“La memoria d’acciaio” è il felice titolo della mostra documentaria visibile al Maschio Angioino, alla Torre di Beverello, a cura dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’et  Contemporanea “Vera Lombardi”, dove rester  fino al 26 marzo prossimo. Uno squarcio storico-narrativo dello stabilimento Ilva-Italsider di Bagnoli che ha aperto i battenti il 19 giugno del 1910, con un capitale sociale iniziale di dodici milioni di lire.

Una fabbrica, un quartiere, una citt . Cent’anni di storia, dipinta, raccontata, fotografata. Quadri, disegni, comunicati aziendali e sindacali, stampe, libri e giornali, testimonianze di operai, impiegati, dirigenti. Il “colosso d’acciaio” che ha chiuso definitivamente a met  degli anni ’90, quello che è stato il più moderno centro siderurgico d’Europa.

E’ possibile vedere documenti come la trattenuta dell’imposta sul celibato del 1941 del dipendente Vittorio Grieco, normata dal regime fascista per favorire i matrimoni, la raccomandazione del Vescovo di Pozzuoli – Monsignor Alfonso Castaldo – in favore dell’impiegato Giovanni Caropreso del 1944, la scheda personale dell’impiegato Simoncelli Adolfo in cui bisognava dichiarare obbligatoriamente la non appartenenza alla “razza ebraica”, scritti satirici a cura degli stessi lavoratori, poesie antifasciste scritte da operai comunisti.

E poi la fabbrica fotografata, il ciclo di lavorazione vero e proprio, il tremendo peso di uno stabilimento che ha dato grande impulso industriale alla citt  ma che ha anche generato morte e sofferenze di tanti uomini e donne, con ritmi di lavoro che ancora negli anni cinquanta, arrivavano alle 12 ore al giorno.

Tutto in condizioni igieniche precarie, stress, malattie, indebolimento degli impulsi sessuali e salari al limite del sostentamento. In media morivano 4 operai l’anno e si registravano decine e decine di infortunati.

E poi i dipinti che mostrano con chiara devastazione i pesanti fumi delle ciminiere, le assemblee in fabbrica, i volti segnati dalla pesantezza dei luoghi e Nisida vista dallo stabilimento.

Dalla nascita al declino passando per storie personali toccanti, lotte, diritti, manifestazioni, dagli atteggiamenti politici alle rivendicazioni sindacali, dalle commistioni politiche alle scelte dei Governi.

Tutto questo è stata l’ILVA di Bagnoli., il più grande colosso industriale del XX secolo, quella grande “memoria d’acciaio” che tutti noi non dovremmo mai permetterci di dimenticare.

In foto, l’Italsider in uno degli scatti in mostra

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