romanzo/ “Oltre l’ombra dei colori” di Carlo Morriello: una storia di inganni e crudeltà sullo sfondo di una Napoli d’altri tempi

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Il romanzo “Oltre l’ombra dei colori” di Carlo Morriello è ambientato a Napoli nel 1892 e ha come protagonista Michele Castaldo, un giovane pittore che ha deciso di fare dell’arte la sua vita nel momento in cui, a dodici anni, i suoi occhi hanno incontrato il volto di una donna dipinta da un artista abbastanza noto, Antonio Abbati.
Quel quadro ha instillato in lui il desiderio viscerale di dipingere, e quel pittore è diventato una grande fonte di ispirazione: «Mi convinsi che quella tela fosse stata realizzata solo per me. Ogni giorno mi fermavo a contemplarla e con la mente ne rubavo un piccolo particolare. Quando ero sicuro di averlo memorizzato per bene, mi precipitavo a casa e nella mia stanzetta, senza farmi scoprire da mia madre, aggiungevo via via quel tassello di paradiso agli altri già disegnati sul migliore dei miei fogli. Senza conoscere alcunché di luci, ombre, chiaroscuri o proporzioni, con una semplice matita ricomposi il ritratto».
Col tempo, Michele scopre il nome di quella donna, un’aristocratica inglese che era giunta a Napoli per un breve periodo di riposo; per lui è impossibile rintracciarla e il quadro purtroppo viene venduto, ma continua comunque a custodire ben impresso nella mente quel volto angelico.
Trascorrono gli anni, durante i quali Michele cerca di trovare l’occasione per sfondare nell’arte, inutilmente; finché la priora del monastero dove sua madre, morta tragicamente tre giorni prima, aveva trascorso le ultime fasi della sua malattia, gli propone una commissione che potrebbe far accrescere la sua notorietà, e fargli guadagnare più stima tra i mecenati napoletani.
L’arcivescovo di Napoli, nel visitare il monastero, aveva osservato una parete spoglia nella saletta attigua alla sagrestia e aveva avuto una visione che lo aveva folgorato: un Cristo, misericordioso e in trono, tra san Francesco e santa Chiara. Michele viene scelto per affrescare quella precisa visione, in un luogo che, però, è considerato da tutti maledetto: un artista aveva infatti già provato a eseguire un affresco su quella parete ma era diventato pazzo durante il processo; quel pittore era proprio Antonio Abbati.
Carlo Morriello (napoletano ma vive a Castelfranco Veneto), ci conduce in una storia che intreccia arte, mistero e superstizione per narrare delle esperienze di Michele prima in quel monastero e poi in un palazzo in cui verrà chiamato a eseguire un altro affresco che, ben presto, rivelerà inimmaginabili connessioni sia con la storia di Abbati che con la stessa vita del protagonista. In un crescendo di tensione e di follia, si scoprirà un passato di inganni e crudeltà, che arriveranno a stravolgere ogni certezza di Michele. (Licia Tansi)
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