Oggetti di rara bellezza. Due manoscritti di integralmente  in pergamena purpurea e vergati in inchiostri d’argento e d’oro (foto). In mostra alla Biblioteca Nazionale di Napoli (che li custodisce) da domani, primo dicembre fino al 6 febbraio.
Si tratta di un Vangelo ravennate (ex Vindob. Lat. 3) contenente frammenti dei Vangeli di Luca e Marco, tra i più antichi codici purpurei conservati nei musei e biblioteche europee, risalente alla fine del V sec. d.C., e di un Lezionario (ex Vindob. Gr. 2) databile al IX o a X sec. di committenza imperiale bizantina, come sembra suggerire il signum crucis con iscritto il nome “Basilius”, probabilmente un riferimento a Basilio I il Macedone o a Basilio II, entrambi appartenuti al convento di San Giovanni a Carbonara e, dopo varie vicende, pervenuti alla Biblioteca Nazionale di Napoli. 
La mostra “Di porpora e di luce. Forma e materia dell’antico nei codici della Biblioteca Nazionale di Napoli è la prima in assoluto dedicata ai codici con fogli in pergamena purpurea, frutto della collaborazione tra il dipartimento di lettere e beni culturali dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” (Teresa D’Urso e Giulia Simeoni) e la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” (Daniela Bacca). E rientra nel progetto PURPLE – PURple Parchment LEgacy, finanziato dal Ministero dell’università e della ricerca,.
L’uso di realizzare lussuosi codici con fogli in pergamena color porpora, riprende vigore a Padova intorno alla metà del Quattrocento, quando la città è frequentata da maestri rivoluzionari come Donatello e Andrea Mantegna, campioni di un nuovo linguaggio artistico che guarda  al mondo  antico  come  principale  modello  di  riferimento.
Dal Veneto a Roma, attraverso la circolazione di libri, artisti e committenti, nella seconda metà del Quattrocento la moda del codice ‘all’antica ’ e il revival dei purpurei si diffondono anche nella Napoli aragonese (1443-1501).
Alla stagione rinascimentale, e a Napoli in particolare, si ricollegano ben cinque manoscritti. Si tratta di codici realizzati nella seconda metà del Quattrocento per la celebre Biblioteca napoletana dei re d’Aragona o per committenti meridionali di alto rango: il bellissimo Breviario di re Ferrante d’Aragona (ms. I.B.57), il Libro d’ore (ms. XIX.27), le Sentenze in volgare di Plutarco (ms. XII.E.34), la Raccolta di testi grammaticali (ms. San Martino agg. 86) e infine  l’Opera di Apuleio (ms. CF.3.7),  un prezioso manoscritto concesso in prestito dalla Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini, unico esemplare in mostra a recare un foglio in pergamena di colore ocra (detta crocea dal colore dello zafferano, o croco), realizzato per il raffinato bibliofilo Andrea Matteo III Acquaviva (1458-1529), duca d’Atri  
La mostra racconta, attraverso straordinari codici con fogli purpurei antichi, medievali e rinascimentali, l’avventura plurisecolare di un prodotto librario che ha segnato la storia della cultura occidentale, cambiando nei secoli forma, significato e funzione, ma mantenendo intrinseche valenze simboliche.
Il colore porpora, fin dall’antichità associato all’idea di ricchezza e potere e alla figura dell’imperatore, con l’avvento del cristianesimo viene messo in relazione al sacrificio di Cristo, ma anche alla sovranità della Chiesa che adotterà la simbologia del potere imperiale.
La mostra include anche una sezione in cui sono esposte fonti letterarie che documentano la diffusione dei codici purpurei e l’uso e il significato della porpora attraverso i secoli; si chiude, infine, con una sezione dedicata alla tintura della pergamena e ai coloranti utilizzati per ottenere il colore porpora nelle sue diverse tonalità. 

National Library of Naples/ On exhibition, ancient codices of purple and light. That color symbol of wealth and power
Objects of rare beauty. Two manuscripts integrally in purple vellum and lettered in silver and gold inks. On display at the National Library in Naples (which houses them) from tomorrow, December 1st.
They are a Ravenna Gospel (ex Vindob. Lat. 3) containing fragments of the Gospels of Luke and Mark, among the oldest purple codices preserved in European museums and libraries, dating from the late fifth century AD, and of a Lectionary (ex Vindob. Gr. 2) datable to the 9th or 10th century of Byzantine imperial commission, as the signum crucis with the name “Basilius” inscribed on it seems to suggest, probably a reference to Basil I the Macedonian or Basil II, both of which belonged to the convent of San Giovanni a Carbonara and, after various vicissitudes, came to the National Library of Naples.
The exhibition “Of purple and light. Form and matter of antiquity in the codices of the National Library of Naples” is the first ever dedicated to codices with purple parchment sheets, the result of the collaboration between the department of letters and cultural heritage of the University of Campania “Luigi Vanvitelli” (Teresa D’Urso and Giulia Simeoni) and the National Library “Vittorio Emanuele III” (Daniela Bacca). And it is part of the PURPLE – PURple Parchment LEgacy project, funded by the Ministry of university and research.
Five manuscripts can be traced back to the Renaissance season, and to Naples in particular. These are codices made in the second half of the 15th century for the famous Neapolitan Library of the kings of Aragon or for high-ranking southern patrons: the beautiful Breviary of King Ferrante of Aragon (ms. I.B.57), the Book of Hours (ms. XIX.27), Plutarch’s Sentences in the vernacular (ms. XII.E.34), the Collection of Grammatical Texts (ms. San Martino agg. 86) and finally the Work of Apuleius (ms. CF.3 .7), a precious manuscript on loan from the Girolamini Library and Monumental Complex, the only specimen in the exhibition to bear an ochre-colored parchment sheet (called crocea from the color of saffron, or crocus), made for the refined bibliophile Andrea Matteo III Acquaviva (1458-1529), duke of Atri.
The exhibition recounts, through extraordinary codices with ancient, medieval and Renaissance purple sheets, the centuries-long adventure of a book product that has marked the history of occidental culture, changing form, meaning and function over the centuries, but maintaining intrinsic symbolic values.
The color purple, since antiquity associated with the idea of wealth and power and the figure of the emperor, with the advent of Christianity is related to the sacrifice of Christ, but also to the sovereignty of the Church, which will adopt the symbolism of imperial power.
The exhibition (through February 6th) also includes a section displaying literary sources documenting the spread of purple codices and the use and significance of purple through the centuries; finally, it closes with a section devoted to the dyeing of parchment and the dyes used to obtain the color purple in its different shades.

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