Una nuova interessante pubblicazione arricchisce il panorama del teatro napoletano e italiano di ieri e di oggi, ed è il libro "Chiamatemi Paola Riccora" (edizioni ilmondodisuk, pagg.128, euro 10) della giornalista e critico teatrale Mariagiovanna Grifi, di recentissima uscita.La Grifi che è anagraficamente discendente di Paola Riccora, ha scritto questo libro, a met  tra l’appassionante racconto biografico e la puntuale ricerca storica, con la mano del cuore non disgiunta dalla sua caratura di studiosa.
Si parla, dunque, della vita e le opere della drammaturga Paola Riccora, al secolo Emilia Vaglio, vissuta a Napoli a cavallo di quel fertile periodo per il teatro napoletano che va dalla fine del primo conflitto mondiale fino all’inizio degli anni ’60, tanto vasta e prolifica è stata la produzione drammaturgica dell’autrice teatrale.
Emilia Vaglio, moglie dell’avvocato Caro Capriolo sostenitore del diritto d’autore e fondatore della sede SIAE di Napoli, è una signora dell’alta borghesia napoletana felicemente coniugata e madre di due figli Renata e Gino, però in lei alberga una grandissima passione che è quella del teatro che coltiva sin da ragazzina. Le avversit  e i disagi creati dalla prima guerra mondiale colpiscono anche la famiglia Capriolo, cos Emilia contatta l’impresario del Teatro Nuovo Aulicino, cliente del marito famoso per essere anche l’avvocato di artisti noti, e per necessit  economica decide di cimentarsi con la scrittura teatrale. Aulicino, infatti, le propone la traduzione dell’audace testo francese di Hennequin e Veber “Vingt jours   l’ombre” in napoletano, come consuetudine teatrale inaugurata dal genio Eduardo Scarpetta voleva.
Emilia si mette all’opera e nasce “Nu mese o ffrisco” che diventa subito un successo teatrale. La scrittrice firma questo suo prima testo con uno pseudonimo maschile Paolo Riccora che è anagramma del nome e del cognome di Caro Capriolo, l’amato marito ma, con il tempo, quel nome si trasformer  al femminile in Paola Riccora, quando lei decide attraverso vari segnali e sfumature di fare intendere a tutti che è una donna a scrivere, tanto che la prima a supporlo è l’intuito geniale di Matilde Serao.
Da allora una serie ininterrotta di successi la consacra autrice a tutto tondo non solo di testi in lingua napoletana ma anche in italiano. La Riccora si avvale negli anni di importanti interpretazioni dei suoi lavori teatrali con attori quali Dina Galli, Paola Borboni e molti altri però il sodalizio più importante per la sua carriera è quello con i fratelli De Filippo e, in particolare, con Eduardo. Un sodalizio che la porta a scrivere testi come “Sar  stato Giovannino” che decreta la fama nazionale per i tre fratelli De Filippo che nel 1930 formarono “La Compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo” e nel 1932 portarono in scena con grande successo il testo della Riccora. Un sodalizio che si sciolse qualche anno dopo, non senza amarezza per la Riccora come d  conto il libro, poich Eduardo De Filippo si legò di amicizia con Luigi Pirandello e con lui iniziò una collaborazione artistica. In ogni caso le soddisfazioni a Paola Riccora non mancarono, oltre ad avere anche lei un rapporto di grande stima reciproca con lo stesso Pirandello, si cimentò in altri testi teatrali che continuarono a rinvigorire la sua splendida e fertile penna di drammaturga.
Di tutto questo e di tanto altro ancora Mariagiovanna Grifi scrive con amore e partecipazione. Alternando date e periodi temporali, attraversando cos gli esordi e gli anni d’oro dei successi della Riccora, l’autrice compone un quadro esaustivo della complessa personalit  di Paola/Emilia, che non aveva mai confuso la vita privata con quella di scrittrice, anzi in lei si era sempre creato un naturale sdoppiamento, le due figure non si sono mai mescolate, l’una invadendo l’altra.
Emilia era una moglie straordinaria e una madre amorevole ma, per contro, è stata anche una drammaturga importante, quasi una femminista inconsapevole, forse ante litteram, poich con la sua scrittura teatrale si è fatta strada da sola nel difficile mondo della drammaturgia teatrale popolata da soli uomini, affermando una sua personalit  ben definita e conquistando la stima di personaggi come Luigi Pirandello, Roberto Bracco, o di grandi critici teatrali come Renato Simoni, per ritirarsi poi in sordina negli anni della vecchiaia, essere solo Emilia Vaglio e dedicarsi interamente alla famiglia.
Inoltre, la Riccora aveva anche avuto la soddisfazione di vedere alcuni suoi testi teatrali ridotti per il cinema con le interpretazioni di Eduardo De Filippo, Nino Taranto, Regina Bianchi e altri. Una donna che si era affermata in maniera ampia nel panorama artistico italiano raccogliendo tante soddisfazioni e mantenendo sempre quella cifra di seriet  e discrezione che la contraddiceva.
Cos la Grifi esamina le pieghe del carattere di Paola Riccora, sua ava, ne raccoglie aneddoti familiari e testimonianze pubbliche, le grandi gioie e i profondi dolori che hanno caratterizzato la sua esistenza, con una scrittura che non perde mai il ritmo e che avvince perch riesce a ricreare persone e atmosfere di un’epoca che non c’è più, restituendoci un mondo appunto scomparso, dove il teatro era una delle massime espressioni dell’arte e della creativit , avendo anche il grande merito di riportare alla luce la storia di questa drammaturga forse dimenticata dai più, oppure seppellita nei meandri dei ricordi degli addetti ai lavori.
Il libro è corredato da foto e dall’elenco di tutti i testi della scrittrice che era anche poetessa e si era cimentata con la letteratura per l’infanzia.Una pubblicazione che mancava e che si legge d’un fiato nella sua fascinazione.

La presentazione al Maschio Angioino
Omaggio a Emilia Vaglio. A quarant’anni dalla morte e a 100 dal debutto, Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, le dedica il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) che nel sottotitolo ne sintetizza la storia “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”.
Il volume sar  presentato venerd 18 marzo 2016, alle 17.00, alla Societ  Napoletana di Storia Patria (Maschio Angioino, piazza del Municipio, Napoli), nell’ambito dell’evento promosso dalla Luetec, “La Memoria Ritrovata”, alla sua quarta edizione. Introducono Renata De Lorenzo (presidente della Societ  Napoletana di Storia Patria) e Fonte Maria Fralonardo (presidente nazionale Federuni). Con l’autrice, intervengono Giulio Baffi (presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro), Donatella Gallone, (giornalista e editrice), Manlio Santanelli (drammaturgo). Coordina, Maria Giovanna Romaniello, presidente della Luetec. Letture a cura di Mario Brancaccio e Tina Femiano. Musiche del maestro d’arpa, Gianluca Rovinello.

Del libro segnaliamo anche la recensione di Raffaele Bussi sul portale Altritaliani
www.altritaliani.net/spip.php?article2517

Nella foto, in alto, la copertina del libro. In basso, Eduardo De Filippo in "Sar  stato Giovannino", Emilia Vaglio con i fratelli De Filippo e con il marito Caro. Le immagini sono conservate nell’archivio privato di Paola Riccora

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