La moda entra in basilica. E riveste le statue recuperate (da distruzione e abbandono) delle sante Lucia ed Elena. La prima, martire cristiana, protettrice della vista, molto amata a Napoli. L’altra, la mamma di Costantino che ritrovò, secondo la leggenda, nel suo viaggio in Palestina.
Qui nella chiesa di San Giovanni Maggiore, la più antica di Napoli, che la leggenda vuole sia stata proprio edificata dall’imperatore romano in segno di ringraziamento per la salvezza della figlia Costanza, scampata a un naufragio. Costruita, pare, nel luogo dove i napoletani veneravano la loro sirena Partenope.
Una storia illustrata in breve stamattina dal parroco, Salvatore Giuliano, alle ragazze e ai ragazzi presenti nella chiesa a pochi passi dall’Università L’Orientale, per la cerimonia di inaugurazione delle sculture abbigliate con abiti realizzati nei laboratori dell’Istituto Isabella.  Opere ottocentesche che ritorneranno nel cappellone, accanto al dipinto che raffigura le due sante.
Un progetto che affianca le tante iniziative promosse da Giovanna Scala. La dirigente ha ringraziato, oltre al parroco per la collaborazione, anche gli studenti per la loro creatività: «Valorizzare le risorse umane, aiutarle a crescere, lavorare insieme significa adoperarsi per il bene comune e per tutta la città: questa è vera lezione di civiltà».
La Chiesa, chiusa per quarant’anni dopo il crollo del soffitto, saccheggiata dopo la riapertura, sta riconquistando nel tempo la bellezza e la “vestizione” delle statue ne è ulteriore segno, come ha affermato don Salvatore. Che ha invitato dopo la funzione religiosa, tutta la platea a visitarla e a combattere contro atti vandalici che ne mettono in discussione ogni passo di riqualificazione, dai vasi distrutti alle bombolette spray che imbrattano il patrimonio culturale.
L’appello è accorato: «Ragazze/i, siate voi stessi curatori del bello e portatelo nella vostra vita e partecipate, se volete alle tante nostre iniziative. In giugno metteremo in scena un musical , cantato e ballato. Cui potrete offrire il vostro talento ».

In pagina, le statue delle sante Elena (qui sopra) e Lucia (in alto), vestite dalle allieve e dagli allievi dell’Isabella d’Este Caracciolo. In copertina,
uno scorcio della chiesa e delle sculture durante la presentazione dell’iniziativa con il parroco e la dirigente Giovanna Scala

L’Istituto Isabella D’Este Caracciolo ha al suo interno percorsi di istruzione professionale e tecnica che comprendono l’intera filiera del sistema moda.
Mediante l’impegno sull’intero territorio nazionale come componente rappresentativo per il Sud e le Isole della Rete Tam( tessile abbigliamento e moda ponte tra le scuole del settore e Confindustria) sono state promosse le competenze degli studenti per soddisfare le richieste del mondo del lavoro.
Il raggiungimento di tale obiettivo è stato possibile anche attraverso i corsi Its della Fondazione Mia Moda Campania di cui l’Istituto è capofila e socio fondatore

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