Al Museo Archeologico Nazionale è stata inaugurata la sezione “Campania Romana. Sculture e pitture da edifici pubblici” alla presenza del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del direttore Paolo Giulierini, di Massimo Osanna e della curatrice scientifica Carmela Capaldi.
Il percorso si trova nell’ala occidentale, i cui splendidi ambienti, di quello che fu il Real Museo Borbonico, non vedevano la luce da oltre 50 anni e da oggi faranno da cornice a statue monumentali, apparati decorativi, epigrafi e affreschi.


Il visitatore è accompagnato in un viaggio nella storia della regione Campania, durante il periodo storico in cui si lega a Roma, narrato da 240 opere che vanno dall’area flegrea alle zone vesuviane fino a quelle interne.
L’impresa è stata resa possibile grazie ai fondi strutturali di Europa e Mic canalizzati per un recupero a trecentosessanta gradi, sia delle contestuali sale sia dei magnifici reperti.
Tra i tanti non si possono non sottolineare i sorprendenti resti della quadriga bronzea di Ercolano, ricostruita con l’aiuto della tecnologia di rilevamento digitale. Oppure la presenza del “Gigante di Palazzo”, ossia il Giove capitolino trovato a Cuma e sistemato davanti il Palazzo Reale di Napoli per volere di don Pietro Antonio d’Aragona, verso la metà del ‘600. Il Gigante si trovava tra Largo di Palazzo e salita Santa Lucia che allora divenne “la salita del Gigante”. Il colosso fu preso a simbolo durante le varie epoche, prima del viceregno poi della repubblica del 1799 fino al periodo napoleonico. Quando poi fu smontato, restò nei depositi del Real Museo Borbonico per oltre un secolo.
Altro posto d’onore è occupato dal Doriforo, l’eroe che troneggia al centro della sala XXXIII e che proviene dalla Palestra Sannitica di Pompei. Luminosissima nella sua teca anche una notevole lucerna in oro decorata con foglie proveniente dal Tempio di Venere sempre a Pompei.

A scandire gli ambienti, le imponenti ed eleganti colonne divisorie e le aperture del corridoio verso il giardino delle camelie. Con il recupero di questi spazi, il Mann tocca il suo momento più felice diventando uno dei punti di riferimento più importanti al mondo per ciò che riguarda l’archeologia classica. E il progetto di “apertura” si porterà anche al di fuori del Museo stesso, perché è prevista una sede distaccata presso il Palazzo Fuga (o Palazzo dei poveri) come annunciato proprio da Sangiuliano, che sottolinea di aver appena firmato un decreto per 33 milioni di euro aggiuntivi al progetto.
Da posto polveroso e antiquato, l’Archeologico segna un traguardo fondamentale con il quale si può soltanto continuare a guardare avanti e restare al passo. Continua, infatti, anche la sperimentazione della fruibilità grazie alle nuove tecnologie e da oggi si approccia anche all’Intelligenza artificiale con il nuovo format “GENS. Tales of Emperors” che si trova nell’app del Mann e che dà vita alle statue esposte per rendere l’esperienza di visita ancora più emotiva e coinvolgente.
In pagina, foto dell’inaugurazione

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