La Biblioteca nazionale di Napoli è un luogo del cuore. Dove si respira il profumo del tempo, l’amore per i libri, lo spirito della Storia. Non solo dei Borbone, ma del popolo napoletano. Delle persone che la considerano una culla della loro mente, in un’ala di Palazzo reale che le è dedicata,.
Vado a studiare in Biblioteca: ragazze e ragazzi alle prese con esami o tesi di laurea si sentono tranquillizzate/i in queste sale dove il tempo è sospeso nella saggezza e bellezza delle pagine custodite.
Ma da mesi c’è un progetto sostenuto dal ministro della cultura Franceschini che disegna la possibilità sempre più concreta di trasferire questo patrimonio librario nel Real Albergo dei poveri (Palazzo Fuga), da tempo abbandonato, senza una bussola culturale che ne rassicuri l’orientamento.
A questa ipotesi che sta diventando prospettiva è contrario un gruppo che ha preso forma su facebook di cui non fanno parte solo dipendenti della struttura ma anche napoletane e napoletani che la amano. Eppure l’opposizione di lavoratrici e lavoratori viene trasformata sulle colonne del quotidiano Il Mattino in una rissa tra fazioni.
Qualche giorno fa, nella sala Rari della biblioteca (ovvero la sala incunaboli e 500centine) è stato presentato un libro sulla città edito dalla Valle del Tempo, Agorà, ombre e storia nelle piazze di Napoli, un racconto corale ( di 19 autori) su angoli della memoria: posti che fanno riaffiorare il passato e proiettano nel futuro, attraversando i sentimenti.
L’orario era di quello che fanno svenire solamente a leggere l’indicazione: ore 16, in una primavera sempre più aggressiva, con temperature da far impallidire quelle del Sahara occidentale, per mancanza di personale che possa restare anche di sera.
Eppure la sala, dove ad accogliere il pubblico c’era la sorridente e gentile nuova direttrice Maria Iannotti, alla spicciolata, si è riempita da far invidia alla politica in cerca di audience.
A introdurre il dibattito sul volume, (con Nino Daniele, Eleonora Puntillo , Francesca Rinaldi e Maurizio Vitiello) un gruppo di giovani artiste/artiste del liceo Boccioni Palizzi che con i loro suoni, tra clarinetto e altri strumenti musicali, hanno riempito anima e atmosfera d’intense emozioni, visibili nell’attenzione dei volti presenti.
L’incontro è stato accompagnato dall’esposizione nelle bacheche, in uno spazio vicinissimo, delle foto in bianco e nero di Nando Calabrese che completano il libro, mostrando una suggestiva e personale inquadratura delle piazze narrate. Magia degli abbinamenti, tra immagini e parole.
Stupisce che il ministero non pensi a potenziare l’esistente, con nuove assunzioni attraverso concorsi, assorbendo bibliotecari, assistenti, custodi, tecnici, funzionari amministrativi, personale informatico. Dei 280 dipendenti – sottolineano i cosiddetti “dissidenti”- in servizio meno di 20 anni fa, ne sono rimasti 60 e molti altri andranno in pensione nel giro di un paio di anni.
Infine, un pensiero: ma è possibile insieme a tanti tesori culturali far traslocare anche le emozioni? Quelle sono impalpabili e non si lasciano facilmente afferrare.
Per saperne di più
https://fondoambiente.it/luoghi/biblioteca-nazionale-vittorio-emanuele-iii
La biblioteca nazionale non si tocca
In foto, un momento della presentazione di Agorà, il libro curato da Francesco Divenuto, Clorinda Irace e Mario Rovinello

RISPONDI

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.