La sensibilità artistica di Salvatore Emblema arriva anche all’aeroporto napoletano a Capodichino. Dopo la bellissima mostra inaugurata al Museo di Capodimonte nel maggio scorso anche con percorsi didattici per le scuole a cura di Sylvan Bellenger, la collaborazione con Gesac del direttore francese produce una nuova iniziativa che ha come protagonista l’artista di Terzigno scomparso nel 2006.
S’intitola La materia del cielo il progetto espositivo inaugurato ieri mattina nello spazio Art gate, dell’area imbarchi (C20, ingresso libero dopo il check-in, fino al 23 gennaio), alla presenza della moglie di Emblema, Raffaela Auricchio e di tutta la famiglia che a Terzigno, nel Vesuviano, attraverso il Museo Emblema fa rivivere la ricerca di un artista che seppe coniugare, nelle sue opere, gli elementi identitari della sua terra con l’espressionismo astratto statunitense, in particolare di Mark Rothko, 
Ricorrenti, nei suoi lavori le forme dell’ovale e del quadrato che rimandano alla pittura pompeiana, ma aprono anche finestre ipotetiche all’interno del quadro: “autoritratti” come ironizzava l’artista stesso, alludendo a una pittura flessibile capace di poter essere una superficie riflettente, come uno specchio.
E ancora il gesto è protagonista attraverso movimenti ampi e distesi, a tratti più diretti e impetuosi spesso senza pennello, ma con utensili in legno e metallo
Si coglie qui il tentativo di sondare il senso della profondità prima del “ripensamento” della tela di juta non come supporto della materia cromatica, ma come materia da de-tessere.
La mostra si sofferma sulla produzione degli anni sessanta quando l’artista seleziona progressivamente gli elementi distintivi del proprio lavoro. Fanno già capolino le fasce quadrangolari degli anni successivi. L’interesse verso la trama e l’ordito della te in alcuni punti è già portata alla luce tra le masse di colore.
Una mostra sul cielo in cui l’aria si traduce in massa fisica e il riflesso luminoso è quasi scavato nella materia pittorica. Il passeggero che arriva in aeroporto vi sarà condotto attraverso una serie di frasi-aforisma di Salvatore Emblema stesso.

Qui sopra, foto di gruppo con la famiglia Emblema e il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger. In alto, l’installazione
che fa diventare l’aeroporto paesaggio e in basso un’altra opera dell’artista

Eccole in sequenza: Oggi ti regalo il Cielo…dentro una scatola di Nuvole/
Lo sai che faccio il Pittore solo perché non ho imparato a Volare
/Il Cielo sopra casa mia l’ho camminato tutto, a piccoli passi/Nel Cielo non ci sono Muri… ma ci sono i quadri, dovunque guardi/ Da ragazzo avevo un Aereo fatto di Pietra e di Luce, me l’avevano regalato/ L’unica architettura che capisco è quella del Respiro, del Vento e degli occhi tuoi/ Da piccoli tutti coloriamo il Cielo, io poi, ho provato a dipingerci sopra/ Di cos’è fatto il Cielo? Pare nulla eppure d’azzurro ti sostiene le nuvole

Inoltre, La Pittura ti leviga gli Occhi ma ti affila l’Orizzonte accompagna un’installazione artistica che incornicia le vetrate affacciate sulla pista di atterraggio e decollo, inglobata nell’opera stessa.

Pensieri d’artista accolgono i passeggeri in arrivo a Napoli invitandoli a scoprire la complessità e la meraviglia della città: Qui dove abito io, i cieli quando sono dipinti,/ sono così belli che sembrano veri./
E quelli veri invece, sono azzurri/ proprio come quelli che noi pittori inseguiamo nei quadri./ Dove abito io ci sono questi cieli qua./ E poi c’è il Mare che non si sta mai fermo./ E una Terra che può diventare
nero forte, giallo luce o rosso timido./ Qui da noi si dice di tutto,/ e lo vedrai con i tuoi occhi,/ che com’è in cielo così è pure in terra.


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