Leggere del luogo in cui si è nati e cresciuti comporta l’inconscia deriva al confronto. Leggere di Napoli per una napoletana è cosa ardua, il rischio di trovarsi innanzi l’ennesimo tripudio di luoghi comuni e stereotipi è in agguato, lo scivolamento verso l’oleografia dietro l’angolo.
A raccontare una città che è un mondo ci hanno provato in tanti – e in molti si cimentano – ma il saperle rendere giustizia senza affondare la penna nelle piaghe purulente oppure dando spazio alla grancassa della “città più bella del mondo” è cosa da pochi. Elena Canino è tra loro, tra i pochi e le poche. Uno stile arguto, ironico, garbato e scorrevole mai fuori misura, mai lordato da sbavature.
Napoli è presentata con assoluta sincerità da una acuta osservatrice che non fa sconti a nessuno. La borghesia, la nobiltà, il mondo delle professioni e il popolo sfilano nei suoi affreschi nel periodo tra le due guerre mondiali. Fu traduttrice, giornalista e scrittrice dalla metà degli anni Quaranta fino al 1957 data della sua prematura scomparsa, morì a soli quarantuno anni.
“Napoli Borghese” e “Napoli Guerra e Pace” proposti dalla Stamperia del Valentino, in edizioni curate nella grafica delle copertine e nella scelta della carta, sono due chicche, un dono prezioso per chi ama i libri. Da leggere insieme, uno dopo l’altro, come caramelle golose cui non si resiste, a cominciare dalla piacevolezza al tatto della confezione, una copertina di cartoncino rigato color avorio.

Memorie e articoli, “Napoli Guerra e Pace” è il risultato di una raccolta di articoli apparsi tra gli anni Quaranta e Cinquanta scelti e presentati per la prima volta, in cui il talento scoperto da Leo Longanesi si distende arioso tra le pagine.
Una città travolta dagli eventi storici vive i cambiamenti portati dal conflitto, la casa a Posillipo dell’autrice fu requisita dagli inglesi e lei – dopo aver strenuamente resistito – dovette lasciarla per seguire il destino di molti sfollati, la sua meta sarà un luogo da cui potrà continuare a vedere il Vesuvio e il mare: Sorrento.
Nei due libri l’autrice tratteggia personaggi, situazioni e suggestioni che restituiscono lo stile di vita di un’epoca. I duetti con il Professore, il marito Marcello professore di architettura,  uomo colto e pacato nel suo racconto, le persone incontrate cui dona lo spessore di protagonisti senza distinzione di censo, i quadretti bucolici di una parte della città ancora fortemente contigua alla ruralità, le eccentricità capresi vissute durante la villeggiatura negli anni Trenta sono fresche, godibilissime descrizioni di un modo di essere e di interpretare la vita delle comunità napoletana, sorrentina e caprese.
Non c’è maliziosa esagerazione nel disvelamento delle persone conosciute e frequentate e l’ironia con cui queste appaiono innanzi ai nostri occhi mai deraglia verso l’offesa.
Sottile, abile narratrice dispensa grandi verità: «Napoli perdona tutto alle donne che presume essere forestiere» , a distanza di settant’anni le sue parole sono ancora attuali così come vivide rimangono le considerazioni sulle credenze degli stranieri circa le abitudini del popolo napoletano allorquando facendo da guida a una coppia di ospiti inglesi commenta: «Della siesta della contr’ora meridionale aveva un’idea fissa e capii quanto errata. […] Mrs Groves, questa non è siesta, è la crisi agricola del ’93, quando le inasprite relazioni con la Francia, dopo la conclusione della Triplice Alleanza, segnarono la fine del libero scambio».
Non paga di aver rimesso le cose nella giusta prospettiva, Canino continua dando sfogo alle sue idee sull’unità d’Italia senza incorrere nel timore di esser tacciata di condotta politically incorrect, adesso le urlerebbero contro di essere una neo borbonica: «Sarà la camicia rossa, il poncho, la papalina inadeguatamente guerriera, il titolo di “eroe dei due mondi”, i monumenti a lui dedicati o Anita, certo è che per Garibaldi nutro una vecchia antipatia».
Come non amarla. Alla fine degli anni Quaranta Carlo Zaghi le chiese di scrivere dei reportage di viaggio dall’estero per Il Giornale: Inghilterra, Spagna, Francia, Olanda e Stati Uniti riempirono la terza pagina. Nel 1957 fu pubblicato il suo unico romanzo “Clotilde fra due guerre” scritto nel periodo sorrentino. Qualche anno prima era stato pubblicato “La vera signora” un manuale di buone maniere scritto avendo in mente “Il vero signore” scritto dall’amico Giovanni Ansaldo. Fatevi un regalo: leggete Elena Canino, la levità con cui scrive di cose assai profonde vi conquisterà.
©Riproduzione riservata
I LIBRI
Elena Canino,
Napoli Borghese,
Stamperia del Valentino
Pag 257 euro 18,00

Elena Canino,
Napoli Guerra e Pace,
Stamperia del Valentino
Pag 163
euro 16,00

L’AUTRICE
Elena Zegretti Canino (Roma, 1898 – 1957) è stata una scrittrice, traduttrice e giornalista. Morta a soli quarantun anni ha raccontato la borghesia napoletana degli anni Trenta fino all’immediato dopoguerra. La Stamperia del Valentino ha pubblicato “Napoli Borghese” e “Napoli Guerra e Pace”.

Gli altri libri ambientati a Napoli tra #ledisobbedienti sono:

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