Sbarca a Napoli il canadese Bruce LaBruce, uno degli artisti contemporanei più stimati per la riflessione di genere, che interagirà con il drammaturgo napoletano Gian Maria Cervo. Insieme porteranno arte e performance in alcuni luoghi partenopei. Si parte dal Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi.
Appuntamento mercoledì 23 luglio alle 18 nel parco sospeso sulle pendici orientali del promontorio di Posillipo, con una performance a ingresso gratuito che vedrà protagonisti gli stessi spettatori.
Il Parco delle tombe di Virgilio e Leopardi, dove in età augustea fu scavata la Crypta Neapolitana che farà da quinta teatrale alla performance, si anima con un progetto teatro-filmico ideato da Cervo insieme all’artista.
“La magia dell’uovo” lega le origini di Napoli a quelle della commedia. Allude all’uovo di Virgilio, alla commedia di Dante e alla carica eversiva della commedia dell’arte. L’opera è una narrazione che concentra più epoche in un medesimo spazio e raccoglie voci napoletane e italiane di tutte le epoche con omaggi che vanno da Berni a Di Giacomo, da Settembrini a Ruccello fino a Moscato.
L’incontro tra Bruce LaBruce – regista, fotografo, scrittore e artista che vive a Toronto e lavora in tutto il mondo – e il drammaturgo napoletano Gian Maria Cervo (classe 1970) dà vita a una performance che catapulta lo spettatore in una Napoli sospesa tra mito e contemporaneità.
Il protagonista – figura a metà tra Pulcinella e un moderno flâneur – si muove tra i vicoli, i teatri e i luoghi sacri di Neapolis, portando avanti un’indagine esistenziale che è anche una prova scenica: un monologo che mescola tradizione, eros e ritualità.
Mentre recita versi di Francesco Berni e si confronta con la memoria arcana della città, incontra due personaggi che mettono in crisi la sua percezione della realtà: un ragazzo giovane e misterioso, ribelle e autodistruttivo, e una donna enigmatica, ferita e visionaria. Entrambi sembrano usciti da un sogno o da un vecchio film italiano – nello specifico “Il mare” di Giuseppe Patroni Griffi – e si rivelano come riflessi emotivi e speculari dell’attore stesso.
Napoli è il quarto personaggio: viva, ambigua, antica e sensuale. Le sue leggende si intrecciano al presente del protagonista, rievocate in visioni quasi medianiche.
In questo viaggio teatrale, queer e visionario, si celebrano i 2500 anni di Napoli come un rituale iniziatico, un omaggio poetico al suo spirito metamorfico, alla sua teatralità intrinseca e al potere antico della sua memoria.
Ingresso gratuito. Per prenotare scrivere a ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com
Virgil and Leopardi Tombs Park / Canadian artist Bruce LaBruce arrives in the city with the magic of the egg. He is joined by the Neapolitan playwright Gian Maria Cervo (July 23rd)
Canadian Bruce LaBruce, one of the most esteemed contemporary artists for his reflections on gender, arrives in Naples. He will interact with Neapolitan playwright Gian Maria Cervo. Together, they will bring art and performance to several Neapolitan venues. The event begins in the Park of the Tombs of Virgil and Leopardi.
The event will take place on Wednesday, July 23rd at 6:00 PM in the park perched on the eastern slopes of the Posillipo promontory, with a free performance featuring the audience themselves.
The Park of the Tombs of Virgil and Leopardi, where the Crypta Neapolitana was excavated in the Augustan era, which will serve as the backdrop for the performance, comes alive with a theater-film project conceived by Cervo together with the artist.
“The Magic of the Egg” links the origins of Naples to those of comedy. It alludes to Virgil’s egg, Dante’s comedy, and the subversive power of the Commedia dell’Arte. The work is a narrative that concentrates multiple eras in a single space and brings together Neapolitan and Italian voices from all eras, with tributes ranging from Berni to Di Giacomo, from Settembrini to Ruccello, and even Moscato.
The encounter between Bruce LaBruce—a director, photographer, writer, and artist who lives in Toronto and works worldwide—and Neapolitan playwright Gian Maria Cervo (born in 1970) gives rise to a performance that catapults the viewer into a Naples suspended between myth and contemporaneity.
The protagonist—a figure somewhere between Pulcinella and a modern flâneur—moves through the alleys, theaters, and sacred places of Neapolis, carrying out an existential investigation that is also a stage performance: a monologue that blends tradition, eroticism, and ritual.
As he recites verses by Francesco Berni and grapples with the city’s arcane memory, he encounters two characters who challenge his perception of reality: a mysterious young man, rebellious and self-destructive, and an enigmatic, wounded, and visionary woman. Both seem to have emerged from a dream or an old Italian film—specifically, “The Sea” by Giuseppe Patroni Griffi—and reveal themselves as emotional and mirror reflections of the actor himself.
Naples is the fourth character: alive, ambiguous, ancient, and sensual. Its legends intertwine with the protagonist’s present, evoked in almost mediumistic visions.
In this theatrical, queer, and visionary journey, the 2,500th anniversary of Naples is celebrated as an initiatory ritual, a poetic homage to its metamorphic spirit, its intrinsic theatricality, and the ancient power of its memory.