Le disobbedienti/ Emilia Pardo Bazàn racconta la ribelle di Marineda. Storia di amparo, lavoratrice che lotta per i propri diritti umani e sociali

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Amparo lavora in una fabbrica di sigari e sigarette spagnola nella seconda metà dell’Ottocento lottando per i propri diritti di lavoratrice e di donna schiacciata dalla disuguaglianza sociale, a raccontare la sua storia in “La ribelle di Marineda” pubblicato da Bonfirraro è Emilia Pardo Bazàn (1851-1921).
La trama si inserisce nel filone della letteratura naturalista per descrivere le condizioni sociali della classe lavoratrice in un periodo di cambiamento dei modelli di produzione in fabbrica cui corrisposero fermenti sociali e politici, il genere letterario di cui Émile Zola fu uno dei maggiori esponenti.
La protagonista, una ragazza bella e intelligente, si appassiona alle vicende rivoluzionarie del 1868 parteggiando per l’avvento della repubblica.
Nata in una famiglia di cialdonai entra in fabbrica e coltiva una relazione con Baltasar, rampollo di una agiata famiglia avviato a una carriera, quella militare, che non gli richiede troppo sforzo. Guardinga e consapevole gli chiede un impegno serio per non ritrovarsi scartata a favore di altra donna appartenente a un rango sociale diverso dal proprio ma, nonostante ciò, si trova abbandonata dopo aver scoperto di essere incinta e chiesto di onorare la promessa di matrimonio.
L’autrice descrive uno spaccato sociale in cui le diverse classi sono distinte e separate per ruoli e frequentazioni, una separazione che la protagonista non accetta e vorrebbe abolire scardinando le regole del modello imperante, la sua è una visione del mondo improntata all’eguaglianza.
Il racconto presenta una ambientazione dettagliata delle condizioni di vita attraverso la descrizione delle abitazioni, le abitudini alimentari e le dinamiche relazionali all’interno della fabbrica. Più di un secolo è trascorso dai fatti di cui si legge eppure gli spunti e le considerazioni suonano tristemente attuali, lavoratori e lavoratrici sfruttati, esistenze tristi e miserevoli, arbitrarietà di comportamento dettata dal rango e dalle relazioni sociali, sentimenti accantonati in nome della convenienza e l’interesse.
Amparo crede nella possibilità di decidere del proprio destino costruendolo con il lavoro e la passione che mette nella battaglia sociale, nella politica e nell’amore, è fiduciosa nel cambiamento che un sistema politico potrà imprimere lasciandosi alle spalle una visione antica nella quale esistono gli oppressi e gli oppressori.
Il fatalismo non fa per lei, l’azione le scalda il sangue facendo emergere il talento di leader con il quale guida le operaie a ribellarsi quando non ricevono lo stipendio, subire non è nella sua natura e insorge contro l’ingiustizia mettendosi in prima fila, capeggiando una rivendicazione volta a migliorare le condizioni di vita e ad abbattere privilegi sociali che impongono un giogo che non lascia speranza di riscatto. Amparo rivendica dignità, per lei e per le altre donne, chiedendo il riconoscimento di diritti: «No, Ana; la donna deve difendersi da sola. Nessuno può farlo, né i civili né i carabinieri. E noi ragazze povere, che non ereditiamo altro maggiorasco che l‘onestà. Secondo me la colpa maggiore ce l’ha chi si lascia ingannare».
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Emilia Pardo Bazàn
La ribelle di Marineda
Bonfirraro
Pagine 298
euro 18

L’AUTRICE
Emilia Pardo Bazàn (1851-1921) è stata una scrittrice spagnola di grande influenza nel XIX e XX secolo, particolarmente nota per il suo ruolo nel movimento naturalista spagnolo. Nata a La Coruña, ha prodotto una vasta opera letteraria che include romanzi, racconti e saggi critici, affrontando tematiche sociali e politiche con uno sguardo acuto e innovativo. Fu anche una fervente sostenitrice dei diritti delle donne e dell’istruzione femminile, considerata una precorritrice del femminismo spagnolo. Autrice prolifica, la sua eredità è ancora oggi celebrata in tutto il mondo, ritenuta una delle autrici più importanti della letteratura spagnola

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