Duomo & Gallerie d’Italia Napoli/ L’artista francese JR fotografa l’anima e i volti di Partenope. Quel murale che divide la città

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In un’epoca in cui lo spazio pubblico è spesso luogo di conflitto o consumo, JR sceglie di abitarlo con l’arte. Con questo progetto, l’artista mette in discussione le forme tradizionali della rappresentazione, trasformando i volti dei cittadini in tessere di un mosaico collettivo che riflette l’identità stratificata della città
Abbiamo installato uno schermo verde in sette quartieri diversi – scrive su Instagram l’artista francese celebre come JR, iniziali del suo nome Jean René[1]. Tutti i passanti sono stati invitati. Abbiamo accolto il sindaco, i pizzaioli, i vigili del fuoco, i musicisti e i poliziotti. Poi hanno voluto partecipare anche preti, negozianti, nonne, scrittori famosi, turisti e residenti che sfrecciavano in Vespa. Abbiamo fotografato e registrato le storie di 606 napoletani e creato “Le Cronache di Napoli”, un murale che raffigura la città e i suoi abitanti.
   Il progetto si inserisce nella serie Chronicles che JR porta avanti dal 2017, ispirandosi all’opera di Diego Rivera. I murales dell’artista messicano, innovativi e provocatori, sono sempre orientati verso l’ideale di una società più giusta. In questo senso, Rivera è considerato un precursore dell’arte pubblica e in particolare della Street art. Ogni opera della serie Chronicles nasce da una fase di documentazione fotografica e video: centinaia di persone, ritratte singolarmente o in gruppo, vengono poi riunite in una composizione narrativa per raccontare un luogo o una questione sociale.
Dal 23 al 29 settembre 2024, con la domanda Chi sei, Napoli? JR ha coinvolto i cittadini di sette quartieri: Piazza Sanità, Piazza Dante, Fuorigrotta, Mergellina, San Giovanni a Teduccio, Piazza Cavour e il Borgo di Sant’Antonio. Ha intrapreso così un’esplorazione dell’identità culturale della città, raccogliendo ritratti e storie. Il risultato è il monumentale mosaico fotografico installato sulla facciata del Duomo di Napoli, dove i volti della comunità urbana diventano tessere simboliche dello spirito collettivo, dell’energia e dell’anima multiforme della città.
Le forme dei volti della città sulla facciata del Duomo di Napoli. L’opera, progettata specificamente per la facciata della Cattedrale di San Gennaro, è stata inaugurata nel tardo pomeriggio di mercoledì 21 maggio 2025.
Per Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa SanpaoloChi sei, Napoli? sottolinea la funzione pubblica delle Gallerie d’Italia e rende l’impegno culturale della banca un collante tra istituzioni, realtà artistiche e comunità. Le Cronache di Napoli confermano il legame profondo tra le Gallerie e la città, proprio nel terzo anniversario dell’apertura del museo nel 2022”.
  Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha affermato che: La facciata del Duomo, con l’opera di JR, rappresenta le anime della città. I ritratti – tra cui il mio, ed è stata una bellissima esperienza – incontrano lo spazio urbano, lasciando un segno. L’arte ha un grande valore sociale: l’unione di storie diverse ricompone le differenze ed esprime due principi fondamentali: coesistenza e condivisione, tra passato, presente e futuro.
L’Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ha inviato un messaggio intenso: La facciata del nostro Duomo, grazie a questa iniziativa, non sarà solo una parete decorata, ma un respiro collettivo, un mosaico di umanità. La Chiesa non è un edificio da custodire, ma una vita da condividere. Questa opera ne è segno: volti come benedizioni, mani intrecciate come preghiere, occhi che parlano di futuro. Non nascondiamo le nostre fragilità, anzi le esponiamo, perché Dio non abita la perfezione, ma l’amore.
In piazza, prima dell’inaugurazione, un minuscolo gruppo ha esposto un cartello con scritto “Napolicidio”. Dopo aver contestato la spesa sostenuta, uno di loro ha urlato al megafono: «Giù le mani dalla cattedrale». Mi sono avvicinato per comprendere meglio, ma a parte una vaga accusa di deturpazione del luogo sacro, non ho raccolto argomentazioni concrete. A una mia domanda sull’autorizzazione ecclesiastica, una manifestante ha risposto che «non era quello il problema». Un anziano, con un lungo mantello rosso, dopo un diverbio con una giovane entusiasta dell’opera, l’ha aggredita verbalmente con un insulto volgare. A parte questi episodi isolati, la cerimonia si è svolta serenamente.
A rappresentare la Chiesa, durante l’inaugurazione, c’era Don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità. Nel suo intervento ha ricordato: L’uomo non è solo un animale da ingrasso; ha bisogno di nutrire l’anima, e questo avviene tramite la bellezza, la musica, la pittura, la cultura… tutto ciò che fa crescere la mente.” Ha poi ricordato l’iniziativa promossa dal Vescovo, che invita i giovani ad aprire le chiese del centro storico a cittadini e visitatori, creando oasi di gratuità in un mondo sempre più mercificato.  L’intervento finale è stato quello di J.R.: Questo murale è una riflessione su un momento della vita e rappresenta tutte le parti di Napoli, è uno specchio della città. Quando si realizza un’opera nasce una discussione e questo è importante: l’arte, crea domande. Ho viaggiato tanto nel mondo ma qui ho trovato un’energia che altrove non esiste, un’energia che è l’anima della città. Qui la gente ancora si incontra, comunica. E la comunicazione preserva le comunità: la tecnologia qui non ha rapito del tutto le persone. Ho viaggiato in motorino per spostarmi, sentendomi sicuro: nessuno rispetta le regole, ma tutti rispettano gli altri. Qui mi sento a casa. Napoli è un sogno che esiste ancora
Le forme che creano storie nella mostra alle Gallerie d’Italia

Qui sopra e in basso, l’autore davanti a una delle opere esposte alle gallerie d’Italia Napoli. In copertina, il murale sulla facciata della cattedrale che ha diviso la città

A fianco dell’intervento urbano sul Duomo, è stata allestita una mostra presso la sede delle Gallerie d’Italia in via Toledo. L’esposizione offre uno sguardo sulle altre tappe della serie Chronicles, mettendo a confronto esperienze urbane, sociali e visive differenti. In mostra tre murales emblematici per sottolineare le caratteristiche della serie Chronicles: creare un potente impatto visivo e stimolare conversazioni su scala territoriale, è il caso di Chroniques de Clichy-Montfermeil, su scala nazionale, come per Las Crónicas de Cuba, o attorno a una questione sociale specifica in The Gun Chronicles: A Story of America.
Chroniques de Clichy-Montfermeil à nato dopo la tragedia del 2005 in cui due giovani morirono durante una colluttazione con la polizia. Il tragico evento scatena le rivolte della popolazione e fa emergere a pochi chilometri dalla capitale un sottomondo di miseria e di degrado: disoccupazione al 40 per cento, malattie e povertà culturale. Nel 2016 la rilevazione fotografica per documentare la vita quotidiana del quartiere e nel 2017 la presentazione dell’opera, con sindaco e ragazzi di strada, rappresentati nella stessa scala. Il murale restituisce un ritratto unico di persone “che hanno visto svanire l’utopia del quartiere, mentre la miseria aumentava e le tensioni sociali si inasprivano … Un ritratto di coloro che si battono per riportare la poesia nel cemento di questi edifici[2]
Il murale, presentato al Palais di Tokyo nel’aprile 2017, a breve troverà posto nella futura stazione della Metropolitana Clichy-Montfermeil per rafforzare il legame tra l’arte e la comunità locale. Nel 2024 una versione fotografica del murale è entrata a far parte della collezione del Centre Pompidou di Parigi segnando un riconoscimento istituzionale per l’opera di JR.
The Gun Chronicles: A Story of America, realizzato con il settimanale Time, indaga sul tema delle armi negli Stati Uniti. Preceduto da una indagine giornalistica ha visto la partecipazione di appassionati d’armi, cacciatori, agenti delle forze dell’ordine, medici che hanno curato vittime di sparatorie, lobbisti ed attivisti a favore del controllo delle armi contribuendo con le loro storie a creare un ritratto sfaccettato della profonda polarizzazione che caratterizza il Paese su questo tema[3]. La riproduzione del monumentale murale, costituito dai ritratti dei partecipanti, è stato pubblicato sulla copertina del Time del 5 novembre 2018 prima di essere esposto in vari musei degli Stati Uniti.
Las Crónicas de Cuba. Nel 2019 JR, da sempre affascinato da Cuba, realizza questo progetto che nasce da un viaggio nell’isola. Le persone sono invitate a partecipare alle sessioni fotografiche, a raccontare le loro storie personali, i legami familiari e il loro rapporto con la comunità. Il rigido imbarco, imposto al paese, ha stimolato nella popolazione cubana ingegno e creatività. A Cuba le persone sono accoglienti ed hanno molto da raccontare ma la loro spontaneità è spesso condizionata dal regime che tutt’ora limita la piena libertà di espressione. Il murale attraverso una narrazione articolata racconta la storia di Cuba, la sua resilienza e la ricchezza della sua identità mentre la sua forma rotonda è un invito ad entrare in contatto con un Paese affascinante e dalla fortissima identità.
Nella sala espositiva, ci si può sdraiare su cuscini e ammirare su grande schermo l’opera realizzata per il Duomo. JR, parlando del film che accompagna la mostra illustrando il lavoro svolto, afferma: È stato un mio desiderio venire a Napoli e lavorare qui, dentro questa grande città che amo. La sua energia è ispirazione pura.
JR e la ricerca attraverso la forma dell‘identità urbana: Ho cominciato facendo graffiti in un periodo in cui non erano in voga, poi sono passato al disegno e alla fotografia[4].
JR è passato alla fotografia dopo aver trovato una macchina fotografica nella metropolitana di Parigi nel 2001. Da quel momento, ha utilizzato lo strumento fotografico come mezzo per esplorare, documentare ed esprimere il pensiero attraverso le sue idee artistiche. Con il progetto Portrait of a Generation (2004-2006), ottiene attenzione internazionale ritraendo i giovani delle banlieue e affiggendo i loro volti in formato gigante su un particolare: i muri cittadini. Ho la più grande galleria d’arte al mondo: i muri del mondo intero. Così richiamo l’attenzione di quelli che non frequentano abitualmente i musei[5]
La sua tecnica distintiva consiste nello stampare fotografie in grande formato e applicarle sulle superfici urbane, trasformando lo spazio pubblico in una tela espressiva. Con una combinazione di fotografia in bianco e nero, arte di strada e installazioni JR riesce a creare opere, poetiche e potenti, emotivamente coinvolgenti.
JR si definisce artivista: l’attivismo attraverso l’arte. Il suo lavoro è centrato sulla gente comune, dove i volti diventano la memoria della città. Le pubblicazioni che raccontano la sua poetica sono molte, ma nessuna esaurisce la complessità del suo linguaggio. Il suo lavoro mescola arte e azione, parla di impegno, di libertà e identità. Mette al centro dell‘attenzione la gente comune con i Volti a rappresentare la memoria della città.
Qualcuno lo accusa di sacrilegio per aver “usato” la cattedrale, in effetti l’installazione è stata autorizzata dalla Curia e dalla Soprintendenza, non ha coperto elementi decorativi, non ha superato il terzo registro in altezza e non ha danneggiato la pietra di Bellona. La sua arte è temporanea e non invasiva. Rispetta le persone, ma anche i luoghi che abitano.
Durante la mostra Chi è Napoli, nella sede delle Gallerie, JR risponde con semplicità e attenzione a ogni domanda.
A chi gli chiede: Qual è stato il tema centrale emerso dai partecipanti? risponde: Hanno parlato del loro amore per Napoli, delle loro storie. Come se la città fosse fatta delle storie personali di ciascuno.
Napoli, città di contrasti – raffinata e poetica, ma anche ruvida e caotica – sospesa tra acqua e fuoco, è stata il luogo ideale per una narrazione collettiva. Le persone ritratte hanno scelto come farsi rappresentare e raccontato la propria storia, in italiano o in napoletano. Le loro voci oggi emozionano sul sito: Le Cronache di Napoli
Per chi guarda l’opera, è impossibile restare indifferenti. alle forme dei volti catturati da JR. Per un fotografo la forma è un elemento essenziale della fotografia ma nella vita si sa che le forme non sono per sempre e con il tempo si cambiano e poi si perdono. Restano le storie: quei puntini bianchi che si illuminano quando il cursore passa sull’immagine che le contiene.
Il lavoro di JR è ambizioso e poetico: unisce arte e azione, impegno e libertà, ma soprattutto si nutre dell’unico elemento che è arte di per sé – il genere umano. La sua presenza discreta ma attenta rassicura, perché riesce a far sentire ciascuno protagonista, una piccola e straordinaria opera d’arte condivisa.
Quando gli si chiede: “Come vuoi essere ricordato? Come ti vedi?”, ci ricorda che ogni storia – anche quando la forma svanisce – continua ad arricchire la narrazione della grande famiglia umana.
In un mondo che tende a dimenticare i volti dietro le statistiche, Le Cronache di Napoli ci ricordano che la città è prima di tutto una moltitudine di storie. JR non ci offre una sintesi fittizia, ma una mappa viva e imperfetta dell’identità urbana, in cui ogni frammento umano contribuisce a creare un ritratto collettivo.
L’opera non dura per sempre, ma lascia un segno. Non solo sulle pietre del Duomo, ma nella memoria di chi l’ha vista, di chi vi ha preso parte, di chi si è riconosciuto in uno sguardo. Così Napoli risponde alla domanda “Chi sei?” con ciò che ha di più prezioso: la sua gente, e la forma che le storie prendono quando trovano spazio per emergere.
©Riproduzione riservata


NOTE

[1] Post sul proprio profilo Instagram jr del 21.05.2025,

[2] JR Le Cronache di Napoli Catalogo mostra Edizione Allemandi pag.12

[3] JR Le Cronache di Napoli Catalogo mostra Edizione Allemandi pag.26

[4] https://artslife.com/2023/09/15/ferita-alla-galleria-continua-la-prima-personale-romana-di-jr/

[5] Parole dell’artista estratte da “Dans l’objectif de JR, Le projet 28 millimètres”, Editions Pyramid.


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