Una storia struggente, dolorosa ed emozionante è quella che Dina Ravaglia ha raccontato nel suo ultimo romanzo intitolato “Ballata triste a due voci”.
Con questo libro, l’autrice permette al lettore di conoscere la storia di Giada e Theo e con essa fare una serie di esperienze e di capire come la felicità e l’amore non si ottengono facilmente, ma solo dopo aver compiuto un percorso lungo e difficile.
Il libro si apre con la voce di Giada, una giovane maestra elementare, alla prima complessa esperienza lavorativa in una classe composta da bambini problematici. Uno di questi è Oscar e grazie a lui Giada conoscerà il fratello Theo, l’altra voce protagonista di questo romanzo.
Theo è un giovane di 19 anni, che porta nel cuore un’esperienza terribile, che lo ha pesantemente segnato nell’animo, ovvero la morte della madre. A un certo punto della vicenda, racconta: «Cosa aveva nella testa io non l’ho mai capito, cosa pensava io non lo so, so solo che era tutto molto diverso dopo che se ne era andata. Perché, anche se non stava bene, prima c’era, e dopo non c’era più. È questa la grande, grandissima differenza che non avrei mai voluto sperimentare. È questo il grande dolore che io non ho mai pianto, mai versato una lacrima per accompagnare questa perdita, nemmeno una, per questo me la sono fatta tatuare sulla guancia, qui appesa all’occhio, è un omaggio a mia madre e alle sue canzoni, e a me serve per ricordarmi che non sono stato nemmeno capace di piangere».
Theo si occupa del fratello più piccolo e cerca di mettercela tutta, ma la vita spesso riserva delle sorprese terribili. Theo, infatti, dovrà superare un’accusa infamante, che lo porterà in carcere e a toccare l’abisso dell’esistenza. Giada, da parte sua, ha il suo bel carico di sofferenza, che si intreccia con quello di Theo.
Con questo romanzo, l’autrice tocca temi importanti: l’abbandono, la morte, il bullismo, l’infamia, il tema delle carceri, ma anche la maternità, le diseguaglianze e la depressione e lo fa con la delicatezza che solo un animo sensibile può avere.
Nella scrittura di Dina Ravaglia c’è una leggerezza che non è superficialità, ma la sottile capacità di raccontare senza giudizio, ma allo stesso tempo senza ipocrisia. Inoltre, l’espediente di alternare le voci dei due protagonisti rende il testo, ma anche la lettura particolarmente vivace e coinvolgente. Il lettore non può non sentirsi coinvolto in prima persona, non può non soffrire e gioire con i suoi protagonisti, non può non sentire l’ingiustizia di una società che sembra accanirsi con i più deboli. (Alessandra Ieca)

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IL LIBRO
Casa Editrice: PubMe
Collana: Gli scrittori della porta accanto
Genere: Narrativa contemporanea/Romance
Pagine: 384
Prezzo: €18,00


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