Nulla si distrugge, tutto si ricrea. Ecco il mantra del terzo millennio per l’industria della moda tra le più inquinanti al mondo. Ne è divenuto portabandiera anche un’iniziativa che mette insieme tre realtà, due dal nostro territorio e una dal Nord.
Si chiama “Paesaggi della moda sostenibile” e proviene dal marchio Remida Napoli in rete con l’università campana Luigi Vanvitelli e l’azienda tessuti di Sondrio, divisione di Marzotto lab.
I capi realizzati saranno messi in mostra a Milano Unica, fiera del settore tessile in programma il 1° e il 2 febbraio cui partecipano i più importanti produttori e compratori internazionali.
La capsule collection raccoglie il saper-fare locale delle donne di S’arte, eco-sartoria sociale  di Remida Napoli, le sperimentazioni progettuali degli studenti universitari e la valorizzazione dei tessuti donati dalla storica fabbrica lombarda.
Si è attivato, così, un dialogo tra l’innovazione sociale e produttiva e la formazione universitaria, annunciando, secondo gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, nuovi modelli di produzione e consumo, con occhio alla tutela dell’ambiente.
Remida Napoli, centro di riuso creativo con sede a Ponticelli, nella zona orientale del capoluogo campano, promuove la ricerca sui materiali di scarto attraverso meccanismi educativi e formativi.
Da alcuni anni è diventato motore della sartoria sociale coinvolgendo le donne di Napoli Est (foto) in un percorso di scoperta delle proprie passioni e competenze. S’Arte, infatti, opera nell’ambito dell’ideazione e confezione di abiti in linea con i principi della moda sostenibile e consapevole.

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