Un terribile capolavoro. la Maddalena in estasi, ultimo dipinto di Caravaggio, scoperta recente della storica dell’arte Mina Gregori in una collezione privata. Nella quiete dello sguardo, aggredisce lo spettatore, lo ipnotizza per il realismo spietato di quella pancia gonfia di morte. Azzerando qualsiasi possibilit  di parola.lo stesso magnifico sgomento che suggella l’incontro di Ludovica Rambelli con le opere dell’artista. Attraversata dal bagliore che emanano nelle tenebre e spinta dal magnetismo di quella realt  raffigurata si consegna, in silenzio, alla sua trasformazione di regista.
Accade nel 2006, quando, dopo anni di ricerca drammaturgica dove c’è spazio anche per i tableaux vivants suggeriti dalla passione per il lavoro di Pasolini (in particolare per l’episodio “La ricotta”, inserito nel film Ro.Go.Pa.G) la invitano alla facolt  di architettura della seconda universit  di Napoli per una lezione su questa scelta scenica nell’ambito di un progetto intitolato “Messa in scena”. Invece di parlare, con il suo gruppo di Malatheatre, preferisce dimostrare quanto può avvenire sul palcoscenico, offrendo una panoramica della tensione creativa con 17 quadri viventi rischiarati da un solo taglio di luce. Gli studenti diventano spettatori, catapultati per incanto nello studio di un pittore come Caravaggio mentre dipinge.
Cos nasce “La conversione di un cavallo”, titolo d’effetto, basato su un aneddoto, sulla frase pronunciata dall’ alto prelato quando gli venne consegnata la grande tela della conversione di Paolo, ora in San Luigi dei Francesi a Roma, dove il cavallo si impone nella composizione, sollevando lo zoccolo per non calpestare la figura del vecchio. E quella “Conversione” è tanto convincente che Ludovica decide di farla diventare uno spettacolo per il Maggio dei monumenti.
Passeggiando nel centro antico viene “folgorata” dal portone “incorniciato” della basilica della Pietrasanta, a pochi passi dal Conservatorio di San Pietro a Majella. Dove bussa per chiedere a qualcuno di concederle quello spazio esterno per una giornata. Le apre il responsabile di un ensemble vocale che le dice di s senza problemi, assumendosi lui stesso l’incarico di chiedere i permessi necessari.
«Che citt  straordinaria», le dice uno storico israeliano che capita per caso davanti a quel banchetto della chiesa dove sono disposti libri dedicati all’inquieto genio milanese e brochure di informazione sulla compagnia teatrale, mentre gli attori sono intenti a far sorgere le circostanze di inquietanti capolavori. Lo studioso ha fatto tappa a Napoli, venendo da Roma dove era sulle tracce del genio pittorico di Merisi scoprendo, alla fine, che sotto il Vesuvio non solo se ne custodiscono testimonianze preziose, ma addirittura le “improvvisano” per strada.
Un catino e poche stoffe. Sono gli oggetti che ha il pittore nell’atelier. Ma anche quelli del teatrante, ovvero della regista che parte proprio dai tessuti per dare vita all’azione drammaturgica cullata dalle note di Mozart, Bach, Vivaldi, Sibelius. Drappi pescati dai bauli di famiglia o cercati nei mercatini dell’usato, strumenti per mettere in scena il gesto che produce, poi, l’emozione della pittura. E che sbalordisce i passanti tanto da radunarne molti intorno a quella prima rappresentazione.
La voce rimbalza fino alle redazioni delle agenzie di stampa, diventando notizia ampiamente diffusa dai media. L’idea sviluppata per sondare il terreno del sentimento collettivo si diffonde imboccando i sentieri dell’arte, da Capodimonte fino a Benevento citt  spettacolo. Passando per via Costantinopoli, dove i tableaux si convertono in laboratorio con gli allievi dell’ Accademia di Belle arti, giusto nel momento in cui i componenti di Malatheatre vanno per altre strade, lasciando spazio a nuove energie.
Finch “La conversione di un cavallo”, più pubblicizzata semplicemente come i tableau vivants di Caravaggio, trova dimora al Diocesano collegato con l’antica chiesa di Donnaregina dove Ludovica installa, con il nuovo gruppo, il suo laboratorio aperto a venti partecipanti. Una domenica al mese, il rigore e il mistero di Caravaggio, in tre rappresentazioni, affascinano i turisti che per soli otto euro possono anche visitare le meraviglie del museo.
La seduzione per la magia del teatro è un eredit  familiare trasmessa da pap  romagnolo, che prima di sposarsi e trasferirsi a Napoli, nel dopoguerra sbarca a Roma dove frequenta il mondo del cinema e del palcoscenico. E se Ludovica va a teatro con la mamma da quando è una bimba di appena sette anni, ne ha quattordici, alla fine degli anni settanta, quando nella capitale, in giro con il padre, la scintilla magica le arriva diritta al cuore dietro le quinte di uno spettacolo. E tornando a casa informa i genitori che la sua vita prossima sar  senza dubbio dedicata alla scena.
Ciononostante, dopo il liceo, si iscrive alla facolt  di filosofia, ma vola in Germania e vi resta circa due anni, riabbr            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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E lei che ama il contemporaneo, ha poi l’opportunit  di entrare all’Accademia del Bellini, tra teatro popolare e borghese dove ne recepisce i ritmi fino all’ultimo respiro, lavorando come attrice e persino come attrezzista. Una palestra che lascia dopo qualche anno per tuffarsi nella regia dove i suoi punti di riferimento sono Carmelo Bene e Leo De Berardinis, ma anche Pippo Delbono.
Nella sua drammaturgia c’è poco spazio per le parole che finiscono per assentarsi con i tableaux di Caravaggio ma anche con quelli dedicati al sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare realizzati dalle tre e mezzo di mattina, fino all’alba, per gli eventi collaterali alla prima edizione di Napoli teatro Festival, al Lanificio 25 di Porta Capuana dove emerge, tra l’altro, la dimensione onirica dipinta daFüssli.
Dal testo shakespeariano in inglese riparte, invece, incontrando l’attore e fotografo Arthur Muselli, e fondando la compagnia The Hats per la comune “mania” dei cappelli (Ludovica è talmente innamorata del Panama e del Borsalino da dimenticarlo in testa spesso, anche quando torna a casa).
Insieme rielaborano una versione (originale in tutti i sensi) di Amleto. Un’avventura che si fonda persino sull’improvvisazione. Aspettando che ne maturi un’altra. Dove il silenzio dei tableaux sposi la suggestione del dramma.

Ecco i tableaux vivants rappresentati al museo diocesano

La Deposizione (1602-1603) Musei Vaticani, Citt  del Vaticano

Estasi di maddalena o Maddalena Klein (1606) Collezione privata

Crocefissione di Pietro (1601) Cappella Cerasi, Santa Maria del Popolo, Roma

Decollazione del Battista (1608) Cattedrale di San Giovanni, La Valletta, Malta

Morte della Vergine (1604) Museo del Louvre, Parigi

Giuditta e Oloferne (1599) Palazzo Barberini, Roma

Incredulit  di Tommaso ( 1600- 1601) Bildgallerie di Postdam

Flagellazione(1607-1608) Museo di Capodimonte, Napoli

Sacrificio di Isacco (1602) Collezione Cremonini

Martirio di Matteo (1600) Cappella Contarelli, San Luigi dei Francesi, Roma.
Annunciazione(1609-1610) Muse des Beaux-Arts, Nancy

Adorazione dei Pastori (1609) Museo Nazionale, Messina

Riposo durante la fuga in Egitto(1595-1596) Galleria Doria Panphilj, Roma

Madonna dei Pellegrini(1604-1606) Sant’Agostino, Roma

Santa Caterina d’Alessandria (1597) Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

Narciso(1599) Palazzo Barberini, Roma

1Giovanni Battista(1604) Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri

Seppellimento di Santa Lucia(1608) Santa Lucia, Siracusa

Martirio di Sant Orsola (1610) Palazzo Zevallos, Napoli

Resurrezione di Lazzaro(1609) Museo Nazionale, Messina
La Maddalena(1594-1595) Galleria Doria Panphilj, Roma

San Francesco in Estasi(1594-1595)Wadsworth Atheneum, Hartford

Bacco(1596-1597) Galleria degli Uffizi, Firenze

Canestra con Frutta(1596) Pinacoteca Ambrosiana, Milano

Per saperne di più

Nella chiesa di Donnaregina vecchia, Ludovica Rambelli mette in scena a i tableaux vivants "Salvi per miracolo", dedicati alle Madonne e ai santi martiri nell’iconografia poplare delle edicole votive

Per saperne di più

www.malatheatre.com

www.museodiocesanonapoli.com

Nelle immagini, i quadri viventi di Caravaggio diretti da Ludovica Rambelli e fotografati da Ilaria Abbiento

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