Gli antichi mestieri sono un patrimonio da salvare, è possibile, grazie ai depositari di certi saperi, mantenere una futura memoria? Vincenzo Falcone, storico tipografo della zona Mercato, con grande tenacia porta avanti un progetto per salvaguardare l’arte del suo antico mestiere. La storia della Tipografia Falcone nasce con Giovanni nel 1922 ( 92 anni fa) in zona Sant’Eligio al Mercato. Giovanni dopo la gavetta con una macchina tipografica di prima generazione, una ” Pedalina ” con forza motrice manuale, nel ’23 compra una Platina Saroglia, pedalina di seconda generazione con forza motrice manuale ed elettrica. Con l’arrivo della II guerra mondiale la tipografia si sposta in provincia e precisamente a Marianella. Dal 1950, l’attivit  tipografica dei Falcone torna alla sua sede, in zona Mercato. Varie vicissitudini accompagnano la storia dell’attivit  tipografica e della sua sede, fino al 1980, quando prende le redini della tipografia il figlio Vincenzo che ha fatto dell’attivit  paterna la sua scelta di vita gi  in giovane et .
Anche a Vincenzo non mancano i problemi, a partire dal terremoto di quell’anno, fino al 2007, anno della cessione del palazzo in cui ha sede la tipografia, al Polo Orafo. La nuova sede, proprio l di fronte, per una questione di spazio, non gli consente di tenere con s le macchine acquistate negli anni, prima dal padre e poi da lui, sicch vengono trasferite in un deposito a Pomigliano. Intanto Vincenzo si aggiorna con la conoscenza delle nuove tecnologie e si rende conto che con esse si possono fare lavori prima impensabili. Il pericolo del nuovo che avanza è di abbandonare le conoscenze del passato e questo a discapito di coloro che vogliono lavorare al computer, in campo grafico, a livelli competitivi.
Il Maestro Falcone allora elabora un progetto, la realizzazione di un Museo-Laboratorio di Arte Tipografica dove poter lasciare un patrimonio di conoscenze e di macchine, per favorire una formazione d’eccellenza. Sono stati anche identificati i locali che potrebbero essere idonei, e il Comune ne ha preso visione.
Vorrei provare a farvi immaginare il fascino di questo Museo che ancora non c’è per rinvii, per noncuranza, per mentalit  o forse per poco amore per la nostra citt . Al Museo che ancora non c’è , la Tipografia Falcone potrebbe donare sette macchine tipografiche d’epoca, tutte funzionanti dalla Pedalina Saroglia del 1923, alla Felix degli anni Trenta, senza dimenticare l’Ideal 30 Nebiolo del 1945 ed altro, accanto a moderne strumentazioni, inoltre donerebbe e metterebbe in mostra disegni, bozzetti a colori, riviste grafiche e stampati che rappresentano la storia dell’evoluzione delle arti grafiche dagli anni ’30 fino ai giorni nostri.
Il Museo avrebbe un laboratorio didattico, atto al trasferimento del patrimonio di conoscenze dell’antica arte tipografica, alla stregua della Scuola Grafica Cartaria di ” San Zeno ” a Verona. Sul territorio nazionale di Musei delle Arti Tipografiche per fortuna ne esistono e sono degnissimi di tale nome, come il Museo Bodiano a Parma, che rappresenta il terzo Museo della Stampa in Europa; il Museo Leone a Vercelli; ad Altamura ( Ba ) il Museo Portoghese; il Museo di Citt  di Castello in Umbria, solo per citarne alcuni ( sono più di trenta ) e non posso pensare che ancora una volta solo Napoli non valorizzi arti, mestieri e luoghi. Infatti, bisogna tenere conto che un tale Museo potrebbe rappresentare l’incipit per realizzare nell’area Mercato, in Borgo Sant’Eligio, in Borgo Orefici e zone confinanti, un progetto che si basa sulla funzione sociale degli antichi mestieri artigiani che è inserito nel Piano di Sviluppo Integrato della Citt  Bassa.
Il Maestro Falcone non demorde, anche se in qualche momento di sconforto comunica che probabilmente risponder  a una delle tante richieste che arrivano dal nord di poter rilevare le macchine in suo possesso, come ad esempio, la Tipoteca Italiana di Treviso o il Centro piemontese di Storia della Cultura e dell’Industria. Intanto è storia di questi giorni il secondo appuntamento del gruppo di lavoro per la realizzazione del Museo-Laboratorio di Arti Tipografiche, il “MLAT”. A tale scopo sono stati chiamati studenti, professori e appassionati, da Claudio Pellone , presidente del gruppo promotore del progetto museale, il “Centro Commerciale Naturale Consorzio Antiche Botteghe “.
Quindici ragazzi appassionati al mestiere di tipografo hanno partecipato alla dimostrazione di una stampa a caratteri mobili eseguita dal Maestro Falcone e ne sono rimasti incuriositi e affascinati. Una citazione dell’ultimo conservatore illuminato, Indro Montanelli, potrebbe essere ad hoc per promuovere e sollecitare la nascita del MLAT «Un popolo che ignora il proprio passato non sapr  nulla del proprio presente».

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In foto,        Falcone e i suoi preziosi cimeli tipografici

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