Il 25 novembre è stata la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e il Comune di Napoli ha promosso una serie di numerosissime manifestazioni dal 25 al 30 novembre, che ha intitolato, parafrasando una canzone di Pino Daniele, Vulesse essere allera. Un impegno notevole, che la Consigliera di Parit  della Citt  Metropolitana di Napoli Simona Marino ha potuto sostenere con l’efficienza del suo staff coordinato dall’attiva e intelligente guida della dottoressa Luisa Festa, gi  Consigliera di Parit  della Provincia napoletana.
Tra le tante manifestazioni in calendario, può essere interessante quella in scena, dalle ore 17,30 di luned 30 novembre, al Pan (via Dei Mille 60). E’ prodotta da Il ventre di Partenope, un’associazione fondata dalla dottoressa Francesca Barrella, che vi ha coinvolto due sue amiche Silvana Figlioli, specialista in Riabilitazione Psichiatrica nonch specializzanda in Psicologia Clinica, e la giovanissima Lorella Maria Giovanna Licata D’Andrea, laureanda in Giurisprudenza.

Francesca Barrella è medico internista e attualmente studentessa di beni culturali all’Universit  Suor Orsola Benincasa.
Da tempo, ci confida, è attratta dal culto della Grande Madre, antichissimo archetipo, e di aderire alle teorie del filosofo Carl Gustav Jung, che ebbe una visione del mondo fortemente influenzata dalle più varie e lontane esperienze religiose, misteriche e iniziatiche. Sulla scorta degli studi di Clarissa Pinkola Ests, che, negli anni Novanta, in “Donne che corrono coi lupi”, ha disegnato il mito della Donna Selvaggia, forza ferina e materna, Francesca si è interessata dapprima ai miti femminili delle diverse tradizioni culturali. Per poi entusiasmarsi dei miti celtici e, infine, approdare allo studio di quelli della Grande Madre in Campania.
Attualmente collabora con Silvana Figlioli nella cura di alterazioni nevrotiche, psichiatriche, sindromi down e autismo, attraverso mezzi psicocorporei alternativi ai farmaci, integrati da musicoterapia e teatroterapia. Questo argomento sar  puntualmente trattato dalla dottoressa Figlioli, durante il convegno di luned prossimo. E sosterr  le sue argomentazioni il professore Adolfo Ferraro, docente di Psichiatria Forense nella Seconda Universit  di Napoli. Il professore ha un’ampia esperienza nel campo, per essere stato direttore dell’ospedale psichiatrico di Aversa dal 1996 al 2010. “Questi ospedali sono dei lager” denuncia nel suo libro “Materiali dispersi”, pubblicato nel 2011. Lorella Licata, invece, tratter  degli effetti terapeutici della danza.

Barrella, oltre che enunciare le finalit  dell’associazione di cui è presidente, si tratterr  a parlare, nel convegno, delle testimonianze dell’antico culto della Grande Madre dalle nostre parti.
Che senz’altro è esistito (basti pensare alle Matres Matutae del Museo di Capua foto) e che, travasato nella cultura greco- romana, ci nel cosiddetto paganesimo “ombrifero prefazio del vero”, tuttora permane nel culto cristiano delle varie Madonne sacre.

Studiando gli antichi miti napoletani, Barrella si è avvicinata a Maurizio Ponticello, lo scrittore autore di numerose pubblicazioni che trattano dei misteri di Napoli.
Tra queste mi piace citare La citt  velata (ed. Controcorrente”), una delle sue prime prove di scrittore, e il più recente “Il giro di Napoli in 501 luoghi” (ed. Newton Compton), scritto insieme ad Agnese Palumbo. Sembra che Maurizio sia innamorato della sua citt , incantato dal suo fascino suadente e misterioso. Lo scrittore, che è anche dottore commercialista e imprenditore, sar  il moderatore del convegno in questione.
Dal passato al futuro. Del convegno un piatto forte, spero non troppo pesante. Sar  gustato gradevolmente da chi ama Napoli e comprende il nuovo, mentre risulter  indigesto a chi ne è ostico o teme per le proprie posizioni accademiche. Il piatto dovrò servirlo proprio io. Perch, si, Francesca Barrella ha coinvolto anche me. Anche lei è rimasta colpita dalla scoperta della prospettiva napoletana descritta nel libro “Lo spazio a 4 dimensioni nell’arte napoletana- La scoperta di una prospettiva spazio-tempo” (ed. Tullio Pironti). Una prospettiva che costituisce l’identit  napoletana, un’apertura mentale che potr  aiutare, in un prossimo futuro, la cultura occidentale a uscire dalla crisi da cui è attanagliata. L’argomento è attinente al convegno perch la prospettiva napoletana svela anche la logica segreta dell’intuito femminile.. e non per niente Napoli è femmina.

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