Le disobbedienti/ Come Miss Buncle diventò scrittrice di successo mettendo a nudo i vizi umani di una piccola comunità inglese. Un personaggio nato dalla penna di Dorothy Emily Stevenson

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La selezione dei titoli della casa editrice Astoria è una garanzia. “Il libro di Miss Buncle” scritto da D.E. Stevenson è un delizioso romanzo intriso di sottile e arguto humor anglosassone.
Una donna, all’apparenza insignificante, si trasforma in una scrittrice di successo raccontando, senza fare sconti a nessuno, gli umani vizi degli abitanti di un piccolo villaggio. Silverstream è il prototipo di una amena località della campagna inglese in cui manciate di case sono distribuite nel verde annaffiato da un clima incline all’umidità.
L’uscita del libro d’esordio di John Smith, pseudonimo opportunamente scelto dalla protagonista,  provoca uno scompiglio che interrompe il lento, sonnacchioso e noioso fluire della vita quotidiana portando novità e inaspettate avventure.
Lo stile fresco e brioso dell’autrice, cugina di Robert Luis Stevenson famoso per “L’isola del tesoro”, accompagna il/la lettore/trice nella vita della protagonista diventata una bestseller perché rimasta in bolletta e poco propensa ad avviare un allevamento di galline.
I caratteri dei personaggi sono tratteggiati con cura e pennellate vivide che mettono a nudo comportamenti rinvenibili in qualsiasi epoca e ogni latitudine come gli slanci di empatia e le meschinità, l’ira e la superbia, l’avarizia e la brama di ricchezza, l’opportunismo e l’ingenuità… tutti ingredienti mescolati con sapiente talento per un gustoso risultato.
«Il dottor John provava molto rispetto per Ellen King e una grande compassione, era una creatura così sola e oppressa da un carattere singolare. La sua mente eccelsa non era mai stata sviluppata e usata per uno scopo. Ellen sarebbe potuta diventare un bravo dottore o un avvocato (la stoffa c’era), ma suo padre aveva ripugnanza per le donne intelligenti e le aveva negato l’opportunità di una buona istruzione».
Il romanzo è ambientato negli anni Trenta del Novecento, a ridosso di una crisi economica, e alle donne non era consentito far molto altro oltre l’esser figlie, sorelle, mogli e madri accudenti e felici di occuparsi della gestione domestica.
Una convenzione su cui l’autrice torna spesso per sottolineare, con pungente ironia, la posizione di subalternità accettata come normale dalla quasi totalità delle donne, introiettata come “naturale” e infrangibile: «Nella mente di Mr Abbott era cresciuta sempre più la considerazione che Miss Buncle fosse la donna che stava aspettando da tutta la vita. Aveva un aspetto attraente, un buon carattere, era molto spiritosa, e anche evidentemente ed estremamente in salute. La trovava simpatica e stimolante. Era piuttosto intelligente, ma non troppo (a Mr Abbott non piacevano le donne che con il cervello sapessero cavarsela meglio di lui; non era il caso di Miss Buncle)».
Le donne dovevano essere attraenti, garbate, in grado di far funzionare una casa – senza occuparsi degli aspetti economico/finanziari se non quando sole e con minime risorse – e divertenti ma mai esser dotate di caratteristiche in grado di offuscare un uomo. Tra le pagine echeggia la spumeggiante scrittura di Jane Austen nel modo in cui, ridicolizzando, si fustigava la società inglese suddivisa in ceti sociali e abitudini di campagna e di città.
Altra eco che ho avvertito è quella di Pirandello e del valore del teatro come metafora della vita. La protagonista, con perizia da entomologo, osserva i personaggi annotandone mentalmente i comportamenti perché, come confessa, essendo priva di immaginazione e incapace di qualsiasi finzione è costretta a descrivere la realtà: «Sarebbe eccitante scrivere un’opera teatrale, pensò Barbara, per vedere le tue creature indossare gli abiti della mortalità, per ascoltare le tue parole uscire dalle loro bocche. Ma un’opera teatrale è probabilmente sempre un po’ Deludente, nessun attore può soddisfare appieno un autore, c’è sempre qualche discrepanza tra l’espressione dell’attore e il modo in cui l’autore ha concepito il personaggio». La scrittura di Stevenson elegante, misurata, divertente e scoppiettante affronta – con naturalezza- temi profondi della quotidianità svestendoli di ogni gravità e pesantezza. Una scrittrice da scoprire e riscoprire, una gradevolissima lettura da concedersi.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
D.E. Stevenson
Il libro di Miss Buncle
Astoria
Pagine 279
euro 17

L’AUTRICE
Nata a Edimburgo, Dorothy Emily Stevenson (1892-1973), nota al pubblico come D.E. Stevenson e cugina dell’autore dell’Isola del tesoro, ha vissuto sempre in Scozia, insieme con il marito, un capitano dell’esercito. Una vita tranquilla che rende ancora più straordinario il suo enorme successo: solo negli anni ’30 e ’40, Stevenson ha venduto ben sette milioni di copie dei suoi numerosi romanzi. Le sue storie riflettono la semplice esistenza delle piccole comunità, ma brillano per precisione dei dettagli, per ironia e per quella capacità – tutta inglese – di descrivere pregi e difetti dell’animo umano con grande sensibilità e comprensione.

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