Ci siamo. Anche quest’anno il Napoli Teatro Festival catturer  l’attenzione dei media e del pubblico per un mese. Un inizio d’estate guardando palcoscenico. Primo anno con la direzione artistica di Franco Dragone 45 spettacoli in calendario, dal 15 giugno al 15 luglio, a Napoli e in diversi luoghi di particolare fascino di tutte le province della Campania, con un occhio all’Europa. Significative le incursioni nel lavoro di compagnie provenienti dal Giappone, Medio Oriente, Africa, America Latina e Stati Uniti.
Anteprima marted 14 a Nisida, su invito, (con replica il 15 giugno, ore 20.30), nell’istituto penale minorile di Nisida un omaggio ideale a Shakespeare e a Eduardo De Filippo, nella riscrittura de La Tempesta, in forma di mise en space, con Michele Placido, la regia di Fabrizio Arcuri e le musiche originali di Antonio Sinagra.
L’ultimo testo scritto da Shakespeare verr  ripreso nella versione tradotta da Eduardo in napoletano nel 1983, un anno prima della sua scomparsa. Un’opera ultima e iconica, la prima del nostro cartellone, in un percorso narrativo a ritroso che vuole partire dai patrimoni ereditati dai più grandi artisti per tornare alle origini del messaggio del teatro l’integrazione dell’uomo a livello individuale, sociale, collettivo.
Danza e cinema, nel giorno di apertura, il 15 giugno con "Kiss & cry" (ore 21, al Politeama di Napoli, replica il 16) di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael. Ma ci sar  anche la prima assoluta di “Apettando il tempo che passa”, scritto con i detenuti del carcere minorile di Airola (Benevento) per la regia di Emanuela Giordano (al Nuovo alle 19, replica il 16), con Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, Veronica Montanino e Salvatore Presutto. Il lavoro, che nasce nell’ambito del laboratorio di scrittura scenica “il palcoscenico della legalit ” – ideato da Giulia Minoli, promosso da Fondazione CO2 Crisis Opportunity, Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Polis e Fondazione Falcone – propone un intenso racconto incentrato sul tempo, quello con cui si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi, che in carcere passa diversamente, sospeso tra incertezze sul futuro e percezione di un presente che resta in attesa di essere vissuto.
E, accanto al teatro, l’arte a 360 gradi, sempre mercoled 15 giugno, ma alle 23. “Passage through the world” si intitola la creazione site-specific – per il Museo Diocesano Donnaregina Vecchia – di Shirin Neshat, artista iraniana tra le più interessanti del panorama video-cinematografico. Odissea musicale e visiva che, nel percorso dall’estremo e medio Oriente fino ai Balcani e al sud Italia, indaga i temi della perdita e della rinascita attraverso il ciclo della vita e della morte nelle diverse culture di questi Paesi.
Shirin Neshat insieme a Shoja Azari (visual artist e film-maker) e al compositore, musicista e cantante iraniano Mohsen Namjoo danno vita a una performance in cui video, musica e canto si intrecciano indissolubilmente. Nel cast, l’ensemble vocale Faraualla, la cantante e attrice Antonella Morea, nonch la compagnia "I Giullari di Dio" della Parrocchia di Santa Chiara in Napoli. Repliche fino al 20 giugno.

Per saperne di più
www.napoliteatrofestival.it

Nella foto, "Passage through the world"

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