Anni Ottanta/ Quando il mondo era senza wifi. Marco Ilardi si rituffa nella sua infanzia, prima di internet

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Con Quando il mondo era senza WiFi. Cronache di un’infanzia senza Internet, Marco Ilardi invita il lettore a un ritorno agli anni Ottanta, un’epoca che oggi appare lontana ma che ha plasmato intere generazioni.
L’autore, imprenditore digitale e profondo conoscitore del mondo del web, sceglie di raccontare la propria infanzia e adolescenza senza indulgere nel rimpianto: il suo sguardo non è quello di chi vorrebbe rivivere il passato, ma di chi cerca di comprenderlo e celebrarlo come parte integrante della propria identità.
Ilardi mette in luce il contrasto tra la vita quotidiana di allora, segnata da ritmi più lenti e da relazioni autentiche, e l’attuale realtà iperconnessa, in cui la tecnologia ha reso i rapporti più immediati ma anche, spesso, meno genuini. Le vacanze in famiglia senza GPS, i giochi tra amici vissuti senza distrazioni digitali, le lunghe ricerche tra le enciclopedie per un compito scolastico: ogni episodio diventa occasione per riflettere su ciò che è cambiato nel giro di pochi decenni.
Pur muovendosi sul filo della nostalgia, il libro non si presenta come una condanna della modernità. L’autore, che della tecnologia ha fatto la sua professione, riconosce i vantaggi che il digitale ha portato con sé, ma invita a non perdere l’equilibrio tra passato e presente. La memoria, ci ricorda, è un antidoto al rischio di smarrire il senso dell’umanità in un mondo sempre più virtuale.
Uno dei passaggi più stimolanti dell’opera è la domanda che Ilardi pone al lettore: cosa accadrebbe se improvvisamente Internet scomparisse dalle nostre vite? Non è solo una provocazione, ma un modo per interrogarci sulla nostra dipendenza dalle connessioni digitali e sulla nostra capacità di adattamento.
Quando il mondo era senza WiFi è quindi un libro che alterna ricordi personali e riflessioni collettive, capace di far riaffiorare memorie comuni e, al tempo stesso, di sollecitare uno sguardo critico sul presente. Una lettura scorrevole e stimolante, che invita non tanto a rimpiangere ciò che non c’è più, quanto a custodirne l’essenza come bussola per il futuro. (Daniela Brassi)
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