Chi non ha mai sognato dietro un banco di scuola di diventare ingegnere, medico o professore? Chi non conserva il ricordo di un amico di banco, di uno scherzo al professore, di una parola nuova, di un compito, di un voto che abbia segnato una emozione importante? Dal gioco, alla conquista della scrittura, ognuno di noi ha mosso i suoi primi passi, incerto e curioso alla scoperta di s e degli altri in un tempo ordinario scandito dal suono della campana che richiamava alla fuga nel mondo per molti e un distacco dal sogno per altri.
E’ strano, eppure nel tempo globale fatto di tecnologia e velocit , un’Italia ricca di storia e di esempi per il mondo intero si dimentica del suo bene più grande, la Scuola; si dimentica di s, del suo futuro e il “giardino delle idee” diventa banalmente un “non-luogo” informale fatto di programmi e ore frontali di progetti sperimentali spesso lontani dai casi umani. Napoli più che mai e le sue periferie, come tutte le periferie del mondo, soffrono ancor di più il disagio di una Scuola senza colori, dove stride il desiderio di evasione con la necessit  di conoscere il mondo.
Forse la Scuola in questa realt  non è più considerata, da tempo, una priorit  e forse sono troppo lontane le strategie istituzionali dai desideri dei giovani contemporanei tempestati da immagini e velocit , dalla rete e dai social network, dal desiderio di lasciare tutto e andare lontano, sfiduciati dalla consapevolezza di non avere strumenti per affrontare la vita e il futuro. E forse è la Scuola tutta che diventa un paradiso perduto, una occasione mancata, perdendo ogni giorno consensi e alimentando cos quel circuito vizioso tanto comunemente riconosciuto come “dispersione scolastica”. Forse non c’è ricetta migliore che invitare un po’ di giovani ad andare al Cinema, è un invito a sognare e anche a credere che in fondo il sogno può diventare realt .
Ecco cos’è l’esperienza del Festival, un viaggio anche nella scuola attraverso il Cinema documentario, un itinerario nella citt , tra la gente e i bambini di Chiaiano, i ragazzi di Scampia, Napoli o Ponticelli, un percorso alla scoperta dei luoghi nascosti, delle aule dimenticate che diventano una sala di proiezione e, a luci spente, accendono il sogno mentre tu da insegnante dedichi ancora il tuo tempo a loro, fuori dal tempo di lavoro, in un tempo volontario e speri che questo sia un modo più piacevole ed efficace, più utile e vicino al loro modo di apprendere. E’ una esperienza sensibile che è diventata ogni giorno più necessaria guidata dal Cinema dei Diritti che fa da guida alla riflessione sul mondo. Cos i film che arrivano al concorso cinematografico diventano “la materia viva”, il fil rouge che conduce agli occhi smarriti di chi forse non sa (o non ha ancora imparato) che “percepire” le immagini è un modo per guardarsi dentro e per riflettere sulle cose del mondo.
Allora sembra meno grave la realt  locale se confrontata con quella di una scuola ancora più misera sulle sponde del Gange o se la povert  delle favelas brasiliane diventa un modo per riflettere sui destini dell’Umanit  e per resistere in quella realt  che non è solo Gomorra, ma desiderio di speranza, resistenza napoletana. Forse è arrivato il momento di aprire le scuole alle esperienze creative ed espressive come questa e consentire a studenti e docenti di esprimere i propri talenti. Dovremmo rendere visibili le critiche scritte dai ragazzi delle scuole di Napoli ai film visti, bisognerebbe guardare con più attenzione i loro disegni, forse sarebbe più utile scrivere il soggetto di un corto su questa esperienza “Scuola” che il Festival del Cinema dei Diritti Umani ha prodotto e allora gli sguardi spalancati e la timidezza delle domande dei giovani studenti incontrati durante i “cineforum itineranti” parlerebbero più di queste stesse parole.Ora molti di essi diventeranno giurati, condividendo un’esperienza nuova e formativa con coetanei francesi, in un Festival alla periferia di Parigi, “Terra di Cinema “ appunto, in una terra dove la dispersione scolastica è diffusa come a Scampia; ma nessuno aveva previsto che accadesse, sono questi i piccoli miracoli di cui Napoli è ancor capace perch esiste una dimensione “fantastica” nel Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, è il mondo delle idee che per fortuna son dure a morire e accendono la speranza, come d’inverno all’improvviso il sole…

In alto, nella foto di Diego Nunziata, Sabrina Innocenti, coordinatrice della sezione Scuola, premia le scuole vincitrici dell’edizione 2011

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