Continuano le incursioni di Francesca Panico nell’arte dell’Ottocento, appuntamenti mensili con la rubrica "Dialoghi d’arte", realizzata in collaborazione con l’Archivio Mediterranea.

La Scuola di Resina rappresenta una delle pagine più liete della favolosa stagione pittorica dell’ 800 napoletano. All’ombra del Vesuvio, nella seconda met  del secolo, ebbe luogo a Resina un sodalizio artistico durato circa un ventennio che diede corpo alla cosiddetta “Scuola di Portici” o di Resina, poi battezzata ironicamente dal Morelli “durante il più aspro periodo della nobile battaglia artistica”, come “Repubblica di Portici”.
DE GREGORIO, EX GARIBALDINO E PITTORE

Nonostante la critica abbia sempre vagheggiato nel determinare in maniera circoscritta il periodo di sviluppo di tale movimento, il fenomeno prende avvio intorno agli anni ’50 dell’ 800 a partire da Consalvo Carelli, antesignano inconsapevole del gruppo, per seguire un suo percorso con Marco De Gregorio, Federico Rossano e il pugliese Giuseppe de Nittis. Associato al consesso fu anche il toscano Cecioni allora vincitore del concorso per il pensionato a Napoli per la scultura. Il temperamento passionale di Marco de Gregorio, ex garibaldino intransigente e cocciuto, è la vera anima fondatrice del gruppo. Nel suo studio presso l’antica residenza borbonica della Reggia di Portici fu raggiunto nel 1858 dal Rossano, il carattere mite del gruppo, poi dall’entusiasta e scapestrato Giuseppe De Nittis, appena cacciato per motivi disciplinari dall’Istituto di Belle Arti ed infine dal Cecioni. A loro si aggiunsero ben presto diversi seguaci come Antonino Leto, Raffaele Belliazzi, Alceste Campriani e Giovan Battista Filosa. Si considerano affiliati al gruppo anche Francesco Netti, Achille Vertunni, Francesco Lo Iacono, Edoardo Dal Bono, Michele Tedesco, Camillo Amato, Giuseppe Abbati, Nicola Palizzi ed Enrico Gaeta.
OPPOSIZIONE AL ROMANTICISMO DI MORELLI

La Scuola di Resina fu accompagnata da un’aspra opposizione contro il dilagante "storicismo romantico" di Domenico Morelli. I Porticesi bandirono dal loro repertorio tutti i soggetti storico-letterari e le scene di genere, scelsero di dipingere la natura del circondario di Napoli e del Sud e proclamarono una pittura rigorosamente eseguita en plein air. Diego Martelli nel suo giudizio sulla Scuola di Resina fa notare che i quattro membri fondatori avevano costituito "una camerata di radicali in arte", che non riconoscevano "nessuna autorit " e disprezzavano "tutto quanto poteva procurar loro benessere, con le concessioni fatte alla moda"."Radicale" in arte e in politica.
LA TERRA DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA
Lo spirito della Scuola di Resina emerge appieno in alcuni dipinti, eseguiti negli anni centrali del movimento. Comuni a queste opere sono la visione nitida dell’immagine, la luce limpida e tersa che crea un’atmosfera di sospensione. I soggetti del paesaggio sono prevalentemente rurali; i paesisti “scrutano la terra del Mezzogiorno d’Italia, ritraendo una realt  povera e semplice, fatta di strade di campagna assolate con edifici rustici che segnano il tracciato di una conformazione suburbana tipica di molti centri dell’Italia meridionale”. Cecioni era portatore della teoria della pittura per macchie e tocchi di pennello, modus operandi che egli giudicava esclusivamente toscano e che invece aveva radici anche partenopee risalendo in parte a Palizzi e al Gigante e che trovo a Napoli due interpreti come il De Nittis e De Gregorio.
I MACCHIAIOLI MERIDIONALI
Cos si formò a Napoli un vero e proprio gruppo di macchiaioli meridionali che intrecciò rapporti di amicizia coi macchiaioli fiorentini. Le due compagnie ebbero delle influenze reciproche è evidente, infatti, nei napoletani l’influsso dei macchiaioli toscani come nel Signorini si palesa l’influsso del De Nitts. Intorno al 1870 il gruppo della Repubblica di Portici acquista una certa notoriet  grazie all’apporto del commerciante Goupil che divenne il finanziatore di de Nittis, Rossano e de Gregorio. Dopo un periodo di splendore che va dal ’59 al ’73 il gruppo lentamente si sfaldò nel 1875 muore Marco de Gregorio e con lui si spegne la voce più intransigente e combattiva della “Scuola di Resina”.

L’EVENTO/LA MOSTRA AL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA

La prestigiosa sede della Galleria Moderna del Pio Monte della Misericordia ospita una mostra dal titolo “La Scuola di Resina, nella collezione della Provincia di Napoli e da Raccolte pubbliche e private”. L’esposizione è aperta al pubblico fino al 30 giugno 2013 ed è in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il PSAE e per il Polo Museale Napoletano, e la Provincia di Napoli, dalla cui collezione saranno selezionati ed esposti numerosi capolavori, alcuni dei quali inediti. La mostra è posta all’interno del percorso di visita al Pio Monte della Misericordia, con la Chiesa e l’appartamento storico della Quadreria che custodisco            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBno una delle più importanti raccolte private italiane aperte al pubblico.

Galleria Moderna del Pio Monte della Misericordia
Via dei tribunali 253 80139, Napoli
Orario luned-venerd, ore 9.00-14.00
mercoled chiuso
Info e contatti 081 446944/ 081 446973

www.piomontedellamisericordia.it

Nelle foto, dipinti della Scuola di Resina

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www.youtube.com/watch?v=xNwy9qijSJ8&feature=share&list=UUgPm_W58C1kQWqiUJ4a66hQ

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