La storia si ripete sempre. Questa volta però non c’è nemmeno bisogno di scomodare Croce o Marx: Dai più sconosciuti blog amatoriali fino ai media globali si è potuto subito vedere, ascoltare, perecepire. la crisi di Napoli divenuta in breve per una sorta di “trasfigurazione mediatica. La pesante ricaduta sul “sistema Italia” e sull’immagine stessa del paese è stata abnorme esi è poi trasformata in una crisi permanente che ha fatto emergere con drammaticit  gli aspetti strutturali ormai endemici di un sistema che non è più competitiv. E infatti chi ne ha tratto enormi vantaggi sono proprio i competitors deiretti dell’Italia dentro e al di fuori del mediterraneo.
LA TRAGEDIA E LA FARSA
Se è vero vero però che “la storia si ripete sempre due volte”, in questo caso la prima volta per tragedia, la seconda per farsa”cosa che in Campania e dintorni equivale a dire c’è stato il terremoto nel 1980 e quella di certo è stata la tragedia, i rifiuti oggi sono invece la farsa: Basti pensare al fatto che il mega inceneritore di Acerra è rimasto a lungo completato per l’80% ma per una serie infinita di “infortuni” tra giudiziari, tecnici e più in generale burocratici non è potuto entrare in funzione: Avrebbe almeno potuto scongiurare la paralisi quotidiana che ha trafitto la citt  e la sua provincia in primis, la regione in secondo luogo.

La crisi dei rifiuti di Napoli è stata una variabile fondamentale che ha deciso le ultime elezioni politiche (provinciali, regionali e europee) ed è verosimile che decidano anche le prossime elezioni comunali nei comuni interessati, Napoli in primis. La conseguente emergenza ambientale seguita alla grande crisi potrebbe poi essere la nuova “gallina dalle uova d’oro” del dopo/dopo terremoto praticamente del tutto sbollita. Dietro questo meccanismo antico e perverso c’è la cruda verit  ricollegabile a un’economia incapace di sopravvivere senza spinte artificiali e una societ  civile incapace, e in molti casi complice di rimuovere il secolare blocco sociale, politico e istituzionale che imprigiona il mezzogiorno nelle sue mille contraddizioni e emergenze.
RISORSE A RISCHIO

L’emergenza rifiuti in Campania è ora “l’emergenza delle emergenze” essa ha carattere annoso, endemico e ancora ora sta per esplodere in formadrammatica: In quanto tale ha gi  minato interessi allargati e perciò i ceti produttivi (turismo e agricoltura in primis) sono i confinati di alcune sacche della piagata provincia napoletana forgiata da colera, delinquenza e terremoto e quando ha toccato da vicino anche i simboli, i valori culturali condivisi fuori dal territorio si è propagata nel mondo con una violenza d’urto prima inimmaginabile, eppure chi vive qui sa che questo stato di cose aveva avuto ben altri parossismi passati molto più inosservati rispetto al recente passato.

Le ingenti risorse ambientali e culturali (alcune di esse patrimonio di tutta l’umanit  che stanno rischiando davvero grosso per due ordini di motivi: innanzitutto perch sono surclassati da altre priorit , e in secondo luogo perch il calo di visitatori fa diminuire le entrate finanziarie mettendo a repentaglio la gi  precaria manutenzione e gestione dei siti circoscritti e al contempo indebolendo la difesa di quelli più ampi e indefiniti.

Non si può dimenticare infatti la cruenta ondata di roghi di quella tragica estate che ha colpito indistintamente tutto il territorio e che nella macro area (come nel Gargano) è costata anche alcune vite umane oltre a incalcolabili danni strutturali e di immagine. Cicatrici che vanno ad aggiungersi a quelle gi  esistenti fatte di enormi cave che viste dall’alto sono simili a crateri lunari, aberrante abusivismo edilizio soprattutto nelle zone di pregio, inquinamento fluviale e marino da maglia nera e eterni cantieri compreso quelli della Salerno Reggio Calabria, un taglio orizzontale fatto di caterve di incidenti anche mortali, tangenti, camorra e tempi biblici per l’ultimazione di qualche chilometro che a tre corsie che si alterna a tortuosi percorsi da puro agonismo. Per contro la Tav che ha avvicinato Napoli a Roma rischia di favorire ancora di più il mordi e fuggi e “l’attraversamento” di Napoli dai flussi provenienti dalla Capitale mentre la situazione della Salerno Reggio Calabria di fatto distanziato la Calabria e la Sicilia dopo che il collegamento veloce via mare istituito alla fine degli anni novanta non ha retto il mercato ed è stato dirottato altrove.
IMMAGINE COMPROMESSA

Non vi è dubbio alcuno che l’immagine della Regione è compromessa e lo sar  a lungo, che il settore del turismo e quello dell’agricoltura soffriranno (come stanno gi  soffrendo da tempo)e che per il turismo in particolare si tratter  di uno shock permanente che sfocier  nel breve medio periodo in una crisi strutturale che da strisciante diverr  anch’essa endemica con ulteriori perdite di posizione rispetto ai competitor in una spirale circolo vizioso ben contemplata in letteratura. Ciò avr  inevitabili ripercussioni anche sui valori aggregati del             6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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 èî       ï è  ï     î  î ïèturismo nazionale (arrivi, presenze e entrate) visto che la Campania da sola rappresenta comunque un quinto circa del movimento nazionale con una trentina di milioni di presenze annue tra escursioni e soggiorni sul territorio regionale e nei suoi grandi attrattori, mentre essa
risulta essere leader dell comparto nella macro area mezzogiorno.

E’ probabile che la imponente dotazione di risorse e la forte vocazione del territorio unite alle diverse eccellenze enogastronomiche, artistiche e artigianali e a alla consolidata tradizione delle sue aree turistiche più mature costituiscono fattori che sono alla base della sostanziale tenuta dell’intero sistema e che hanno contribuito a evitarne il collasso (break strutturale) a fronte dei gap o macroscopici illustrati ai quali va senz’altro aggiunta la più vetusta governance regionale al momento praticamente immobile in ogni direzione.

Infatti, l’emergenza ambientale non è l’unico fattore negativo che ha travagliato l’economia del turismo regionale. In precedenza vi era stata l’emergenza criminalit  con il record di oltre 140 morti di camorra nel 2006 e le aggressioni a turisti stranieri divenute praticamente di massa nel 2005, 2006 e 2007 fanno emergere un quadro dalle tinte fosche e un disorientamento delle parti interessate che trapela dalle dichiarazioni dei rappresentanti del mondo economico, sociale e dall’ammissione implicita di incapacit  da parte delle stesse istituzioni preposte. Ne consegue una oggettiva condizione di sfiducia alimentata anche dal quadro economico generale sia nazionale che internazionale.

Ancora di più, occorre sottolineare le complesse problematiche denunciate dagli addetti ai lavori in merito alla gestione dei Siti Unesco e in particolare del Centro storico di Napoli, allorch più volte la commissione all’uopo istituita ha espresso serie perplessit  sul mantenimento dello status.
NAPOLI, MAGLIA NERA

Tuttavia le emergenze più importanti sono concentrate nella parte nord occidentale della regione che corrisponde ai territori delle province di Napoli e Caserta mentre nel resto della Regione (per la verit  dai valori poco significativi dal punto di vista della densit  turistica a eccezione della provincia di Salerno) vi sono ampie isole di normalit  ascrivibili sostanzialmente a una diversa gestione del territorio ma anche alla minore incidenza demografica. Non a caso il sub sistema cimentano e quello della Costiera amalfitana reggono abbastanza e mostrano dati in controtendenza con quelli della provincia di Napoli segno inequivocabile che Napoli e la sua provincia non solo sono sempre più distanti dai parametri nazionali ma addirittura dallo suo stesso ambito di competenza politica e amministrativa.
DINAMICHE REGRESSIVE

Tutta questa situazione ha innescato dinamiche regressive dove si osserva la crescita se pur limitata e assistita di un settore che in mancanza di una regia pubblica crea ulteriori squilibri al suo interno, crescita diseguale tra sub sistemi e mancanza fra essi di networking. Cui si contrappone al contrario una crescita spontanea che incontra comunque il limite della carenza delle grandi infrastrutture necessarie per cogliere le opportunit  derivanti dal processo di globalizzazione del settore. L’aereoporto di Capodichino, congestionato durtante i periodi di punta e il porto di Napoli, anch’esso limitato e congestionato nell’area passeggeri sono le due uniche infrastrutture regionali che hanno sopportato il peso della crescente domanda globale la quale privilegia l’accessibilit  da cielo e mare.
Infatti Grazianise è in alto mare e Pontecagnano stenta un faticoso decollo. Il porto di Salerno nonostante gli sforzi è ancora insuffientemente attrezzato e può accogliere solo aeromobili di piccola dimensioni.

Nella foto (di Nando Calabrese), la cupola della galleria Umberto a Napoli

*docente di Economia e gestione delle imprese turistiche
presso il Corso di Laurea in Turismo per i Beni Culturali dell’Universit  degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa

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