Fare sistema con la cultura. Con una programmazione (da avviare entro l’estate), affinché emerga la vocazione internazionale della città, armonizzata con la sua identità. Debutta al Mercadante con un progetto articolato, Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. C’era grande attesa per questo momento, dopo il vivace dibattito che si era fatto strada, concluse le elezioni, dalle colonne dei quotidiani partenopei sul perché il primo cittadino avesse tenuto per sé la delega alla cultura, indicandola come una fragilità della Giunta.
Tiene a precisare, invece, proprio questo, il sindaco quando dal palco del nostro teatro nazionale, in piazza municipio, a pochi passi da Palazzo San Giacomo, sede dell’amministrazione comunale, dopo essere stato introdotto dal presidente della commissione cultura, turismo e attività produttive, Luigi Carbone, si rivolge al pubblico numeroso in platea (ma anche assiepato nei palchi) per annunciare le sue linee di indirizzo della politica culturale. L’ha tenuta per sé perché la ritiene fondamentale per lo sviluppo di Napoli.
La cultura è una sfida che Manfredi raccoglie con orgoglio, che può creare economia e proiettare Napoli in una dimensione europea. E il sindaco assegna al Comune la funzione di coordinatore delle istituzioni culturali e delle energie che la città esprime.
Sono tante. Infatti, in molti/e si sono prenotati/e per partecipare alla presentazione delle nuove direzioni che la città vuole percorrere partendo dalla base elaborata da un gruppo di lavoro costituito da Francesca Amirante, Gennaro Carillo, Stefano Consiglio, Yvonne De Rosa, Francesco Izzo, Andrea Mazzucchi, Renato Quaglia, Ferdinando Tozzi, Vincenzo Trione.
Una prima chiamata alle arti per tutta la città invitata dal sito del Comune a compilare una scheda (entro il 15 aprile) con una proposta per partecipare al programma di rilancio. Grazie a un primo momento di confronto.
Nove le priorità strategiche previste prossimamente: tra queste, lo sguardo alla città metropolitana (Pompei, Ercolano, Procida…) ma anche il potenziamento digitale e la creazione di nuove filiere professionali, puntando non solo sul lato umanistico della nostra civiltà ma anche sulla sua eccellenza scientifica.

Folla al Mercadante per la presentazione delle linee programmatiche culturali di Napoli


La cultura è veicolo di educazione e crescita da attuare in maniera trasparente, integrata, con obiettivi di breve e lungo termine.
Tre, intanto, le azioni già in cantiere: la città della musica, la riqualificazione delle biblioteche comunali (con la creazione di librerie di quartiere) e un nuovo modello di gestione del patrimonio culturale.
Fondamentale individuare gli spazi per la produzione culturale, riqualificandoli e dando a luoghi come Il Pan, per esempio, ruolo identitario che oltrepassi quello di generico contenitore.
Le città rinascono se rialzano la testa e si riappropriano della propria dignità, attraverso consapevolezza delle forze che posseggono: tutti/e insieme verso una dimensione comune.
E vengono in mente le parole dello scrittore francofono marocchino, Tahar Ben Jelloun, spesso ospite di Napoli: «Con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli al mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni, altri modi di vivere che sono altrettanto validi dei nostri». Principi che Partenope conosce bene, nutrimento della sua anima millenaria.
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Per saperne di più
https://www.comune.napoli.it/culturanapoli2022-2026
https://www.youtube.com/watch?v=ts4q3rLiENY
In copertina, uno scorcio della città



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