Giuseppe Capuozzo, Pino, è una persona d’altri tempi. La tipografia di famiglia si trova a Napoli, in Piazza San Gaetano, l’antica” Agor  ” in epoca greca e il ” Foro ” in quella romana. La prima cosa che salta agli occhi entrando nella tipografia dei Capuozzo è il rapporto con il passato che conferisce fascino e rispetto a un luogo dove si ha coscienza che le parole parlate non hanno lo stesso valore di quelle scritte "verba volant, scripta manent ".
Quanta storia tipografica napoletana porti nel tuo lavoro?
La mia storia come tipografo nasce grazie a mio padre, che dopo una lunga esperienza nel campo, apre questa tipografia nel 1963, per lasciarla a noi figli, e da cinquant’anni siamo qui. Come prima cosa sono stato seduto al banco a fare il compositore e poi ho imparato i vari passaggi successivi.
Gli antichi mestieri sono un patrimonio da salvare. ancora possibile, grazie ai depositari di questi saperi, come te, mantenere una futura memoria?
La mentalit  vigente è figlia dei nostri tempi, e per un giovane fare l’artigiano è un mestiere troppo faticoso, lavorare tanto e guadagnare relativamente poco non è un paradigma a cui fare riferimento.
Nella zona Mercato si sta lavorando gi  da anni affinch quell’area abbandonata dai commercianti possa rivivere attraverso l’artigianato. Vincenzo Falcone, storico tipografo della zona fa una proposta, quella di creare un museo laboratorio per la conservazione di strumenti di stampa d’epoca, dove i giovani possano apprendere l’arte di un antico mestiere. Cosa ne pensi?
Faccio una premessa, la zona di San Biagio dei Librai e quella di San Gregorio Armeno, nel ventennio 1960 1980 contava una quarantina di tipografie, oggi in questa zona rimane solo la nostra. Dagli anni ottanta è avvenuta, nel mio settore, una vera e propria rivoluzione. Piuttosto che pensare a un laboratorio bisognerebbe fare riferimento alla Scuola Grafica Cartaria ” San Zeno ” di Verona. Si tratta di una scuola alloggio dove si parte dal lavoro manuale ( compositori, impressori ) per arrivare alla conoscenza e all’utilizzo delle tecnologie moderne una formazione professionale d’eccellenza.
Perch, secondo te, si abbandonano le conoscenze del passato quando il presente si afferma?
Il nostro presente è fatto di un mercato che vuole un prodotto veloce a un buon prezzo, tutto questo a discapito della qualit  , figlia della conoscenza passata.
Eppure ci sono lavori, ancora oggi, che si possono realizzare esclusivamente con antichi metodi tipografici, come la stampa in oro, a rilievo e anche la fustellatura. Tu hai raccolto questa richiesta di nicchia, perch questa scelta?
Perch ho le giuste competenze , quelle che i più non hanno.

Oltre a tipografo sei anche fotoreporter e giornalista. Pino, cos’è la creativit ?
Riuscire ad avere nuovi risultati.
La creativit  napoletana in che cosa si caratterizza?
Il napoletano ha un inclinazione naturale sa inventare come nessuno al mondo riesce a fare!
Quali conoscenze del tuo mestiere è necessario portare nel futuro affinch la tipografia rimanga un’arte?
Un tipografo deve possedere competenze non banali e deve operare scelte che possono essere assai impegnative sul piano estetico contenutistico, tanto da giustificare il termine di arte tipografica.
A proposito di arte, mi commenti questa frase di F. Nietsche “Abbiamo l’arte per non morire di verit “
L’arte è tutto ciò che muove corde profonde, ci allontana dalla realt  e ci appassiona.

In foto, Capuozzo nella sua tipografia

luned 4 novembre 2013

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